Ignota a me stessa

Accarezzami, amore


Accarezzami, amore, ma come il sole che tocca la dolce fronte della luna. Non venirmi a molestare anche tu con quelle sciocche ricerche sulle tracce del divino. Dio arriverà all'alba se io sarò tra le tue braccia. Alda Merini – Alla tua salute amore mio Acquaviva Editore La sua poetica, fatta di ardente visionarietà e profonda, ma al tempo stesso sommessa, inquietudine, la colloca tra le maggiori autrici del Novecento e dei primi anni 2000. Nata in una famiglia di condizioni modeste (padre dipendente di una compagnia assicurativa e madre casalinga, minore di tre fratelli, una sorella e un fratello, che la scrittrice fa comparire, sia pure con un certo distacco, nella sua poesia), Merini frequenta da ragazza le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera Mantegazza" e cerca, senza riuscirci (per non aver superato la prova di italiano), di essere ammessa al Liceo Manzoni. Nello stesso periodo, si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato. Esordisce come autrice giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che fu lo scopritore del suo talento artistico. Nel 1947, Merini incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese a Villa Turro. Quando ne esce, alcuni amici le sono vicino e Giorgio Manganelli la indirizza in esame presso gli specialisti Fornari e Musatti. Giacinto Spagnoletti sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell'Antologia della poesia italiana 1909-1949, con le poesie Il gobbo e Luce. Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale e della Spaziani, l'editore Scheiwiller stampa due poesie inedite dell'autrice in "Poetesse del Novecento". Nel periodo che va dal 1950 al 1953 la Merini frequenta per lavoro e per amicizia Salvatore Quasimodo. Nel 1953 sposa Ettore Carniti proprietario di alcune panetterie di Milano. Nello stesso anno esce il primo volume di versi intitolato "La presenza di Orfeo" e nel 1955 "Nozze Romane" e "Paura di Dio". Nello stesso anno nasce la prima figlia, Emanuela, e al medico curante della bambina la Merini dedica la raccolta di versi "Tu sei Pietro" che viene pubblicata nel 1961. Dopo "Tu sei Pietro" inizia un triste periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all'internamento al "Paolo Pini", che dura fino al 1972 (anche se intervallato da alcuni ritorni in famiglia, durante i quali nascono altri tre figli).