Ignota a me stessa

La camera chiara


La Foto-ritratto è un campo chiuso di forze. Quattro immagini vi si icontrano, vi si affrontano, vi si deformano. Davanti all’obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. (…) Immaginariamente, la Fotografia rappresenta quel particolarissimo momento in cui, a dire il vero, non sono ne un oggetto ne un soggetto, ma piuttosto un soggetto che si sente diventare oggetto: in quel momento io vivo una micro-esperienza della morte: io divento veramente spettro. (…) Come Spectator , io mi interessavo della fotografia solo per “sentimento”; volevo approfondirla non già come un problema (un tema), ma come una ferita: io vedo, sento, dunque noto, guardo e penso. Roland Barthes La camera chiara di Roland Barthes. Un viaggio nella luce impressa! La fotografia come mezzo d’espressione artistica e come documento storico. L’occhio acuto di un grande semiologo moderno Roland Barthes, scrive questo saggio pochi mesi prima di morire. La camera chiara possiede la forma del saggio, ma con tutta la forza e l’intensità del romanzo. Barthes infatti si immerge in riflessioni, digressioni, note e impressioni sul mezzo fotografico dalle origini all’era moderna, con l’occhio curioso e penetrante dell’uomo e del semiologo. 120 pagine accompagnate da splendide immagini in bianco e nero, per sviluppare insieme all’autore uno sguardo “altro” nei confronti di quello che abbiamo di fronte. Una visione più lucida, trasversale, obliqua, oserei dire conoscitiva. Per chi ama approfondire uno degli strumenti di comunicazione più potenti del secolo scorso e di quello attuale una lettura quasi obbligata, non legata alla fredda teoria, ma alla passione di un critico illuminato e illuminante. Roland Barthes La camera chiara. Nota sulla fotografia, Einaudi (collana Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie)