Passaggi di Penna

Post N° 11


"Pronto!? Pronto!! Alessandro?!.."L'accento francese di Claude si sentiva anche in quella semplice parola e nel pronunciare il suo nome. Ma Alessandro non poteva rispondere, appena lanciata la chiamata aveva fatto vagare lo sguardo intorno a lui e, nell'istante preciso in cui Claude rispose, si accorse che era proprio di fronte al semaforo sotto al quale aveva chiesto a Silvia di sposarlo. Le sue interiora sembrarono annodarsi l'una con l'altra e balzargli fuori dal ventre. Lasciò cadere la linea e, con passo incerto, si avvicinò al lato della strada dove si era fermato quando lei gli aveva chiesto di accostare. Questa volta non riuscì a resistere, lo stupido muro dell'orgoglio maschile si frantumò in mille pezzi e lacrime su lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, in un dignitoso pianto silenzioso, senza singhiozzi, senza nessuna smorfia o suono che provenisse dalla sua bocca, solo lo sguardo fisso nel vuoto e lacrime che scendevano incessantemente. Visto dagli occhi di un passante, sembrava una statua religiosa colta dal miracolo della lacrimazione. Eppure quelle lacrime erano l'unica manifestazione esterna del tumulto interno che viveva. Non riusciva a credere che si trovasse proprio lì, dove le due linee delle loro vite, che inzialmente sembravano parallelle, per qualche strano destino geometrico si erano incontrate e non si erano più lasciate.Che fare ora? Non era abituato a piangersi addosso e non avrebbe certo iniziato quel giorno, era sua abitudine cercare subito di risolvere i problemi, nel minor tempo possibile, nella maniera più indolore. Ma questa volta sarebbe stato certo più difficile.Si chiese se fosse il caso di lasciarla sola almeno per oggi...di non farsi sentire, se provare a parlarle sarebbe stato peggio...o forse no, magari farsi vivo e parlare le avrebbe fatto capire quanto anche lui stesse male, quanto tenesse a lei. In questo caso però doveva stare molto attento a quello che diceva e pesare ogni singolo articolo..."tutto ciò che dirai potrà essere usato contro di te"...adesso era di fronte alla corte di giustizia della "moglie infuriata" e nessun avvocato lo avrebbe salvato, poteva contare solo su se stesso...Si asciugò le lacrime, entrò nel bagno di un bar e si lavò la faccia, dopodichè si avviò verso casa, per cercare di far ragionare la donna che gli aveva, sotto tutti gli aspetti, cambiato la vita.