TIVOLI PEAK

Post n°12 pubblicato il 15 Settembre 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

FACENDO ANCORA UNA VOLTA I COMPLIMENTI A CESARE ED AI SUOI COMPAGNI DI VIAGGIO ALLEGO UNA FOTO DEL TIVOLI PEAK QUI IN ALTO A SINISTRA. PER VEDERLA INGRANDITA E' SUFFICENTE CLICCARCI SOPRA.

UN SALUTO A TUTTI!

 
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GRANDE CESARE!!!!!

Post n°11 pubblicato il 12 Settembre 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

Oggi l’alpinista tiburtino Cesare Giuliani ha raggiunto una vetta mai esplorata dell’Himalaya,
che si chiamerà Tivoli Peak

Da questa mattina c’è una montagna, nella catena dell’Himalaya, che porta il nome della città di Tivoli. A fissare la bandiera con i colori amarantoblu e con la scritta “Tivoli Peak” (Picco Tivoli) su una vetta del “tetto del mondo” mai esplorata finora, intorno alle 12:30 di oggi, è stato Cesare Giuliani, che con un team tutto italiano, che poco fa con un telefono satellitare, a circa 6mila metri di altitudine, ha contattato gli assessori Antonio Picarazzi e Antonio Pizzolorusso, per informarli sull’esito positivo della missione. Come primi salitori della montagna, infatti, Giuliani e i suoi compagni hanno avuto il diritto di battezzarla.

“Esprimo le più vive congratulazioni – ha commentato il sindaco Baisi - al nostro concittadino che insieme ai suoi compagni di cordata ha portato davvero in alto, nel senso pieno della frase, il nome della nostra città. Vista l’impresa sportiva, l’amministrazione comunale ha aiutato il team di Giuliani a trovare i contributi per organizzare la missione. Ora aspettiamo il suo ritorno a Tivoli, per riceverlo in municipio e per vedere dalle foto e dalle immagini la montagna che porta in cima la nostra bandiera”.

Con le immagini della missione, tra l’altro, sarà realizzato anche un dvd, che porterà anche un ritorno di immagine alla città oltre al fatto che sugli atlanti, sulle carte e sulle mappe geografiche internazionali sarà riportato il Picco Tivoli.

Quella che oggi è stata battezzata Tivoli Peak è una cima che non era mai stata raggiunta da un essere umano. I quattro, per arrivare in vetta, hanno scalato una parete rocciosa di circa 1700 metri dormendo e vivendo tra le asperità, cercando e aprendo un itinerario che potrà essere utilizzato anche in futuro da altri alpinisti.


Cesare Giuliani è nato e vive a Tivoli e lavora alle dipendenze del Fai a Villa Gregoriana. E’ istruttore nazionale di alpinismo del Club Alpino Italiano, istruttore nazionale di arrampicata sportiva Uisp e insegna presso la scuola di alpinismo “Paolo Consiglio” del Cai di Roma.

Pratica l’alpinismo da 35 anni ed è un figlio d’arte. Ha imparato dal papà ex tenente degli alpini, a 15 anni è stato protagonista di una straordinaria impresa sportiva per un adolescente: in soli quindici giorni ha scalato le tre vette più alte d’Italia: Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa

Onore ad un tiburtino che porta in alto anzi altissimo i colori della nostra città

 
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PROGETTARE LE ESCURZIONI

Post n°10 pubblicato il 19 Giugno 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

