dino secondo barili

FAUSTA racconto (33) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia,pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti)33Fausta… e il fungo porcino “reale”Ci sono persone che, per dare il meglio di sé stesse, devono essere e sentirsi libere. Libere di muoversi, libere di pensare, libere di agire, fantasticare, cercare, sognare… Insomma libere nel senso più completo e totale della parola. Una di queste è certamente Fausta, una cinquantenne tutto pepe… che, però, ha dei vincoli familiari inalienabili, dei quali non può assolutamente svincolarsi. Cosa fare? I condizionamenti sono sempre esistiti ed esisteranno sempre. Inutile, quindi, prendersela con “qualcuno” o con il mondo intero. Così è… e così rimane. Ma in tutte le epoche l’uomo e la donna hanno sempre cercato e combattuto per la libertà… la propria, naturalmente! In tutte le epoche, l’uomo e la donna, hanno cercato (e qualche volta trovato) possibili soluzioni per appropriarsi della propria libertà. Da centinaia di anni c’è una leggenda nella Valle del Ticino … tra Bereguardo e Pavia. La leggenda dice: “Se vuoi trovare la libertà devi prima di tutto cercare e trovare … il fungo porcino “reale”… Quello che accadrà… non potrai raccontarlo a nessuno…perché sarà un tuo segreto.”Fausta, oltre ad essere una cinquantenne tutto pepe è una “una donna curiosa” (esistono donne che non sono curiose?) Venuta a conoscenza della leggenda per un po’ rimase titubante, poi, si cimentò nella ricerca del “fungo porcino reale”. Per una persona che non è mai andata a cercare funghi…sembra tutto facile, ma non è così. Quando si cammina con gli occhi fissi nel sottobosco non ci si rende conto dove si sta andando. Si perde orientamento e subentra il panico. Il panico è una sensazione terribile. Una persona non sa più dove si trova, se andare avanti oppure indietro, a destra o a sinistra. Con il panico l’incanto della ricerca dei funghi scompare immediatamente… rimane solo l’istinto di sopravvivenza. Fausta, però, era preparata. Nei boschi della Valle del Ticino tra Pavia e Bereguardo ci era andata parecchie volte. La prima volta ci andò con Fausto, il suo primo moroso… “Quella prima volta…” è ancora stampata nella sua mente. Potrebbe descrivere per filo e per segno ogni momento, ogni incanto. E, poi, come dice il detto, “il primo amore non si scorda mai…perché la prima volta è sempre la prima volta”. Indietro non si torna ... e anche il primo amore può restare un dolce ricordo, se il vivere quotidiano è soddisfacente. Fausta aveva assoluto bisogno di trovare “il fungo porcino reale”… c’era di mezzo la sua felicità presente e futura. Tanto fece… e tanto cercò che Fausta imboccò il sentiero giusto… Non era uno dei soliti sentieri…c’erano polle d’acqua. Era proprio in quello spazio che doveva trovarsi “il fungo porcino reale” …  Quando Fausta lo vide rimase ammagliata, incantata… proprio come quando era stata la prima volta nel bosco con “il primo amore”. - Buona giornata a tutti. Dino (33)