VIVERE

2° CAPITOLO


 PARTE II°Tutto quel gesticolare da parte di Fabio, mi insospettiva ma non abbastanza da diffidare.Come potevo? Era l'unica persona che si stava prendendo cura di me, che stava mettendo fine alla mia solitudine, che mi prometteva un domani diverso, che mi faceva sognare un amore mai conosciuto.Fu proprio in nome di quell'amore che sebbene a malincuore, rinunciai all'unica cosa per me di fondamentale importanza “LO STUDIO”, che fino al giorno prima era stato l'unico scopo della mia vita.Il mio anelito alla comprensione, il mio forte desiderio di dare un colore  alla mia vita, mi confondevano le idee, non ero per niente sintonizzata con me stessa, ma con mille radio che parlavano lingue diverse e indecifrabili.Ci sistemammo in quella casa alla meglio e in attesa che fossero pronti i documenti per poterci sposare, io dormivo con i miei cugini, Fabio in una poltrona letto del salone.Ogni mattina Fabio si recava, a suo dire, a Napoli, poiché aveva detto di lavorare alle Assicurazioni Generali, ma quando arrivammo alla vigilia della celebrazione del matrimonio accadde una cosa molto spiacevole.Erano le cinque del mattino,  mi ero da poco addormentata, avevo trascorso l’ennesima notte a pensare a mia sorella che, rimasta sola, mio fratello l’aveva portata con se a Torino, ed ero rattristata poiché il gesto di mio fratello non era stato quello di aiutarla bensì quello di procurare una cameriera a sua moglie costretta a letto per tutto il periodo della gestazione poiché non riusciva a portare a termine le gravidanze.Di tutto ciò mi sentivo responsabile! Povera sorellina mia, era passata come si suol dire , dalla padella alla brace!  Mi torturavo l’anima  e trascorrevo le mie notti crogiolandomi nel rimorso.Questo il motivo per cui mi ero appena addormentata,  ma quella mattina fui  svegliata bruscamente dal vocione di mio zio che litigava con mia madre.-Questo matrimonio non si può fare! Quel ragazzo ci ha preso per i fondelli! Mi sono informato e non lavora in nessun posto! Tua figlia che si da tante arie , è soltanto una stupida! Se crede che sia io a mantenerli, ha fatto male i suoi conti! Al massimo posso tenere lei! Lui però deve assolutamente lasciare questa casa.-Calmati Piero! Prima di condannare quel ragazzo, chiediamo spiegazioni, forse ti stai sbagliando!-Quella che si sta sbagliando sei tu! Che stupidamente ti fai fregare  ogni mattina dandogli puntualmente cinque mila lire per  le spese di viaggio!E per andare dove? Certamente non a lavorare! Lui si sta prendendo gioco di noi! E vorrei che lo capisse anche tua figlia!Alle loro voci si mescolò anche quella di Fabio che cercava disperatamente di dare una spiegazione, ma tergiversava troppo, era impacciato e alla fine non sapendo più cosa rispondere aggiunse:-Tanto domani io non mi posso sposare! Mia madre è in ospedale! Senza di lei non ci sarà matrimonio!A quel punto sentii il dolore della delusione ingigantirsi tanto fino a farmi scoppiare il cuore e lanciai un urlo disumano:-Smettetela! Non sono qui per farmi mantenere! E non ci sarei mai venuta se non avessi avuto bisogno della firma di mia madre per sposarmi!-In quanto a te Fabio, non ti preoccupare! Appena sposati ce ne andremo nel Nord Italia e lavoreremo insieme!Fabio aveva appena imboccato l’uscio di casa ed era scappato via, mentre mio zio gli urlava a tutto volume di non farsi più vedere e accusava sua mamma di essersi ricoverata al solo scopo di ostacolare il nostro matrimonio.Il mio cuore fu investito da una ondata violenta di rabbia, mi rifiutavo di credere a quella crudele verità tanto evidente  quanto dolorosa, si,  era evidente come il sole che Fabio mi aveva mentito e che sua mamma non avendo trovato riscontro alla sua richiesta di una sostanziosa dote, stava cercando in tutti i modi di ricattarci, ma nonostante ciò,  io ero come accecata, non volevo vedere, non volevo sentire, e anche se ero cosciente che il mio belcastello di  sabbia stava per crollare, mi intestardivo in quella folle corsa verso l’incertezza.Ero convinta che ormai la mia vita  non valesse più niente! Che non valesse la pena di essere vissuta! Per cui decisi di affidarmi al destino lasciandomi trascinare dagli eventi  allo stesso modo di una foglia secca che si lascia sbattere a destra e a manca dalla forza spietata del vento.Quel giorno rimasi per ore paralizzata sulla sedia, incapace persino di piangere, ma quando udii forte i singhiozzi di mia madre, per la prima volta il mio cuore dette un piccolo sussulto, mi dispiaceva vederla soffrire! Io la grande carnefice, mi stavo commuovendo! Mia madre stava vivendo il mio dolore!Dunque nel  suo cuore giaceva ancora una briciola d'amore per me?Questo pensiero mi causò un altro senso di colpa che andava ad aggiungersi a quello che provavo per mia sorella.Capii che a maggior ragione non potevo rimanere con lei, avrei alimentato la sua sofferenza, questa volta non me lo sarei più perdonata e oltretutto,  se devo essere proprio sincera, io, Fabio, nonostante tutto, lo volevo ancora sposare, lo vedevo vittima di sua madre e pensavo che se avessimo