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La dilagante corruzione mai combattuta da Leggi ad hoc


Anticorruzione: a che servono grandi poteri senza legge? Si parla tanto dei poteri dati a Raffaele Cantone per arginare la corruzione che viaggia a gonfie vele in tutti gli Enti sparsi in un’Italia ricca di politici arlecchini e pulcinella che con battute sagaci si mostrano sempre salvatori della Patria o delle Regioni, delle Province, dei Comuni, ma che alla fine tartassano sempre di più i contribuenti onesti, a cui vengono promessi detrazioni e quant’altro, visto il particolare momento, ma poi si ritorna a come prima peggio di prima. Eppure è cosa risaputa che il nostro Paese da sempre ha avuto Commisari e Alti Commissari, creati dal governo per risolvere emergenze che mai sono state risolte. Esempi? La mafia, le contraffazioni, i rifugiati, gli appalti tutti truccati per riempirsi le proprie tasche! Renzi ha affidato a Cantone, uomo dotato di grandi capacità, poteri incisivi per commisariare le imprese colte con le mani nel sacco ed arginare la piaga della corruzione. Ma sarà difficile riuscire a risolvere il problema delle tangenti con i poteri assegnatigli perché ha giurisdizione è solo sugli appalti dell’Expo e potrà proporre e non disporre il commissariamento che, invece, spetta al prefetto che valuterà se ordinarlo o meno. E qualora lo ritenesse opportuno, potrà sempre essere impugnato davanti ai tribunali amministrativi che potranno sopsenderlo a nnullarlo. Il problema è quello di sempre: non si fanno leggi da applicare, ma da interpretare. Il che ci porta all’Azzeccagarbugli manzoniano che seppellisce sotto interpretazioni ciò che non si vuole riformare. Un esempio? I tagli alla spesa pubblica che fino ad oggi sono rimasti solo nelle parole di Renzi e dei suoi accoliti. Non parliamo poi delle Riforme, che sono sulla bocca di tutti solo con le parole non di certo nei fatti. Perché? Perché si intaccherebbero i loro privilegi, a cominciare dall’immunità parlamentare. È ora, caro Papa Francesco, non del “Pentitevi”, ma di ridare il maltorto agli onesti cittadini e mandare i corrotti in mutande in carcere. Solo se ci saranno Leggi con la L maiuscola contro l’anticorruzione si potrà salvare il nostro Paese dalla corruzione di tanti, troppi individui che anche da condannati continuano a percepire stipendi, grazie ai privilegi acquisiti, da favola. Tukkà i prevelègge nu tabbù arrumane Pare ka tutte i gruppe puliteke, da manghe a ritte, ‘nlune de méle stanne, pekkè kundinuene a ciarlà de stepènnje è prevelègge da kalà, ma nd’i fatte sèmbb’a kkussì rrumanene. Angóre kunne ne nge se rènne ka u presutte sóp’a l’ucchje d’a ggènde arramaje tròppe éje  è kka òggnè limete ‘a pacènza suje téne. Si u Pajése se vóle arrelanzà ‘a kuverènze de kuille ka se dice azzuppekà ne nz’adda fà òggnèvvóte ka prevelègg’è stepènnje vustre tukkà s’hanne ma nu tabbù sèmbbe arrumanene. Toccare i privilegi resta un tabù Sembra che tutti i gruppi politici, da sinistra a destra, in luna di miele sono, perché continuano a parlare di stipendi e privilegi da diminuire, ma nei fatti restano sempre gli stessi. Conto ancora non ci si rende che il prosciutto sugli occhi della gente ormai è troppo e che ogni limite ha la sua pazienza. Se il Paese si vuole rilanciare la coerenza di ciò che si dice non la si deve far zoppicare ogni volta che privilegi e stipendi vostri toccare si devono ma restano sempre un tabù.