VOLONTA' DI DIALOGO

POTERE E CONTROPOTERE


Oggi si parla molto di politica, ma non come servizio ai cittadini, ma in funzione di consolidare e conservare il potere. Rivalutiamo Celestino V, la sua dignità personale, per il gran rifiuto alla sua elezione al seggio Papale, non per viltà, ma per un principio di coscienza, che denunciava sia a destra che a sinistra, i compromessi con i potentati finanziari, sostenuti dal potere.L’esigenza di fare chiarezza sulla legittimazione e sulla funzione di uno dei problemi più remoti della società, cioè del potere che pochi esercitano su molti, vale a dire sul valore e sul significato di fare politica. Per questo occorre tenere presenti le forme attraverso le quali si manifesta la complessità di potere – forza politica, per mettersi nelle condizioni di prospettare un progetto alternativo che sostituisca la logica di potere con la logica di servizio. La mia radicale critica del potere non vuole sfociare in una posizione anarchica, anche se dell’anarchia ne esprime alcune verità di una certa importanza, ma rende realmente presente il dramma intrinseco al potere, diviso tra la funzione regolatrice delle relazioni umane e quella di dominio, al punto di doversi chiedere se esista veramente un governo illuminato, disinteressato, altruista, al servizio soltanto del bene comune di ogni cittadino. Il grande compito che ne deriva è di dar vita ad istituzioni che regolamentino la società e la collettività senza il condizionamento di speculazioni di potere.Tuttavia non è sufficiente un’esortazione moralistica come di frequente praticano le Religioni. Non si risolverà mai tale questione se non ci si pone il problema di quali potrebbero essere le proposte alternative a quelle che si esprimono nella generica cupidigia di potere. Don Ulisse.