Intrigo ……a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti)racconto del LunedìAlessandro (464)Ogni persona ha una sua storia. Alessandro, per esempio, si riteneva una persona normale. Era stato un bravo bambino. Aveva frequentato le scuole medie… poi alle superiori si era innamorato pazzamente di Lucia, la sua compagna di banco. Durante la scuola e dopo la scuola, i due, erano sempre insieme… facevano coppia fissa. Essendo due bei ragazzi era invidiati da tutti… soprattutto dai compagni loro coetanei. Ma l’invidia era dettata anche dal fatto che non litigavano mai. Erano sempre d’accordo su tutto. Ciò che diceva Lucia andava bene per Alessandro. Ciò che diceva Alessandro andava bene per Lucia. Così fino al diploma e oltre. Appena ebbero un impiego, Lucia ed Alessandro si misero insieme … sotto lo stesso tetto. Coloro che volevano loro bene … dicevano: “Sono proprio fatti uno per l’altro”. Ma la vita non è un gioco. Riserva sempre infinite sorprese. Al ventottesimo anno di età cominciarono i guai. Lucia si era iscritta ad un Corso di Recitazione e Alessandro non aveva approvato la scelta. “Ma cosa ci vai a fare ad un Corso di Recitazione? Mica devi diventare attrice?” Lucia l’aveva presa male. Pensava di ampliare il proprio bagaglio culturale e scoprire qualche cosa di sé, del proprio io… invece. In un primo tempo, Lucia, aveva cercato di spiegare le ragioni della sua scelta, ma più cercava di spiegare e più capiva di andarsi a impelagare in un discorso difficile e inspiegabile. Decise di frequentare il Corso… senza dare spiegazioni. Alessandro la prese ancora peggio. Già era un tipo che faceva presto a chiudersi in sé. Non chiese più nulla a Lucia e si dedicò, anima e corpo alla sulla passione preferita: il collezionismo. Ogni collezionista ha delle preferenze e i suoi tic. Alessandro, fin dalle scuole medie, faceva la raccolta di cartoline. Ne aveva raccolte una quantità incredibile. Il Corso di Recitazione aveva lasciato il segno. Lucia e Alessandro non si parlarono più e dopo un po’ di tempo decisero, di comune accordo, di andare ognuno per la propria strada, cioè separarsi. Stavano per compiere trent’anni e tutti e due pensavano di potersi rifare una vita… magari con un’altra persona. Ma certe cose sono più facili a dirsi che a farsi. Alessandro si rintanò nella sua casa da single e, oltre al lavoro, si perdeva nella sua passione per la raccolta delle cartoline. Di altre donne non voleva assolutamente sentir parlare. Aveva il suo lavoro di impiegato… e le sue cartoline. Del resto la sua vita era stata “piena di Lucia”, il suo primo e unico amore. Ovunque guardava c’era lei, Lucia. C’era lei a Pavia, sul Ponte Coperto, quando Lucia e Alessandro si baciarono per prima volta. C’era lei a Ticino, quando, mano nella mano, passeggiavano lungo la riva del fiume. Ogni tanto si fermavano. Si guardavano negli occhi e sussurravano “Ti amo” … “Anch’io”. C’era Lucia anche quando, appassionati di Mostre di Pittura, si perdevano nei meandri di qualche Museo. Ora, Alessandro era solo… ma aveva il ricordo di lei… sempre con sé. Un anno fa, Alessandro, al compimento del quarantesimo compleanno, l’8 dicembre, era a Milano, in via Orefici, al “Passaggio Centrale”. Per Alessandro era un appuntamento fisso. In quella zona della città, a due passi dal Duomo, c’era e ci sono i banchetti dei collezionisti. Un’infinità di banchetti per ogni tipo di collezionismo…anche di cartoline, la passione di Alessandro. Per il quarantenne passare da un bacchetto all’altro era come andare a festa, osservare un miniera d’oro. C’erano cartoline catalogate e sfuse, messe lì alla rinfusa. Ed erano proprio quelle sfuse che attiravano l’attenzione di Alessandro. Per il quarantenne i minuti e le ore erano la stessa cosa. Non c’erano solo le cartoline, ma anche i ricordi. Quei ricordi che aveva vissuto con Lucia. Ad un tratto Alessandro si imbatté in una cartolina di Natale… una di quelle vecchio stile… di tanti anni fa. Era un soggetto familiare. Il quarantenne si ricordò di aver inviato un cartolina simile a Lucia l’anno stesso in cui si era innamorato di Lei. Alessandro prese la cartolina tra le mani. La girò per vedere chi l’avesse scritta e… era la sua. Quella che aveva inviato a Lucia… il suo primo anno in cui si era dichiarato. Chiuse gli occhi… e si accorse che gli anni non erano passati. Che quell’amore era ancora li… come allora… Anzi con qualcosa in più che lo rendeva sublime… In quell’istante, Alessandro, senti una voce sussurrare vicino all’orecchio… “Se vuoi sono ancora tua …tua per sempre”. Era Lucia. (464)