Chi vuole cimentarsi in escursioni in alta montagna deve prima di tutto dotarsi di una buona guida che illustri i percorsi più comuni della propria regione. Ne esistono molte in commercio e tutte molto ben dettagliate.
E' bene cominciare dai percorsi più semplici in modo da poter misurare e valutare la propria capacità di risposta fisica, poter sviluppare il proprio orientamento e imparare a conoscere la natura nel suo aspetto selvaggio.
Per il turista della domenica l'idea di "progettare un'escursione" potrebbe sembrare una vera e propria esagerazione. Tuttavia viviamo gran parte del nostro tempo in ambienti artificiali e privi di pericoli, mentre in natura anche solo un sasso di piccole dimensioni può diventare causa di brutte cadute e distorsioni. Per questo vogliamo dire a tutti i neofiti che progettare una scalata è, invece, un gesto di prudenza che non toglie nulla all'emozione e al senso dell'avventura sia nel caso di escursioni più semplici che di scalate più complesse.
La prima cosa da fare è la pianificazione del percorso.
Con cartina alla mano sarà necessario stabilire la meta ed il tragitto che si intende seguire.
E' necessario conoscere le proprie capacità e le proprie forze fisiche senza mai sopravvalutare le distanze. L'interpretazione delle cartine geografiche può essere illusoria e le distanze risultano completamente falsate.
A questo proposito si faccia riferimento alle nozioni di orientamento ed uso di carta geografica e bussola.
In secondo luogo è necessario preparare l'elenco delle cose da portare.
Troverete utili suggerimenti nei capitoli dedicati alla preparazione dello zaino, ma un consiglio sempre valido è quello di non portare mai zaini immensi pieni di cose inutili, quindi cercate di ridurre al minimo possibile il peso eliminando scatole ed involucri pesanti e pensate prima di tutto all'idratazione ovvero ai liquidi ed agli alimenti, tutto il resto è di secondaria importanza.
In fine a ridosso dei giorni che precedono l'escursione andrà fatta la valutazione delle condizioni climatiche. Premesso che le condizioni climatiche sono l'elemento più imponderabile di tutti e che per giunta condizionano maggiormente la buona riuscita di un'escursione sarà per questo di grande utilità informarsi sulle condizioni meteo della regione che si intende esplorare.
Prima di partire è bene informare parenti o amici del percorso che si intende seguire in modo tale che in caso di pericolo siano facilitate le operazioni di soccorso. In virtù di questo si suggerisce di non cambiare mai percorso all'ultimo momento.
Per quanto riguarda le proprie capacità fisiche é bene sapere che nei giorni precedenti una salita è inutile sottoporsi a un estenuante allenamento fisico. Quello che non si è guadagnato con un allenamento costante non si recupererà in pochi giorni. E' meglio in tal caso affrontare le escursioni con un fisico riposato, la mente serena e libera da preoccupazioni.
In ultimo una piccola strategia: è ottima prassi raggiungere il luogo della scalata molto presto la mattina, anche nelle ore più buie. Questa scelta non è dovuta ad un atteggiamento maniacale e masochistico. Partire presto significa avere l'intera giornata di luce a disposizione, ed inoltre sapere che l'escursione comincia con il buio ma certamente si concluderà con la luce non può che essere rassicurante.

Ricapitoliamo, infine, i punti più importanti:

·                                 Decidere il luogo dell'escursione

·                                 Informarsi con guide, carte geografiche ed atlanti stradali

·                                 Stabilire la durata in base alle proprie capacità, le forze, il proprio stato fisico

·                                 Preparare lo zaino controllando punto per punto la propria check-list

·                                 Valutare le condizioni climatiche

·                                 Riposarsi nei due o tre giorni precedenti l'escursione

·                                 Informare amici e parenti del luogo dove si intende andare

·                                 Raggiungere il luogo molto presto la mattina

 
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Moto Alpinismo Destruction Show

Post n°9 pubblicato il 18 Giugno 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

La devastazione avanza mascherata di buone intenzioni. Si certo, perché anche i Moto-Alpinisti sostengono di amare la montagna e la natura. No, non disdegnano l’aria aperta si professano dei veri appassionati. Il fondamento morale di tale sport è vago e quanto mai fuori tempo.
Se da un lato l’informazione dei grandi mass media  vuole sensibilizzarci al rispetto dell’ambiente, al rispetto dei delicati equilibri della natura dall’altro ci sono ancora molti che questa sensibilità non l’anno ancora sviluppata.
Anche noi abbiamo raccolto le cartacce sulle montagne credendo di fare qualcosa di buono fra le montagne. La verità è ben altra e risiede nel fondamento morale dell’uomo.

Se pensavamo di aver fatto un grande passo nella conoscenza con la "riabilitazione" di Galileo Galilei (Ottobre 1992 Udienza alla Pontificia Accademia delle Scienze), in verità ci sbagliavamo.
Rimettere il sole nella sua giusta posizione, al centro del sistema solare non ha ridotto l’egocentrismo dell’uomo che per l’appunto è rimasto del tutto invariato. L’essere umano continua imperterrito a considerare se stesso al centro della natura, del mondo e dell’universo. Si pone senza umiltà, senza interrogativi, verso l’ambiente che lo circonda e ne devasta le fattezze per adattarlo alle proprie esigenze estetiche e di utilità, per celebrare la propria brama di gloria, per soddisfare la propria sete di edonismo.

Qualcuno fra noi si è chiesto se fosse “sostenibile” la pratica del moto-alpinismo.
E se per sostenibile significa lasciare ai nostri figli la l’ambiente e la Terra così come l’abbiamo trovata noi allora non possiamo considerare il moto-alpinismo una pratica sportiva sostenibile.

