VOLONTA' DI DIALOGO

Post N° 175


DIALOGO, FONDAMENTO DELLA GIUSTIZIA SOCIALEGran parte del pensiero antico sino ad Aristotele, il dialogo non è considerato come uno dei modi con cui può esprimersi il pensiero filosofico, ma il suo modo proprio e privilegiato di dialogare è un modo di conversare, un discutere, un domandare e un rispondere fra persone riunite in collettivo per evidenziare le linee operative da attuare per la realizzazione di una vera giustizia sociale. Il carattere associativo di una ricerca sociale operativa, trova la sua naturale espressione nel dialogo L’esigenza del dialogo è e deve essere presente in tutte le forme della dialettica, e non può mai ritenersi assente da qualsiasi forma di ricerca sia filosofica che sociale. Inoltre la concezione del dialogo implica la tolleranza sia nell’ambito socio politico che Religioso, per quanti si esprimono, in un senso sia positivo che attivo, inteso non come sopportazione di altri punti di vista, ma come riconoscimento della pari dignità e legittimità di quanti si esprimono e come volontà espressa di comprenderli nella loro razionalità. Il principio della tolleranza e della accettazione del dialogo è entrato a far parte della coscienza civile dei popoli di tutto il mondo. Tuttavia, la sua realizzazione nelle istituzioni che reggono la vita sociale di tanti popoli è incompleta, non sempre con espressa volontà di realizzarlo, e molto spesso soggetto a nuovi pericoli che venga escluso. Le discussioni, che la mancanza di tolleranza alle volte suscita, sono prevalentemente ispirate dal desiderio del potere di mantenere invariato lo status quo esistente. Con tale concezione ideologica, il principio del dialogo rimane una conquista fondamentale della base popolare passata dal pensiero greco al pensiero moderno e che dovrebbe conservare nell’età contemporanea un valore normativo di operatività eminente e di tutto rispetto.