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NAPOLI di Annamaria Mennitti


NAPOLI  di Annamaria Mennitti
annamariamennitti il 14/09/14 alle 15:26 via WEBSolo dall'inizio del Seicento in poi fu gradatamente "regolarizzata", anche a causa della costruzione del nuovo palazzo Reale, opera di Domenico Fontana[3]. A questa graduale trasformazione si successero, dalla metà del Settecento in poi, degli interventi sempre più radicali, attuati dagli architetti che lavoravano sulla vicina residenza reale. Fu solo all'inizio dell'Ottocento, durante il periodo napoleonico, che la piazza cambiò completamente volto. Per ordine dei monarchi francesi, essa fu interamente ridisegnata e ripensata: furono demoliti i due edifici religiosi che ne limitavano lo spazio ed impedivano di inserirla al meglio nel contesto urbano circostante: la chiesa di San Luigi di Palazzo e la chiesa di Santo Spirito. In luogo di essi vennero eretti palazzi di stato, a cornice del famoso emiciclo dorico in pietra lavica e marmo, voluto da Gioacchino Murat su disegno di Leopoldo Laperuta, al centro del quale avrebbe dovuto essere un altro edificio civile, consacrato ai fasti dei napoleonidi[4]. Una riproduzione che descriva l'aspetto della piazza, lo si può intravedere da diversi dipinti paesaggistici di Napoli. Per esempio la Veduta del largo di palazzo, di Gaspar van Wittel (dipinto oggi conservato al palazzo Zevallos di Napoli), grazie al quale si può notare anche l'ubicazione originaria della fontana del Gigante, oggi in via Partenope.