VOLONTA' DI DIALOGO

DA TOGLIATTI ALL'UNIPOL


DA TOGLIATTI ALL'UNIPOL All'inizio i comunisti non amavano le coop. Stiamo parlando di quando, primavera del 1945, all'indomani della liberazione, la lega delle cooperative era espressione di tutte le componenti del movimento cooperativo: socialisti, riformisti liberali, cattolici. Anche se il presidente della lega coop, voluto dai capi partigiani del comitato di liberazione nazionale, era un riformista che poi aderirà al partito social democratico di Giuseppe Saragat, il capo indiscusso del PCI di allora, Palmiro Togliatti, considerava la lega un covo di privilegiati. Tanto che il 7 aprile 1945, parlando di cooperative, affermò: "non è possibile che un gruppo di avanguardia si organizzi isolatamente dalle masse per garantirsi condizioni di privilegio nella soluzione di determinati bisogni economici. Come sempre accade nella tradizione, mentre si dice una cosa, si pensa e si fa l'esatto contrario. Così di li a poco, forse prendendo a pretesto la costituzione della confederazione delle cooperative bianche da parte di Alcide De Gasperi, Togliatti decise di impadronirsi della Legacoop e impose come presidente Giulio Cerretti, un comunista fedelissimo. Con Cerretti di fatto, Togliatti dava il via alla "cinghia di trasmissione" Pci-Lega, al rapporto organico tra il partito e la sua principale struttura economica, primo passo di un processo che in un periodo di cinquant'anni, ha portato la Legacoop ad essere una tra le maggiori realtà economiche e finanziarie italiane.