Morbo d'amore
Incurabile morbo d’amore
cieco ignori il distacco,
indifferente fissi la clessidra
mentre crudele stringi il cappio
alla nostra smania dannata
che patisce il soffio mancato.
Fameliche anime disgiunte,
corrose dall’onirica unione,
miserabili ci ribelliamo
all’ingiusto destino
ravvivando infinite fiamme
che un tempo ci videro
soffici e roventi amanti.
Mondati nella spietata astinenza
e purificati dall’estesa distanza,
saldi restiamo annodati
ideando l’irrefrenabile corsa,
in attesa del fermo momento
che pace darà a questo tormento.
L’amore nostro accresciuto
non conosce limitazione,
nutre l’affamata passione
e disseta l’incessante arsura,
chè di morire
non ne vuol sapere.
Non adularmi ancora,
mio giovane e pentito amante,
non lambirmi di voluttuose parole,
di carezzevoli verbi premurosi.
Non supplicare l’incessante bene
perché sanguina il mio cuore
sacrificato al pendolo delle ore.