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Cinque cerchi al poker?


Dal prossimo 27 luglio al 12 agosto andrà in scena a Londra la XXX edizione dei Giochi Olimpici. E se un giorno anche il poker diventasse una disciplina olimpica? Bridge e scacchi sono sotto stretta osservazione per conquistare questo importante status, per il poker nemmeno se ne parla. E perché mai? Alzi la mano chi non si sentirebbe onorato di rappresentare la propria nazione e sfilare nella parata d’inaugurazione insieme ai campioni dell’atletica leggera, del nuoto, del basket e via via tutte le altre discipline. Ma qual è il vero problema? La fortuna o l’azzardo? Qualcuno potrebbe obbiettare che si scommette denaro sonante anche sulle più nobili delle discipline agonistiche e non per questo subiscono trattamenti diversi. L’intelligenza è vitale in un gioco come il poker, e come in molti altri sport, si può vincere pur essendo più deboli dell’avversario. Qualcuno avrebbe mai scommesso sul trionfo del Liverpool nella finale di Champions League 2005 dopo che il primo tempo era sotto di tre gol contro un Milan stellare? Nessuno! Men che meno i tifosi dei Reds. Ma la storia racconta che in quella epica notte di Istanbul a trionfare furono gl’inglesi. Un bluff fatto al momento giusto, e soprattutto condotto con caparbietà potrebbe far cambiare un’intera mano. A poker sono cinque carte. Cinque contro cinque. Cinque come i cerchi olimpici. Se il buon giorno si vede dal mattino, coraggio allora, chi ci sta, mi segua. I giochi di Rio (Brasile) del 2016 non sono poi così lontani.