Basta immaginare le ruote dentate di una moto trial. Basta immaginare la violenza con il quale tali veicoli feriscono la montagna e il fragile equilibrio dei sentieri. Tutto questo significa ancora una volta creare delle profonde ferite nella montagna, aggiungendo erosione ad erosione la dove, ad esser franchi,  già i sentieri sono già un segno fin troppo presente.
Ma ancora… percorrere le montagne con le moto trial significa distruggere pace, silenzio ed aria pulita la dove la fauna (così tristemente braccata) non potrà far altro che fuggire, fuggire verso l’inesorabile meta dell’estinzione.

Se nella pratica dell’alpinismo una vetta è frutto di sudore, fatica e sacrificio, “moto” non può essere allo stesso tempo “alpinismo”. Se alpinismo è anche riflessione e meditazione allora “moto” non può essere allo stesso tempo “alpinismo”.
Se il fondamento morale dell’andare in montagna è quello di capire qualcosa in più sull’esistenza umana, sulla piccolezza dell’uomo, sull’umiltà che ciascuno di noi dovrebbe avere, non vedo fondamento morale nel desiderio di realizzare performance tecniche e d’equilibrio e potenza motociclistica che devastino un ambiente già così fragile come nel caso dei pendii montani.

Anche lo staff di www.stilealpino.com prende posizione contro questa barbara pratica sedicente sportiva che solo ha il fine di mettere al centro della conoscenza l’uomo e tutte le sue vane glorie riducendo a puro strumento la grandezza e la bellezza della natura.

Riportiamo un estratto dalla News Letter n° 45 del 17 luglio 2006 del Club Alpino Italiano ai Soci che ci piace condividere per la sua chiarezza e bellezza:

[…]
Questo avviene quando si trasforma la montagna in parco dei divertimenti od in pista, facendo prevalere il mezzo meccanico ed il suo uso, sul fine della conoscenza e del rispetto per l’ambiente. La montagna va vissuta in maniera diretta, va percorsa a piedi, per godere appieno di tutto il benessere fisico e spirituale che ci trasmette. Può essere accettato che i rumori della natura siano accompagnati da quelli del lavoro, il trattore che sale all’alpeggio, la falciatrice o la motosega; anzi, questi rumori possono addirittura essere un segno positivo, ma non è tollerabile che si rivendichi il diritto di occupare questi spazi con mezzi potenti con il solo fine del divertimento. L’approccio di alpinisti ed escursionisti è, normalmente, basato su una cultura del rispetto e della contemplazione, sia pure accompagnata da un po’ di sana competizione e di spirito di conquista che appartengono alla natura umana. L’avventurarsi in montagna è, da sempre, legato all’uso delle sole proprie forze, come regola per dare valore e completezza all’esperienza. […]

Per questa chiarezza, per questa autorevole presa di posizione vogliamo ringraziare il comitato centrale del C.A.I. che da sempre è impegnato nella tutela del paesaggio montano.

 
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ecco i video girati nell'escurzione di domenica nel parco regionale dei monti simbruini in provincia di rm.

Post n°8 pubblicato il 17 Giugno 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

siamo saliti sul monte autore a quota 1855 m slm partendo dalla localita' di monte livata a 1400 m slm circa. escurzione non eccessivamente difficile (EE) ma dai panorami fantastici....

http://it.youtube.com/watch?v=CYmR0jdaJko

http://it.youtube.com/watch?v=KPmCYDr9UV0

http://it.youtube.com/watch?v=Y3WqNYagwrk

http://it.youtube.com/watch?v=_lrqOJZTB80

 
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Al via la Granfondo Marco Pantani

Post n°7 pubblicato il 14 Giugno 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

APRICA, Sondrio -- C'è grande attesa ad Aprica per la quarta edizione della Granfondo Marco Pantani. La gara che ricorda le gesta del "pirata nazionale" si svolgerà domenica 22 giugno. Al via ci saranno più di 3000 iscritti: quest'anno tutti rigorosamente in maglia verde.


E' arrivata alla sua quarta edizione Granfondo Internazionale Marco Pantani ad Aprica, e anche per quest'anno si attende un pienone di pubblico e ciclisti. Sono infatti più di 3000 gli iscritti alla gara che attraverserà i passi alpini lombardi del Gavia, del Mortirolo, di Santa Cristina e dell’Aprica, il prossimo 22 giugno.
 
