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Inurrategi: i volti dell'alpinismo


 Alpinismo non è solo grandi montagne, sfide estreme e sogni che si realizzano. Esistono anche altri aspetti che fanno di questi viaggi delle grandi avventure, come l'incontro tutto umano tra gli alpinisti e gli abitanti del luogo, spesso popolazioni povere e dimenticate, che vivono in un terre lontane e ancestrali. Questo é "Begiz Begi", una panoramica dell'alpinismo raccontato dalla voce di uno dei protagonisti di questo mondo: Alberto Inurrategi.Se dico alpinismo a cosa pensi? Sport, avventura, poesia, la sfida dell'uomo con la natura. Per Alberto Inurrategi, alpinista professionista che vanta nel suo curriculum straordinarie imprese, la montagna è tutto questo e molto di più.Nelle sue numerose spedizioni nelle terre che ospitano le cime più alte del pianeta è approdato in mondi lontani, abitati da popolazioni povere e antiche. Con queste persone è entrato in contatto e ha scoperto il valore della solidarietà e della conoscenza di un'umanità che troppo spesso rimane senza voce.La montagna diventa allora palestra di vita, "scuola virtuale", dove l’uomo che arrampica impara a fare i conti con il territorio e l'ospite che lo accoglie. Dietro ogni successo e ogni vetta raggiunta, c’è infatti un esercito di persone che spesso offrono aiuto in cambio di molto poco o addirittura per sola generosità. Non solo i portatori e le guide ma intere comunità che sono parte di quei luoghi, di cui non si parla e che tuttavia sono lo specchio, il lato oscuro e il prodotto della nostra civiltà.In "Begiz Begi" però, Inurrategi non vuole solo denunciuare una realtà. Ragala allo spettatore anche immagini di eccezionale bellezza: lo si vede arrampicare su rocce sospese nel vuoto, si scoprono attraverso i suoi occhi immense distese di cime che si confondono con il cielo.Il film, presentato al Trento Filmfestival di quest'anno, è l'ultima fatica dell'alpinista e regista, autore di film pluripremiati come "Annapurna, sueno y vacio", "Gure Himalaya" e "Hire Himalaya".da montagna.org