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Femminicidio in tempo di pandemia


Femminicidio: meccanismo acuito dalla pandemiaL’emergenza sanitaria causata dalla pandemia ha aumentato maggiormente il rischio di violenza sulle donne in quanto, quasi sempre, questa viene consumata all’interno delle mura domestiche.Troppe donne hanno perso la vita per mano di compagni, amici, familiari a causa di una mano armata dall’odio verso le donne. Stiamo assistendo a una recrudescenza di sessismo, razzismo, misoginia.. È qualcosa di palpabile di cui la società è tremendamente pregna e che sono aumentati nel corso della pandemia.Il Covid-19 ha reso evidenti quali e quanti sono ancora i limiti che impediscono una piena realizzazione del ruolo della donna nella nostra società. È necessario investire sull’educazione e soprattutto aiutare gli uomini, che si macchiano di queste violenze, a prendere consapevolezza. È necessario che istituzioni e politica facciano fronte comune per contrastare il seme del male che cresce in maniera incontrollata nelle nostre famiglie, a scuola, sul lavoro, nelle istituzioni.Oltre alla volontà politica di contrasto alla violenza, occorrono risorse da destinare a progetti di sensibilizzazione e formazione che accompagnino uomini e donne nel percorso della vita.Abbiamo bisogno di partire dall’abc delle relazioni, dai concetti più elementari, imparando fin da piccoli strumenti utili per riconoscere ed esprimere le emozioni, condurre i rapporti sani e liberi, gestire i conflitti, elaborare rabbia e frustrazione.Cominciamo col dire a chi amiamo: Ti voglio bene, col significato di: Voglio il tuo bene. Sarà il primo passo per combattere la violenza sulle donne, mostrandoci veramente loro amico. Te vòghje béneTe vòghje béne. Trè sèmblece paróle‘a kuje degnetà ‘nnarrevable éje.Avastarrìje u dì a tuttekuande kuilleka béne vulime pe file da tòrcedà a rembiande è remurze. U béne éjefatte de kulure è rerute juste,mane tése p’ajutà, rècchje ka sèndeneè passe ka, kuanne sperdute se éje,ce arrepòrtene sóp’a strata juste.Éje penzà k’u kòre, vjaggià k’a mèndeè sènde ke l’alme. Spisse se dice tevòghje béne skurdanne ka segnefekéjevòghje u béne tuje. Sènza ‘mmidje, sènzajudizje, sènza gujìsme. Arrekurdameceka ce stace sèmbe nu kraje è u kambàsèmbe dace ‘n’ata uppurtenetà  pe fàbéne i kòse, ma si se sbaghje è u presèndetuutekuille éje k’arrumane, sendìdece pjaciarrìje: Te vòghje béne!  Ti voglio beneTi voglio bene. Tre semplici parolela cui dignità è inarrivabile.Basterebbe dirlo a tutti quelliche amiamo per filo da torceredare a rimpianti e rimorsi. Il bene èfatto di colori e sorrisi giusti,mani tese per aiutare, orecchie che ascoltanoe passi che, quando si è smarriti,,ci riportano sulla strada giusta.È pensare con il cuore, viaggiare con la mentee  ascoltare con l’anima. Spesso si dice tivoglio bene dimenticando che significavoglio il tuo bene. Senza invidia, senzagiudizio, senza egoismo. Ricordiamociche c’è sempre un domani e la vitadà sempre un’altra opportunità per farebene le cose, ma se si sbaglia e il presenteè tutto ciò che resta, sentirdire piacerebbe: Ti voglio bene!