Come nelle edizioni precedenti, i corridori potranno scegliere tra tre percorsi di diversa lunghezza, tutti con partenza e arrivo ad Aprica: uno breve, uno medio e uno lungo. Il più corto quest'anno torna ai 65 chilometri eliminando l'andata e ritorno a Pontedilegno, e tenendo solo la salita diretta a Monno e al Mortirolo "facile".
 
Il medio e il lungo percorso invece, che si differenziano solo per il valico di Santa Cristina, affrontano anche le dure slaite del Gavia e del Mortirolo.
 
La quarta edizione della Gran Fondo Internazionale Marco Pantani è aperta a tutti gli amanti delle due ruote di età compresa tra 18 e 70 anni, tesserati e non, purchè in possesso di certificato medico di buona salute.
 
Cifra caratteristica della gara è sicuramente il "tocco di colore dei concorrenti": ogni anno infatti tutti i partecipanti indossano la stessa maglia, una che abbia avuto un significato particolare nella storia sportiva del Pirata.
 
Nell'edizione 2005 i ciclisti avevano corso in maglia gialla, nel 2006 in maglia rosa, mentre l'anno scorso 2007 con una maglia a pois rossi. Quest'anno invece vestiranno la divisa verde, quella da campione della montagna.

 
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Inurrategi: i volti dell'alpinismo

Post n°6 pubblicato il 14 Giugno 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

 

Alpinismo non è solo grandi montagne, sfide estreme e sogni che si realizzano. Esistono anche altri aspetti che fanno di questi viaggi delle grandi avventure, come l'incontro tutto umano tra gli alpinisti e gli abitanti del luogo, spesso popolazioni povere e dimenticate, che vivono in un terre lontane e ancestrali. Questo é "Begiz Begi", una panoramica dell'alpinismo raccontato dalla voce di uno dei protagonisti di questo mondo: Alberto Inurrategi.

Se dico alpinismo a cosa pensi? Sport, avventura, poesia, la sfida dell'uomo con la natura. Per Alberto Inurrategi, alpinista professionista che vanta nel suo curriculum straordinarie imprese, la montagna è tutto questo e molto di più.

Nelle sue numerose spedizioni nelle terre che ospitano le cime più alte del pianeta è approdato in mondi lontani, abitati da popolazioni povere e antiche. Con queste persone è entrato in contatto e ha scoperto il valore della solidarietà e della conoscenza di un'umanità che troppo spesso rimane senza voce.

La montagna diventa allora palestra di vita, "scuola virtuale", dove l’uomo che arrampica impara a fare i conti con il territorio e l'ospite che lo accoglie. Dietro ogni successo e ogni vetta raggiunta, c’è infatti un esercito di persone che spesso offrono aiuto in cambio di molto poco o addirittura per sola generosità. Non solo i portatori e le guide ma intere comunità che sono parte di quei luoghi, di cui non si parla e che tuttavia sono lo specchio, il lato oscuro e il prodotto della nostra civiltà.

In "Begiz Begi" però, Inurrategi non vuole solo denunciuare una realtà. Ragala allo spettatore anche immagini di eccezionale bellezza: lo si vede arrampicare su rocce sospese nel vuoto, si scoprono attraverso i suoi occhi immense distese di cime che si confondono con il cielo.

Il film, presentato al Trento Filmfestival di quest'anno, è l'ultima fatica dell'alpinista e regista, autore di film pluripremiati come "Annapurna, sueno y vacio", "Gure Himalaya" e "Hire Himalaya".

da montagna.org

 
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Il Senso della Vita

Post n°5 pubblicato il 14 Aprile 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

Ho imparato... che nessuno è perfetto...
Finché non ti innamori.

Ho imparato... che la vita è dura...
Ma io di più!!!

Ho imparato...
che le opportunità non vanno mai perse.
Quelle che lasci andare tu...
le prende qualcun altro.

Ho imparato... che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da
un'altra parte.

Ho imparato...
Che bisognerebbe sempre usare parole
buone...Perchè
domani forse si dovranno rimangiare.

Ho imparato... che un sorriso
è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.

Ho imparato...
che non posso scegliere come mi sento...
Ma posso sempre farci qualcosa.

Ho imparato... che
quando tuo figlio
appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno... ti ha agganciato per
la vita.

Ho imparato... che tutti
vogliono vivere
in cima
alla montagna....Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la
scali.

Ho imparato... che bisogna godersi
il viaggio e non pensare solo alla meta.

Ho imparato...
che è meglio dare consigli solo in due
circostanze...
Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.


Ho imparato...

che meno tempo spreco...
piu' cose faccio.

 
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07-04-2008 ESCURSIONE NELLA RISERVA NATURALE DI MONTE CATILLO - TIVOLI (RM)

Post n°4 pubblicato il 12 Aprile 2008 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

IL CLIMA E' BUONO, LO ZAINO E' PRONTO E LA VOGLIA NON MANCA...CI SONO GLI INGREDIENTI PER PASSARE UNA MATTINATA TRA BOSCHI E SENTIERI PER ARRIVARE IN VETTA....

CERTO L'ESCURSIONE NON E' DIFFICILE, MA PER RIPRENDERE L'ALLENAMENTO IN VISTA DELLA STAGIONE ESTIVA CHE E' ALLE PORTE NON C'E' NULLA DI MEGLIO!

IL SENTIERO, DENOMINATO "SENTIERO COLEMAN" INIZIA CON UNA CARRARECCIA IN SALITA PER CIRCA 2 KM E MENTRE SALGO NOTO CHE SI COMINCIANO A VEDERE LE PRIME FIORITURE PRIMAVERILI! DOPO CIRCA 35 MINUTI SUPERO IL FONTANILE IN ZONA "FONTANA VECCHIA" E SALENDO ANCORA UN PO SULLA MIA SINISTRA VEDO UNA GROTTA CARSICA UTILIZZATA DAL BESTIAME COME RICOVERO. DOPO CIRCA 45 MINUTI DALLA PARTENZA ARRIVO AL BIVIO CHE MI PORTERA' A MONTE STERPARO (595 MT. SLM), CAMMINANDO ANCORA PER CIRCA 30 MINUTI. LA MULATTIERA ATTRAVERSA A TRATTI IL BOSCO DI QUERCE DANDO SPAZIO A AMPI TRATTI APERTI.
ARRIVATO SULLA VETTA VEDO CHE E' STATA MESSA UNA CROCE E IL PANORAMA SI APRE VERSO LA CITTADINA DI TIVOLI E VERSO ROMA...VERAMENTE UNA BELLA VISTA!
DOPO CIRCA 20 MINUTI DI SOSTA RIPARTO MA INVECE DI FARE IL PERCORSO FATTO ALL'ANDATA ALLUNGO LA CAMMINATA DI CIRCA UN ORA E MEZZA PASSANDO PER COLLE PIANO, LA SUGHERETA E IN FINE IL MONTE CATILLO, PER POI RISCENDERE A TIVOLI.

A TUTTI GLI AMANTI DELLE PASSEGGIATE CHE SI TROVERANNO A PASSARE PER TIVOLI DICO DI PORTARSI GLI SCARPONCINI E DI APPROFITTARE NEL FARE UNA BREVE ESCURSIONE NELLA RISERVA. LE ESCURSIONI SONO SEMPLICI E CON DIFFICOLTA' MINIME..

UN SALUTO A TUTTI GLI AMANTI DELLA MONTAGNA...


 
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PARLAIMO DI ESCURSIONISMO

Post n°3 pubblicato il 25 Dicembre 2007 da claudiuccio82
Foto di claudiuccio82

La pratica dell'escursionismo può essere considerata come l'espressione più completa ed autentica dell'andar per monti.
Non occorre nulla di particolare per dedicarsi a questa attività. Si possono percorrere semplicemente dei sentieri nei boschi, le creste delle colline oppure, gli antichi sentieri che mettevano in comunicazione i vari paesi.

L'esursionismo, se non correttamente praticato, può esercitare un azione negativa sull'ambiente montano. Si tratta quindi di educare e senzibilizzare tutti gli escursionisti: FA PIU' DANNI UN ESCURSIONISTA MALEDUCATO CHE 1000 ESCURSIONISTI BEN EDUCATI!La filosofia è semplice e gratificante: CAMMINARE PER CONOSCERE, CONOSCERE PER APPREZZARE, APPREZZARE PER TUTELARE. Quindi l'escursionismo che io propongo deve essere attento ai valori dell'uomo nel rispetto di tradizione e ambiente.
Il mio invito è quello di percorrere i sentieri montani sentendosi in armonia con i luoghi attraversati e soprattutto senza lasciare traccia del proprio passaggio.

Voglio chiudere con una citazione di San Bernardino da Chieravalle che dice: "...troverai più nei boschi che nei libri, gli alberi e le roccie t'insegneranno cose che nessun maestro ti darà..."

 
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