VOLONTA' DI DIALOGO

CLERICALISMO E CENTRALISMO BUROCRATICO


Vorrei fare una breve postilla al mio ultimo post sulla “Laicità dello Stato e Clericalismo” per comprenderne meglio il significato e il valore sociale e politico di quanto è stato esposto nel succitato post. Il discorso non è semplice e tanto meno di facile comprensione in quanto sta alla base della crisi sociale e politica, non solo dell’Italia ma del mondo intero. Il “Centralismo Burocratico e il Clericalismo” sono due realtà socio-politiche che non esprimono una vera realtà di servizio alla base ma di potere, che hanno avuto nel tempo momenti di pesanti critiche e disapprovazioni nei confronti di quanti le avevano applicate. La burocratizzazione indica una degenerazione della struttura e delle funzioni degli apparati burocratici. Se teniamo ferme come caratteristiche distintive di una burocrazia tipico-ideale la razionalità, la centralizzazione dell’autorità e l’impersonalità dei comandi con l’aderenza a precise norme e regolamenti, possiamo prendere atto che la burocratizzazione implica l’avvento di elementi di non razionalità. Il fenomeno della burocratizzazione viene visto come un male tipicamente moderno di potere assoluto originato dalle crescenti tendenze di tutte le società contemporanee. Analogo discorso si può affrontare parlando di Clericalismo. Il Clericalismo quindi non riguarda tanto i rapporti fra Chiesa e Società Civile, ma è conseguenza della formazione nelle Chiese di una casta dirigenziale, depositaria ed arbitra di ogni potere ed autorità. Questo fatto porterà alla formazione di neologismi che resteranno carichi di ambiguità: valga come esempio il termine “declericalizzazione”,usato per indicare, all’interno della Chiesa, la tendenza a dare spazio e potere ai “laici” dello Stato, togliendo il monopolio a un certo Clero non gradito. Ritengo quindi risulti chiara la funzione e l’operatività del “Centralismo Burocratico e del Clericalismo” che è di potere e non di servizio alla base.