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I giorni della merla


I giorni della Merla  Una leggenda spiega l’prigine della locuzione “giorni della Merla” come se si trattasse di una favola. I suoi personaggi sono una Merla completamente bianca e la personificazione di Gennaio, freddo e gelido.Gennaio era un mese dispettoso, che si divertiva a ricoprire il terreno di neve e gelo, non appena la Merla si decideva a mettere il becco fuori dalla tana per procacciarsi del cibo. Stufa dei suoi scherzi, un giorno la Merla decise di raccogliere molto cibo, in modo da resistere per un mese intero chiusa nella sua tana.Gennaio allora aveva solo 28* giorni e la Merla, pensando di aver ingannato il dispettoso Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo.Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e fece scendere sulla terra un grande freddo, accompagnato da neve e vento.Presa alla sprovvista, la Merla si trovò un rifugio di fortuna in un camino e, terminati i tre giorni, uscì tutta nera, col suo bel piumaggio annerito dal fumo. *Dietro alla leggenda c’è, comunque, un fondo di verità. Sin dai tempi di Numa Pompilio e della sua riforma del 713 a.C., nel calendario romano il mese di gennaio aveva realmente 28/29 giorni. Fu poi nel 46 a.C. che Gennaio prese in prestito i tre giorni a Febbraio, grazie all’introduzione del calendario giuliano che rendeva il computo dei giorni definitivamente solare.Ai giorni nostri “dare del merlo” a qualcuno ha il significato di ritenerlo uno sprovveduto, un sempliciotto, un ingenuo da cantare vittoria prima del tempo, per pagarne poi le conseguenze. I jurne d’a mèrle‘Na mèrle, ke nu sbènnete kannedechjumagge, dakkuà e dallà menate jéveda jennare ka se svagave a ndèrre jettàfriscke è kitre kuanne ghèsse d’ò niteascéve. N’anne addecedìje de fàpruìste pe tutte u mése è se nghjudìjend’u refugge suje. Jennare, tanne,sckitte vindòtte jurne tenéve è ‘a mèrle,penzanne d’u avè fatte fèsse, ascìjed’ò refugge è a kandà se mettìjep’u sveffjà. Kuillu marpjòne, appèrò,mbriste trè jurne addummannajea frebbare è se skatenaje ke furtunalede néve, vinde, kitre è akkue. ‘A mèrles’arrefuggiaje cittacitte nda nu fukaruleè allà arrumanìje ò repare pe trèjurne. Kuanne ascìje, éve tutta ndére, ma u chjumagge bèllassaje sujetutte nireve addevendate évep’u fume, è da tanne k’i chjume nèreve pessèmbe arrumanìje.I giorni della merlaUna merla, con uno splendido candidopiumaggio, veniva strapazzatada gennaio che si divertiva a gettare per terrafreddo e gelo quando lei dal nidousciva. Un anno decise di fareprovviste per l’intero mese e si rinchiusenella sua tana. Gennaio, allora,aveva solo 28 giorni e la merla,pensando di averlo ingannato, uscìdalla tana e si mise a cantareper sbeffaggiarlo. Quel furbacchione, però,chiese in prestito tre giornia febbraio e si scatenò con buferedi neve, vento, gelo e pioggia. La merlasi rifugiò alla chetichella in un caminoe lì rimase al riparo per tregiorni. Quando uscì, era salva,ma il suo bellissimo piumaggiosi era anneritoa causa del fumo, e da allora con le piumenere restò per sempre.