Se magari, andando in giro per boschi o spiagge, dovesse capitarvi di incontrare la strana cosa che vedete qui sopra nella foto, magari potreste porvi la stessa profonda domanda che mi sono fatta io la prima volta vedendolo e cioè: “e questo che cavolo è?” E poi da lì tutta una serie di ipotesi, da quelle più o meno sensate, come qualcosa di vegetale caduto da una pianta (ma quale pianta?), uno strano frutto semi-sbucciato e gettato lì (ormai nei mercati si trovano dei frutti provenienti dai posti più esotici e dalle forme più insolite), una palla da tennis fossilizzatasi sulla buccia di una patata (beh, non tutte le ipotesi erano proprio sensate, in effetti), un fungo cresciuto ed inglobato su qualche strana foglia, fino ad arrivare alle ipotesi più fantascientifiche, tipo il fiore di un bouquet alieno caduto dall'astronave di una giovane coppietta di E.T. in viaggio di nozze sul nostro pianeta e così via per almeno mezz'ora, rigirando di sopra e di sotto il povero oggetto malcapitato per tentare di capire di cosa si trattasse, sino a decidere poi alla fine dove lasciarlo, cercando di non fare qualche danno ecologico… sulla sabbia, sulla terra, su una roccia, su un tronco? Alla fine lo rimisi, con un lampo di genio, dove lo avevo trovato. Quella volta mi trovavo su un'isola e così, in attesa di rincasare, dovetti attendere un bel po' di giorni tenendomi la curiosità, anche perchè lo smartphone non voleva proprio saperne di dare segni di vita in quel posto. Non appena però ebbi di nuovo la connessione ed un legame con la civiltà, la prima cosa che feci fu proprio cercare di venire a capo del mio personale mistero... primo problema: da dove cominciare la ricerca? Su quale libro? Zoologia, botanica, geologia, fantascienza? Nuovamente venne in mio soccorso l'onnisciente o quasi Google, àncora di salvezza per ormai tanti dilemmi e, inserendo delle strampalate parole -ma neanche tanto poi, visto che comunque tra le varie ipotesi ce n'era una che mi convinceva di più- e facendo poi una ricerca per immagini…voilà, eccolo, era lui... sì, proprio lui e trovato quasi al primo colpo, il mio presentimento era giusto, che fortuna! Voi che dite, quale era la risposta giusta? Le soluzioni sul prossimo numero... Ma no, scherzo, volevo solo creare un po' di suspence... Ebbene, era proprio un bel fungone, solo che la parte inferiore a stella che a me aveva dato l'impressione di essere un qualcosa di inglobato dall’esterno, era in realtà parte integrante del fungo stesso... ma tu pensa che bello! Infine, affinando la ricerca, scoprii finalmente a quale specie apparteneva ed essendo in dubbio tra due specie simili, ricorsi all'aiuto di amici esperti e così l'identificazione fu completa: Myriostoma coliforme. Che nome difficile, direte, meglio decisamente “fungone a stella”, anche se, a dir la verità, nella sua famiglia ce ne sono un bel po' e tutti più o meno simili, quindi qualcosa di più preciso era necessario per distinguerlo dagli altri (che avesse ragione Linneo?) e dunque vada per Myriostoma coliforme. Ed ora veniamo alla necessaria nozionistica. Si tratta nientedimeno che di un fungo seminterrato globoso, con l'involucro bruno che poi si lacera andando a formare la stella attorno (chiamata esoperidio) con in genere 8 braccia dal cui centro spunta il sacco sporifero (chiamato endoperidio) più o meno a palla, sostenuto da pedicelli e perforato da una serie di forellini da cui il nome coliforme cioè a forma di colino. Cresce su terreni sabbiosi, al margine dei boschi in estate-autunno, ed infatti io l'ho trovato praticamente sulla sabbia, ma più vicino all'acqua che al bosco e questo devo dire che mi ha depistato verso forme di vita pelagiche. Non è commestibile ed in effetti, pur essendo molto simpatico, non è che avesse un aspetto molto appetitoso, a dire il vero. La cosa che un po' mi ha fatto rabbia è che, da quando sono nata, praticamente sono stata circondata da funghi, oltre che da animali, per una passione quasi insana anche grazie alla mia famiglia, e da sempre sfoglio libri di funghi e chissà quante volte mi è capitato di vedere magari anche questi esserti buffi a stella… e proprio quando me ne capita uno… se non ha la classica forma del mitico porcino non lo riconosco nemmeno! Vergogna e disonore della mia famiglia! |