unito le nostre storie, saremmo diventati “una forza” che ci avrebbe permesso di combattere.Il dispiacere che provavo per la sofferenza di mia madre, mi turbò tanto da far  cadere improvvisamente  la mia falsa maschera da “DURI” rimettendo a nudo la persona che veramente ero, “dolce, fragile e tanto sensibile”, sentimenti che se fossero stati in giusta dose, avrei potuto vantarmi di possedere una formidabile ed invidiabile “DOTE” ma io portavo queste mie qualità interiori, sempre alla massima potenza, trasformandole così facendo in una chiara “DEBOLEZZA” e offrivo incautamente il fianco agli attacchi delle persone male intenzionate.Nella mia mente confusa  ormai non c'era più spazio, tutti i pensieri, sia negativi che positivi si ingigantirono e si mescolarono tra loro generando un enorme caos che frastornò la mia mente per tutta la notte. Solo al mattino mi ricordai che quel giorno era il giorno più bello della mia vita! O almeno avrebbe dovuto esserlo!Infatti era il giorno del mio matrimonio! Dovevo sposarmi!Don Antonio ci aspettava in chiesa alle ore otto di sera e Fabio non era con me, era scappato! Dovevo assolutamente trovare una soluzione! Non potevo aver archiviato tutto il mio passato per niente! Per cui senza riflettere più di tanto, mi precipitai da mia madre e con gli occhi velati di lacrime chiesi consiglio a lei.Era la prima volta che avvertivo forte il bisogno di mia madre, in me c’era quella emozione e quella innocenza tipica di una bambina che avendo appena ricevuto un torto si rifugia in lacrime tra le braccia sua mamma.Scoppiai in lacrime e con voce fioca dissi:                                                                            -Sono disperata! Non so cosa devo  fare?                                 -La cosa più giusta che ritieni sia per te, se proprio vuoi sposarlo, lo devi  raggiungere e parlargli! Nel caso contrario, puoi benissimo rimanere con noi.No! non volevo rimanere con loro! per cui mi precipitai fuori e raggiunsi la casa di Fabio con una velocità che neppure un fulmine  avrebbe avuto.Fabio non nascose il suo imbarazzo nel vedermi,  dai suoi occhi traspariva un sottile filo di gioia e avvicinatosi mi disse:-Stai tranquilla, vado subito in ospedale a prendere mia madre e questa sera alle ore  otto in punto, saremo in chiesa.-Quindi tua madre sta bene?-Aveva ragione mio zio?-Non farmi aggiungere altro, poi ti spiegherò, ora vai a casa e preparati, anzi prepara anche la valigia, domani partiamo. Questa novità accese  .in me un poco di allegria che si spense immediatamente quando tornando a casa pensai in che modo avrei dovuto prepararmi, visto che mi era stato negato perfino l'abito biancoNon lo meritavo! Questa era la legge di chi come me faceva la “fuitina” Ma io ero pura!E quell'abito l'avevo sognato tanto! Tanto al punto che  l'umiliazione di essermi sposata senza l’abito bianco,  scalfì nel mio cuore un segno profondo che ancora oggi mi porto dentro.La sera ci recammo in quella chiesa completamente vuota, spiccavano di un rosso porpora solo i due inginocchiatoi  dove ci saremmo dovuto accomodare io e Fabio, tutto il resto era grigio, come il volto di mia suocera che se ne stava dietro con il capo chino, nel volto di mia madre solcato dalle lacrime, traspariva il vero dolore di non vedermi in abito bianco, nel mio cuore c’era l’angoscia di chi sta partecipando ad un funerale, ma al di  sopra di tutto ciò che percepiva il mio cuore, finalmente mi sposavo!  Anche se non era così che avevo sognato il giorno del mio matrimonio!Dopo il fatidico “SI” tornammo a casa per brindare, nessuno dei suoi parenti ci aveva seguito per cui mia madre delusa si ritirò in camera sua.Rimanemmo io e Fabio da soli in cucina, in compagnia  dei dolci e i confetti   preparati con cura per l’occorrenza.Guardai Fabio e chiesi con un filo di voce come mai i suoi genitori erano scappati, ma per risposta mi arrivarono due sberle così violenti che non potetti  fare a meno di urlare.Il dolore che provai fisicamente non era niente al confronto di quello che provai dentro, sentii il mio cuore già lacerato, andare in frantumi, ma chi era quel ragazzo che avevo appena sposato? Schiaffeggiarmi la prima notte di nozze senza un valido motivo! Ma chi era veramente? E perché mi aveva sposato? Mi aveva addirittura rapita!Un pensiero illuminò improvvisamente  la mia mente buia “AVEVA ARCHITETTATO TUTTO QUESTO SOLO PER LANCIARE  UNA  SFIDA A MIO FRATELLO”! Il solo pensiero mi oscurava la mente e mi procurava angoscia,  perciò non volli più pensare, mi rifiutavo nel modo più assoluto ad ammetterlo, e poi avevo giurato a me stessa che non avrei più pensato, che mi sarei lasciata trascinare a dispetto della mia volontà, il mio cuore doveva tacere, mi ero sposata!Dovevo seguire mio marito nel bene e nel male, erano queste le parole che Don Antonio aveva pronunciato ed io dovevo rispettarle.Impacchettai tutti i miei pensieri, li deposi  nel fondo del mio cuore, consapevole che sarebbero scivolati nel grande lago della mia anima, e mi addormentai  sognando il viaggio che avrei affrontato il giorno dopo.