VIVERE
IL CORAGGIO DI VIVERE« 1°CAPITOLO | CAPITOLO 2° » |
PARTE QUARTA
A MIA SORELLA CHIARA
Una stella è caduta dal cielo,
si è posata sulla terra infangata,
è germogliata come un candido fiore
ma di tanta bellezza
nessuno si è mostrato all’altezza.
Solo io presunto e inesperto giardiniere,
ho voluto di te prendermi cura.
In un recinto ti ho chiuso,
affinché nessuno ti toccasse.
Per un tempo brevissimo
Con le mie lacrime ti ho irrorato
ma troppo presto mi sono stancato.
Oggi non ho più sole per scaldarti,
non ho più acqua per dissetarti,
non ho più amore da regalarti
Oh mio tenero fiore! Fragile e puro!
Ti vedo ogni giorno appassire e mi chiedo?
Se un giorno potrai mai perdonarmi
per averti trascinato con me
nel profondo baratro
dell’abbandono e della solitudine!
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Il secondo anno di accademia scalfì in modo indelebile la mia vita, infatti durante quell’anno troppi fattori contribuirono a modificare la mia struttura psicologica.
Un destino troppo avverso, continuava a illudermi mostrandomi strade sbagliate, strade che mi faceva percorrere con la speranza di trovare il sole al traguardo, ma ad aspettarmi c’era sempre e soltanto “BUIO”
Un buio tetro, angosciante, che mi impediva sempre di tornare indietro, o forse ero io che caparbiamente mi intestardivo a voler proseguire.
Quell’anno ho avuto diversi corteggiatori che dapprima respinsi con netta determinazione ma quando cominciai a mostrare interesse per qualcuno di essi, dovetti a malincuore rinunciarci.
Alle famiglie di detti corteggiatori non piaceva la mia situazione e senza mezzi termini mi facevano giungere cattivi messaggi di disapprovazione, come per esempio:
-Tale madre tale figlia!
-Con chi dobbiamo trattare visto che vive da sola!
-Se è stata abbandonata a se stessa chi le darà la dote!
Le persone, messaggeri di tali idiozie, nel riferirmi aggiungevano:
-Noi abbiamo risposto che a volte da una cattiva spina può nascere una bellissima rosa!
L’ ipocrisia che traspariva dai loro volti, mi offendeva, e allo stesso modo mi offendeva la richiesta che mi veniva poi fatta dai singoli corteggiatori:
-Frequentiamoci lo stesso, i miei genitori prima o poi si calmeranno!
-Scappiamo e mettiamoli di fronte al fatto compiuto!
Belle frasi! Belle parole, ma io avevo ormai interiorizzato norme molto rigorose, da non trasgredire assolutamente, per cui ero impossibilitata ad essere me stessa, agivo contro la volontà del mio cuore provocando sottili segni indelebili che mi segnavano l'anima e non mi abbandonavano mai.
Delusa e ferita nel mio orgoglio, cominciai ad accarezzare di nuovo l'idea di farmi suora tanto nessuno
mi avrebbe mai sposata con l'approvazione dei genitori, cosa per me di fondamentale importanza.
Il destino però continuava a giocare con me per cui a breve distanza avvenne un episodio che travolse radicalmente il mio piccolo mondo e con esso la mia stessa vita.
Perché? Sentirete!!
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