Post n°14 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da bietta2008
Dopo quello che è accaduto alcuni giorni fa allo zoo di Copenaghen dove il piccolo di giraffa Marius è stato ucciso e smembrato davanti alle telecamere e al pubblico c’è il rischio di un bis in un altro zoo sempre in Danimarca, a Jyllands dove a rischiare è di nuovo una giraffa e ironia della sorte, sempre di nome Marius. A differenza del cucciolo dello zoo di Copenaghen questa volta Marius ha sette anni, ma molto simili appaiono comunque le motivazioni. Il piccolo Marius, l’altro giorno, è stato ucciso per problemi di consanguineità in quanto figlio di un accoppiamento tra parenti, quindi secondo la normativa non poteva riprodursi ed era ormai solo un peso per la struttura, il Marius che rischia ora, potrebbe divenire ugualmente di troppo perché lo zoo conta di acquistare una giraffa femmina, ed avendo già un maschio più giovane afferma di non poter avere due maschi ed una femmina perché si rischierebbero dei combattimenti. L’unica possibilità per questa nuova povera giraffa a rischio è quella di venir trasferita ad altro zoo, ma il precedente di appena due giorni fa quando più strutture si erano offerte di accogliere il piccolo Marius ma l’animale è stato ugualmente ucciso, ci suggerisce che ci sono poche possibilità di salvezza per la nuova povera giraffa a rischio se lo zoo riterrà più semplice e soprattutto più economico “eliminare” l’animale divenuto ormai solo un peso. Evito di dire apertamente ciò che sento dentro perché finirei col dire cose poco molto poco carine, un piccolo pensiero però mi passa per la testa, suppongo che questi siano gli stessi zoo che hanno guadagnato per anni con questi animali, o che chissà quando è nato il piccolo Marius hanno pubblicizzato l’evento e guadagnato ancor di più, magari festeggiando con una giornata speciale la nascita e riempiendo lo zoo di bambini, ed ora…hanno spremuto quanto più possibile e fino alla fine questo povero animale facendo uno spettacolo anche della sua morte…e chissà magari dopo la pubblicità ed il tanto parlare di questi giorni ci saranno ancor più persone che si recheranno in questo ormai tristemente famoso, ma comunque famoso purtroppo, zoo di Copenaghen ed ora anche di Jyllands…Se altro non possiamo fare evitiamo almeno di fare il loro gioco, non rechiamoci a visitare questi posti dove l’etica e l’amore sono lasciati fuori dei cancelli e tutto, anche la vita e perfino la morte, sono vergognosamente monetizzate. |
Post n°12 pubblicato il 12 Febbraio 2014 da bietta2008
|
Post n°11 pubblicato il 10 Marzo 2013 da bietta2008
So che la foto non è un capolavoro ma merita comunque due parole in ricordo di un bel momento. Un paio d'ore fa mentre ero con le calosce in acqua e sotto il diluvio universale arriva da lontano questo airone bianco, vola vola e si posa a 30 cm da me. Era veramente magnifico ed enorme credo di non averne mai visto uno così vicino, mi guarda fa un passo verso di me ed io mi immobilizzo (sempre sotto l'acqua) e rimaniamo così vicini per molto, almeno un quarto d'ora, poi lui ad un certo punto comincia a fare qualche passo verso destra e si infila in mezzo alle canne più alte, per poi tornare dopo qualche minuto, mi guarda, si ferma ancora un paio di minuti poi elegantemente vola via. Non ho tentato di fargli foto quando era così vicino per paura si spaventasse col bazooka (l'obiettivo 500 è praticamente un cannone), e così ne ho fatte solo un paio quando si è allontanato in mezzo alle canne, ma era buio ormai e questo è il meglio che sono riuscita a fare ma è stato veramente un momento particolare, averlo così vicino, in genere non fanno mai così...anzi fuggono al solo vedere qualcuno da lontano...secondo me gli facevo pena e avrà pensato ma che fa 'sta disperata conciata così in acqua e sotto il diluvio...mah...strani gli umani :-) Bellissimo, anche solo per questo valeva la pena prendere tutta quell'acqua. |
