VOLONTA' DI DIALOGO

Post N° 239


GIUSTIZIA SOCIALE E DISUGUAGLIANZELa giustizia deve avere un fine sociale come l’uguaglianza, la libertà, la democrazia e il benessere. Deve promuovere un concetto normativo della giustizia sociale. Molte differenze esistenti tra i membri di una collettività, specialmente in campo economico e giuridico, tendono ad essere ritenute disuguaglianze che fanno sorgere nella realtà sociale ribellioni che tendono a favorire azioni e reazioni finalizzate ad eliminare le differenze. Dette differenze si evidenziano con una forma di proprietà di quantità più o meno grandi di beni socialmente rilevanti, che poi portano ad essere considerati come un meccanismo di selezione inteso a mantenere un determinato ordine sociale di potere. Tali differenze appaiono, almeno in linea di principio, superabili mediante azioni dirette a modificare i meccanismi selettivi o ad eliminarle totalmente trasformando più o meno radicalmente l’ordinamento sociale. Da quanto su esposto la giustizia sociale deve avere una linea normativa e per questo sorge il problema della possibilità di definirla in termini descrittivi. La giustizia sociale è stata equiparata alla legalità, all’imparzialità, alla eguaglianza, alla volontà retributiva dell’individuo secondo il suo grado e il suo bisogno di sopravvivenza. Se queste condizioni si debbono ritenere accettabili, si deve partire da premesse operative per arrivare a definire conclusioni normative. La conclusione può essere una sola: una condotta giusta o ingiusta può essere definita tale solo con la promulgazione di una normativa che assegni benefici e oneri paritetici a classi diverse di cittadini.