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CAPITOLO SESTO


"Nooooooooo!" Carla scattò come una molla dalla poltrona del proprio salotto dove si era appisolata guardando il cd inserito nella tv.Sudata e ansante si alzò per andare a prendere in cucina un bicchiere d'acqua.La trama strana del film << si chiamava Galassica, Galactica una cosa così>>, l'aveva, evidentemente, colpita ed aveva aperto le porte del suo subinconscio mettendo insieme e confondendoli ben bene tutti i personaggi della sua vita compreso il suo piccoletto , complice anche la telefonata con gisella.Gisella , dove era ora , era necessario contattarla e spiegarle quello che era successo , interpretarlo , capirne di più.Si accinse a prendere il telefono , mentre la porta di ingresso si aprì e non potendo credere ai suoi occhi se li stropicciò energicamente ma, nonostante questo, copiose lacrime si affacciarono rendendole la visione nebulosa e onirica. La visione le porse la mano con un sorriso rassicurante: "Vieni, mamma, vieni con me". Carla rimase interdetta per un po' cercando di decidere se quello che vedeva e che sentiva fosse realtà. Ma solo un po' perchè l'istinto la condusse ad afferrare quella mano, a non pensare più a niente. Si concentrò sulla sensazione tattile, ritrovò le dita vellutate e paffutelle, la stretta delicata e si ritrovò disposta a seguirlo dovunque lui volesse, senza chiedersi dove e perchè, anche se dietro di lui, nel largo spazio davanti a casa aveva intravvisto un grosso oggetto che si rifiutava di pensare a cosa somigliasse. Il rumore stridente di una frenata la riscosse e vide le due amiche che si catapultavano fuori dalla macchina col viso stravolto e correvano verso di lei gridando: "Fermati, Carla, no, non andare, fermati....."Carla in modo incansapevole e intontita dal sonno e dalle visioni di cui era succube , complici anche i numerosi ansiolitici che prendeva, in realtà era in vestaglia nel mezzo della strada antistante casa sua mentre le macchine le sfrecciavano, sfiorandola, veloci e urlanti.... Una frenata e un suono bitonale di clacson , gelò il sangue nelle vene delle due amiche , mentre una voce rozza e maschile , coprì il frastuono della strada "a' stronza, se proprio ti vuoi fà ammazzà vatti a buttà nel fiume" . Carla con sguardo inebetito non reagì ma svenne nel momento preciso in cui la raggiunsero Gisella e Paola che la sorressero e la riportarono in casa . La spogliarono , lavarono , le fecero bere una tisana calda e la misero a letto rimanendo vicino a lei. In quel momento , rientrò Antonio, rasserenato dal litigio familiare ma contrariato per l'incontro con Eliana......."Cosa fai qui?Ti ho già detto di non creare false aspettative ,in Carla, di rivedere Angelo!" Aggredì subito Gisella che gli era andata incontro mentre Paola vegliava  l'amica in camera da letto."Non ti agitare tua moglie è molto provata da tutto ! Dal lavoro , dalla tragedia di vostro figlio e da TE !Non capisci che il male maggiore glielo fai proprio te attraverso la tua indifferenza, tradimenti, scatti d'ira e ogni volta che sfoghi su di lei il tuo senso di colpa non capisci che l'avvicini sempre più all'orlo di un esaurimento dagli sviluppi imprevedibili!"Gisella aveva parlato tutta di un fiato perchè era da tempo che non ne poteva più di quell'uomo egoista , insensibile ed anche violento , per cui si preparò alla sua reazione non pentita di quello che aveva detto . Ma tutto si sarebbe aspettato meno che vederlo crollare sul divano e iniziare a piangere senza controllo, quei pianti liberatorii che negli adulti sono vere e proprio reazioni corporali dove istinti ancestrali allentano i controlli sui freni inibitori, pregiudizi comportamentali e presunzioni sessuali.Paola attrata dalle voci e dal pianto , apparve sulla porta e guardò interrogativa Gisella , che stava per rispondere , ma si bloccò quando tutti i presenti videro barcollante dietro Paola apparire Carla. Bianca pallida , in vestaglia che con voce esile , guardò amorevolmente Antonio  e gli sussurò " Non piangere , il nostro Bambino è su nel cielo con la sua candelina di Natale accesa assieme a tanti bambini per raggiungere il luogo dove tutti gli innocenti come lui trascorrono le feste . Se noi piangiamo le nostre lacrime spengono la candelina e il nostro bambino rimane al buio e da solo. Vuoi questo? Scese un silenzio in casa , tutti i presenti pensarono che è vero eravamo a Natale, era la vigilia!, e la vita e i suoi contrasti l'avevano fatto dimenticare a tutti.Una specie di frenesia prese i presenti , Antonio andò amorevolmente vicino a Carla , sorreggendola e portandola a letto , Gisella sorrise guardando con gli occhi Paola che rispose anche lei con un muto assenso , presero i cappotti uscirono in silenzio, per le strade gli ultimi passanti si preparavano a passare il NATALE in famiglia e loro , dove sarebbero andate ?."stoooooop , bene ragazzi, fine della milionesima puntata della soap opera più longeva della televisione ".Il regista john Turturro, italo americano, decimo regista della fortunata serie televisiva che durava ormai da 25 anni e che aveva seppellito più di un regista ed attore che non erano sopravvissuti alla longevità del tormentone televisivo, salutò i suoi attori che avevano lavorato anche il giorno di Natale per dare il massimo realismo alla puntata natalizia che sarebbe stata mandata la sera stessa, brindò augurando a tutti buone feste e infilato il giaccone uscì. Fuori nevicava davvero , tra una settimana sarebbe arrivato l'anno nuovo , il 26° del fortunato serial e pensare che quando i primi sceneggiatori avevano proposto il titolo , nessuno avrebbe scommesso un euro sul suo successo, "Senza capo nè coda" il titolo era quello da 25 anni ! Che razza di titolo!