Post n°10 pubblicato il 02 Marzo 2013 da bietta2008
So che molti di voi lo conosceranno già visto che in questi giorni è forse la cosa che circola di più sul web dopo i risultati delle elezioni ma è comunque divertente e valeva la pena condividerlo. In realtà pensandoci bene ha molte similitudini anzi è quasi una metafora dei risultati elettorali. Provate ad immaginare… sostituite a vostro piacimento la testa di queste povere bestiole panciute con in volti, vecchi e nuovi, dei politici dei quali tanto si parla in questi giorni e beh…che dire? Se così il video fa già sorridere a me immaginare i protagonisti dopo la sostituzione fa veramente morire dal ridere… ok ok i riferimenti a fatti e persone sono puramente…voluti :-) |
Post n°6 pubblicato il 20 Febbraio 2013 da bietta2008
Tag: america, animali, animali velenosi, nuove specie, ricerca, scienza, scoperte, scorpioni, stati uniti E per la serie le sorprese non finiscono mai, è stato scoperto una nuova specie di scorpione… dove? Nel profondo della foresta amazzonica? Nel deserto del Sahara? In qualche remota isoletta dell’Indonesia? E invece no, troppo facile così!!!! Alle porte di una grande metropoli, Tucson, in Arizona, sulle montagne di Santa Catalina. Il nuovo scorpione è stato battezzato Vaejovis brysoni dal nome dello scopritore il dottor Rob Bryson Jr. che in realtà, come spesso accade, stava facendo delle ricerche su altri animali. La nuova specie è stata trovata nella fascia di transizione tra la zona desertica e le foreste di pino e quercia dove, cosa particolare, viveva già un altro scorpione dello stesso gruppo. A quanto pare e per fortuna c’è ancora tanto da scoprire ed esplorare e non solo in chissà quale sperduto e remoto angolo del pianeta ma anche appena fuori dalla porta delle nostre abitazioni… quindi domani per sicurezza darò un’occhiata nel giardino sotto casa…vedi mai :-) |
Post n°5 pubblicato il 18 Febbraio 2013 da bietta2008
Vado oggi un po’ fuori tema, visto che nella descrizione del blog si parla delle meraviglie del nostro pianeta, ma l’astronomia è una delle mie passioni e cos’altro più dei misteri sopra le nostre teste possono suscitare nel nostro animo maggior meraviglia e curiosità? Quindi mi concedo una breve trasferta (che temo per voi non sarà l'unica) oltre i confini del nostro bel pianeta per arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima... e stavolta è proprio vero. Ricorre infatti oggi l’anniversario della scoperta di Plutone, avvenuta il 18 febbraio 1930 da Clyde Tombaugh e inizialmente classificato come il nono pianeta del sistema solare. Da tempo si ipotizzava l’esistenza di un nono pianeta responsabile di alcune presunte perturbazioni dell’orbita di Urano e Nettuno ed il miliardario americano Lowell, appassionato di astronomia e noto per i suoi studi su Marte, dedicò alla ricerca di questo nono pianeta ben 14 anni di vita ma non riuscì ad individuarlo. Dopo di lui la ricerca proseguì e nel 1930 presso l’osservatorio di Flagstaff in Arizona, fondato dallo stesso Lowell, un giovane assistente Clyde William Toumbaugh confrontando delle lastre fotografiche impresse a distanza di pochi giorni potè finalmente dare al mondo la notizia della scoperta del mitico nono pianeta che fu chiamato Plutone, in onore del Dio degli inferi ma soprattutto per commemorare con le sue iniziali PL Percival Lowell. Tra l’altro il pianeta si trovava proprio a poca distanza di dove aveva ipotizzato Lowell e analizzando delle fotografie scattate anni prima si scoprì che Plutone era già stato fotografato altre due volte nello stesso osservatorio quando Lowell era ancora vivo.