ALESSANDRO racconto (464) di Dino Secondo Barili
Intrigo ……a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti)racconto del LunedìAlessandro (464)Ogni persona ha una sua storia. Alessandro, per esempio, si riteneva una persona normale. Era stato un bravo bambino. Aveva frequentato le scuole medie… poi alle superiori si era innamorato pazzamente di Lucia, la sua compagna di banco. Durante la scuola e dopo la scuola, i due, erano sempre insieme… facevano coppia fissa. Essendo due bei ragazzi era invidiati da tutti… soprattutto dai compagni loro coetanei. Ma l’invidia era dettata anche dal fatto che non litigavano mai. Erano sempre d’accordo su tutto. Ciò che diceva Lucia andava bene per Alessandro. Ciò che diceva Alessandro andava bene per Lucia. Così fino al diploma e oltre. Appena ebbero un impiego, Lucia ed Alessandro si misero insieme … sotto lo stesso tetto. Coloro che volevano loro bene … dicevano: “Sono proprio fatti uno per l’altro”. Ma la vita non è un gioco. Riserva sempre infinite sorprese. Al ventottesimo anno di età cominciarono i guai. Lucia si era iscritta ad un Corso di Recitazione e Alessandro non aveva approvato la scelta. “Ma cosa ci vai a fare ad un Corso di Recitazione? Mica devi diventare attrice?” Lucia l’aveva presa male. Pensava di ampliare il proprio bagaglio culturale e scoprire qualche cosa di sé, del proprio io… invece. In un primo tempo, Lucia, aveva cercato di spiegare le ragioni della sua scelta, ma più cercava di spiegare e più capiva di andarsi a impelagare in un discorso difficile e inspiegabile. Decise di frequentare il Corso… senza dare spiegazioni. Alessandro la prese ancora peggio. Già era un tipo che faceva presto a chiudersi in sé. Non chiese più nulla a Lucia e si dedicò, anima e corpo alla sulla passione preferita: il collezionismo. Ogni collezionista ha delle preferenze e i suoi tic. Alessandro, fin dalle scuole medie, faceva la raccolta di cartoline. Ne aveva raccolte una quantità incredibile. Il Corso di Recitazione aveva lasciato il segno. Lucia e Alessandro non si parlarono più e dopo un po’ di tempo decisero, di comune accordo, di andare ognuno per la propria strada, cioè separarsi. Stavano per compiere trent’anni e tutti e due pensavano di potersi rifare una vita… magari con un’altra persona. Ma certe cose sono più facili a dirsi che a farsi. Alessandro si rintanò nella sua casa da single e, oltre al lavoro, si perdeva nella sua passione per la raccolta delle cartoline. Di altre donne non voleva assolutamente sentir parlare. Aveva il suo lavoro di impiegato… e le sue cartoline. Del resto la sua vita era stata “piena di Lucia”, il suo primo e unico amore. Ovunque guardava c’era lei, Lucia. C’era lei a Pavia, sul Ponte Coperto, quando Lucia e Alessandro si baciarono per prima volta. C’era lei a Ticino, quando, mano nella mano, passeggiavano lungo la riva del fiume. Ogni tanto si fermavano. Si guardavano negli occhi e sussurravano “Ti amo” … “Anch’io”. C’era Lucia anche quando, appassionati di Mostre di Pittura, si perdevano nei meandri di qualche Museo. Ora, Alessandro era solo… ma aveva il ricordo di lei… sempre con sé. Un anno fa, Alessandro, al compimento del quarantesimo compleanno, l’8 dicembre, era a Milano, in via Orefici, al “Passaggio Centrale”. Per Alessandro era un appuntamento fisso. In quella zona della città, a due passi dal Duomo, c’era e ci sono i banchetti dei collezionisti. Un’infinità di banchetti per ogni tipo di collezionismo…anche di cartoline, la passione di Alessandro. Per il quarantenne passare da un bacchetto all’altro era come andare a festa, osservare un miniera d’oro. C’erano cartoline catalogate e sfuse, messe lì alla rinfusa. Ed erano proprio quelle sfuse che attiravano l’attenzione di Alessandro. Per il quarantenne i minuti e le ore erano la stessa cosa. Non c’erano solo le cartoline, ma anche i ricordi. Quei ricordi che aveva vissuto con Lucia. Ad un tratto Alessandro si imbatté in una cartolina di Natale… una di quelle vecchio stile… di tanti anni fa. Era un soggetto familiare. Il quarantenne si ricordò di aver inviato un cartolina simile a Lucia l’anno stesso in cui si era innamorato di Lei. Alessandro prese la cartolina tra le mani. La girò per vedere chi l’avesse scritta e… era la sua. Quella che aveva inviato a Lucia… il suo primo anno in cui si era dichiarato. Chiuse gli occhi… e si accorse che gli anni non erano passati. Che quell’amore era ancora li… come allora… Anzi con qualcosa in più che lo rendeva sublime… In quell’istante, Alessandro, senti una voce sussurrare vicino all’orecchio… “Se vuoi sono ancora tua …tua per sempre”. Era Lucia. (464)