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Luigi Gpnzaga: la vita come dono per l'umanità sofferente


San Luigi Gonzaga Luigi fin da piccolo mostrò doti intellettive, ricche di sensibilità e forza, che guidarono le sue scelte verso grandi ideali. Nasce il 9 marzo 1568 da Ferrante Gonzaga e Marta Tana Santena. La madre, donna di cultura e di fede, lo educò alla preghiera e alla carità, mentre il padre gli regalò una piccola armatura che a cinque anni lo porterà a Casalmaggiore a fare l’ufficiale e a sparare il cannone. Tra il 1577/78 fu, insieme al padre e al fratello Rodolfo, a Bagni di Lucca, dove venne accolto alla corte di Francesco de’ Medici a Firenze e maturò le sue convinzioni verso la Madonna dove, davanti alla santissima Annunziata, a Lei si consacrò. Nel 1579 il padre, eletto principe del Sacro Romano Impero, fece rientrare i figli a Castiglione dove Luigi il 22 luglio 1580 ricevette la prima comunione dal cardinale Borromeo. Dal 1581 Luigi visse a Madrid e il 29 marzo 1583 tenne un discorso in latino davanti al re. Il 15 agosto di quello stesso anno Luigi si disse certo, davanti alla Madonna del Buon Consiglio nella chiesa del collegio della Compagnia di Gesù, che il Signore lo voleva gesuita. La madre era contenta, ma il padre si oppose, per cui Luigi, nel 1584, scappò di casa e il padre, di fronte a quell’evento, cedette e il giovane il 2 novembre 1585 firmò l’atto di rinuncia al marchesato. Nel novembre 1585 fu a Roma, dove venne ricevuto dal papa SistoV ed entrò nel noviziato di Sant’Andrea al Quirinale. Dopo un breve soggiorno a Napoli per ragioni di salute, fu trasferito al Collegio Romano per concludere gli studi di filosofia. Il 25 novembre 1587 pronunciò i primi voti religiosi. Nel 1588 ricevette gli ordini minori in San Giovanni in Laterano. Nel febbraio 1591 scoppiò a Roma un’epidemia di tifo petecchiale e Luigi fu tra i volontari. Venne preso da una grande febbre che lo avviò alla morte. Era il 21 giugno 1591. Di Lui possiamo dire che concepì la sua esistenza come un dono da spendere per gli altri, tanto da immolare la sua giovinezza in un servizio eroico di carità fraterna! Kare Salluvigge A Tè, sèmblece è kkumbedènde adurature d’i desiggne d’u kòre devine, ke feduce m’arrevulgéje p’auttenè u rjale d’a devine meserekòrdje ka me rènne libbre da tutt’i katéne d’u munne è nne ngéde è’ mujìne de facel’è ffaveze meragge de pjacére. Rinneme destemune d’a purèzze d’u kòre pe kunnevide ‘a stèssa tuje passjòne pe l’òme, arrekunusscènne nda ghisse, chjunghe ghisse sìje, ‘a presènze devine de Kriste. Ndreccedìje ke Ggesù è Mmarìje pekkè pòzze auttenè u rjale de kundemblà u mestére de Ddìje, mìja kunzulazzjòne, mìja speranne, lustre de tutte i nòtte è dde tuttekuande i pròve. Caro San Luigi A Te, umile e confidente adoratore dei disegni del cuore divino, con fiducia mi rivolgo per ottenere il dono della divina misericordia che mi renda libero da ogni mondana schiavitù e non ceda alle lusinghe di facili e fallaci miraggi edonistici. Rendimi testimone della purezza del cuore per condividere la tua stessa passione per l’uomo, riconoscendo in lui, chiunque egli sia, la presenza divina di Cristo. Intercedi presso Gesù e Maria perché possa ottenere il dono di contemplare il mistero di Dio, mia consolazione, mia speranza, luce di tutte le notti e di tutte le prove.