Questa decisione fu causa di molto malcontento nel mondo tanto che nel 2009 una legge dello stato dell’Illinois, patria di Tambough lo scopritore del pianeta, ha riclassificato Plutone come pianeta…povero Plutone speriamo che lui continui per la sua strada incurante delle beghe che accadono sul nostro conflittuale pianeta dove riusciamo a litigare anche per la definizione di questioni che distano da noi più di 4200 milioni di km e magari il caro Plutone, nano o meno, si farà due risate da lassù tanto lui è quel che è a prescindere dalle nostre classificazioni e comunque può sempre riconsolarsi perchè, pensandoci, i nani sul nostro pianeta hanno sempre riscosso molto successo in ogni versione... |
Post n°4 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da bietta2008
Chi non conosce il famoso serpente corallo? Se non in diretta più o meno tutti lo abbiamo visto in film o documentari e con i suoi bei colori non passa certo inosservato. Magari però vi è capitato di vederne uno anche in qualche negozio di animali, o mostre di rettili o addirittura in casa di un amico. Beh in questo caso dubito si trattasse di un serpente corallo "originale".
|
Post n°3 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da bietta2008
Cominciano oggi i famosi giorni della merla, che la tradizione vuole siano gli ultimi 3 giorni di Gennaio, il 29, 30 e 31 considerati i giorni più freddi dell'inverno. Esistono varie versioni del perchè si chiamino così, la leggenda più nota è questa: una merla ed i suoi pulcini, in origine bianchi, per ripararsi dal freddo di questi giorni si rifugiarono al caldo di un comignolo e ne uscirono solo il 1 Febbraio quando il freddo era diminuito ma completamente neri per il fumo e così da allora i merli furono neri. C'è anche un'altra variante di questa leggenda un pò più fiabesca della precedente. Tanto tempo fa Gennaio aveva soltanto 28 giorni e si divertiva a strapazzare gli uccelli, in particolare ce l'aveva con una povera merla molto invidiata per il suo candido piumaggio, candido come la neve e così quando usciva dal nido per cercare cibo Gennaio si divertita a scatenare vento e neve per scompigliarla tutta. La merla infastidita un giorno chiese a Gennaio se poteva durare un pochino meno ma Gennaio piuttosto divertito rispose con sarcasmo che non poteva perchè il calendario diceva che doveva durare 28 giorni. La merla così infuriata l'anno successivo decise di giocare d'astuzia e fece una grande scorta di cibo che durò tutto il mese rimanendo così al caldo del suo nido. Quando uscì ,trascorsi i 28 giorni, si divertì a prendere in giro Gennaio e poi andò tutta gongolante a cercare del cibo. Gennaio però arrabbiato corse a chiedere in prestito a Febbraio, suo fratello, 3 giorni e scatenò vento, freddo ed una bufera di neve che durò per 3 giorni e la povera merla nel frattempo fu costretta a rifugiarsi in un comignolo per cercare un pò di tepore ma quando ne usci dopo 3 giorni era ormai completamente nera per la fuliggine e da allora i merli sono diventati tutti neri. Come in tutte le leggende e le tradizioni popolari c'è sempre un fondo di verità, infatti nel calendario romano gennaio aveva 29 giorni diventati poi col tempo 31. |
Post n°2 pubblicato il 25 Gennaio 2013 da bietta2008
E la storia si ripete... purtroppo. Incontrovertibili sembrano le foto scattate in questi ultimi ultimi giorni dai responsabili del WWF al confine tra Abruzzo e Molise che mostrano molti gabbiani sporchi di petrolio. La concentrazione maggiore è presente al confine tra Vasto e San Salvo dove molti individui sono ridotti poveretti in condizioni pietose come dimostrano le foto. I gabbiani sono stati osservati nei paraggi della piattaforma Rospo di Mare gestita da Edison che afferma che non c'è stato alcun sversamento di idrocarburi in mare ma non è certo normale vedere dei gabbiani con la pancia nera, anche se altri possono essere i colpevoli. Si aprono così di nuovo le polemiche su cosa stia davvero accadendo nella zona e chi siano i responsabili di questo ennesimo danno ancora da verificare nella sua vera entità visto che i gabbiani sono solo il sintomo più evidente di un problema che ha interessato tutto l'ambiente marino e costiero di questa area dove tra l'altro sono presenti anche delle specie rare come le berte maggiori che nidificano in primavera alle Tremiti e si alimentano in mare aperto. Ovviamente proseguiranno le verifiche e gli accertamenti da parte di tutti gli interessati e delle autorità per cercare di chiarire la situazione ma una cosa mi sembra ormai chiara da tempo... il prezzo di questo nostro stile di vita sta diventando davvero troppo alto ormai, quanti danni dovremmo ancora combinare e di quante prove avremmo ancora bisogno per cominciare tutti, ognuno nel proprio piccolo perchè no e fino ad arrivare al "grande" ad invertire la tendenza e renderci conto che non siamo i padroni del mondo e che continuando così tra un pò non ci sarà neanche più un mondo del quale varrà la pena essere "i padroni"....fine della predica tranquilli ma spero non della meditazione :-) |
Post n°1 pubblicato il 23 Gennaio 2013 da bietta2008
Forse vi sarà capitato in questi ultimi anni di vedere appeso a qualche albero un curioso secchio arancione, non è il nido di qualche strano uccello esotico ne un cesto per fare canestro con le vostre cartacce mentre passeggiate magari in città o in qualche parco. E' semplicemente una trappola per catturare l'ormai famigerato Rhynchophorus ferrugineus per gli amici punteruolo rosso delle palme, l'Attila di queste piante ormai in buona parte dell'italia. E' un bell'insettone della famiglia dei curculionidi la cui caratteristica principale è quella di avere la testa allungata a forma di proboscide chiamata rostro alla cui estremità si trova la bocca. Il nostro caro amico è originario dell'Indocina ma a causa dell'importazione di piante infette si è diffuso dagli anni 80 prima in medio oriente, poi in Egitto e nei paesi del bacino del Mediterraneo arrivando da qualche anno anche in Italia. Le femmine depongono fino a 200 uova nelle zone più tenere della pianta o in fratture del tronco e da queste dopo appena qualche giorno sbuca fuori un bel vermone, una larva bianca con la testa marrone che può arrivare fino a 5 cm con un apparato masticatorio di tutto rispetto ed è con questo che le larvone penetrano nel tronco della pianta scavando delle lunghe gallerie. Questo stadio dura sui 55 giorni poi la larva si impupa all'interno di bozzoli formati con fibre della palma stessa alla base della pianta e lì compie la metamorfosi che la farà trasformare in questo bel coleottero arancione con delle macchie brune che rimarrà ancora qualche giorno nel bozzolo fino alla maturità sessuale per poi uscire fuori e vivere circa 2-3 mesi. L'adulto misura fino a 4 cm circa ed è possibile distinguere il maschio dalla femmina osservando il rostro perchè quello del maschio è ricoperto di peletti bruni...insomma ha la barba come i maschietti della nostra specie :-)
|
Inviato da: Ar0maNer0
il 14/02/2014 alle 20:38
Inviato da: vip.vinci
il 04/04/2013 alle 00:43
Inviato da: dyno1966
il 11/03/2013 alle 01:00
Inviato da: dyno1966
il 11/03/2013 alle 00:56
Inviato da: dyno1966
il 23/02/2013 alle 21:27