Intrigo … …a Pavia(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia,pertanto non hanno nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti)57Il Rag. Giuseppe… e l’arte di non farsi rottamareQualche giorno fa, ad un Bar di Piazza della Vittoria in Pavia, il Rag. Giuseppe discorreva con alcuni amici dell’Oltrepò: l’artigiano, Callisto e il commerciante, Isidoro. Tutti della stessa età … sessant’anni. Quando l’età è uguale… uguali sono anche i problemi, più o meno. Il Rag. Giuseppe diceva: “Avete sentito del Signor Francesco? Quello della metallurgica? Si è fatto un “mazzo così” per creare una bella azienda con una quindicina di operai… Adesso ha dei problemi con i due figli. Il figlio Andrea ha studiato ed è diventato Dottore in economia. La figlia, Michela ha fatto l’Università: Scienza delle Comunicazioni. Da un paio d’anni sono entrati nell’Azienda del padre… ma senza deleghe. Il Signor Francesco non vuole mollare niente. Ogni cosa deve passare sotto la sua “lente”… I figli cominciano a pestare i piedi. Vorrebbero dei “riconoscimenti”… Nulla da fare. Però, si sa come vanno queste cose … Alla lunga qualcosa dovrà pur cedere…” – “Non dirlo a me.” - ha aggiunto l’artigiano Callisto – “Ho cercato di far studiare mio figlio… e non ci sono riuscito. Alla fine l’ho preso con me per insegnargli il mestiere… Ma, come dicevano i vecchi, i figli fanno fatica ad imparare dai padri. Allora, ho cercato di affidarlo ad un mio collega esperto nel mio stesso lavoro. Ci è andato per un po’… e dopo mi ha detto che voleva fare il cuoco. Si è iscritto ad un corso di cucina e visto che faceva sul serio l’ho mandato ad una Scuola Alberghiera. Non mi allungo… di lingua. Spero solo che trovi la sua strada. Oggi i figli sono un problema … come ieri, del resto.” Sembrava che il caffè avesse fatto effetto…calmato e accontentato la compagnia. Invece, no. Isidoro il commerciante ha voluto dire la sua. “Io, non vedo l’ora di chiudere “baracca e burattini”. Il commercio nel mio settore è diventato un “inferno”. Non si può più fare “i conti”. Concorrenza spietata. Mia figlia ha già detto che farà l’insegnante …. E qui cominciano i guai. Sarà una candidata al “precariato”? Sembra che oggi trovare un lavoro e un posto in grado di portare a casa “il pane”…sia diventato come giocare al lotto.” Nessuno dei tre ha più parlato del caffè… che era veramente buono. I loro pensieri erano altrove… agli affanni quotidiani. Una volta, il caffè si prendeva per “tirarsi su”… Oggi, forse, non basta più… ci vuole qualcosa di più forte! (57)
IL RAG. GIUSEPPE racconto (57) di Dino Secondo Barili
Intrigo … …a Pavia(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia,pertanto non hanno nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti)57Il Rag. Giuseppe… e l’arte di non farsi rottamareQualche giorno fa, ad un Bar di Piazza della Vittoria in Pavia, il Rag. Giuseppe discorreva con alcuni amici dell’Oltrepò: l’artigiano, Callisto e il commerciante, Isidoro. Tutti della stessa età … sessant’anni. Quando l’età è uguale… uguali sono anche i problemi, più o meno. Il Rag. Giuseppe diceva: “Avete sentito del Signor Francesco? Quello della metallurgica? Si è fatto un “mazzo così” per creare una bella azienda con una quindicina di operai… Adesso ha dei problemi con i due figli. Il figlio Andrea ha studiato ed è diventato Dottore in economia. La figlia, Michela ha fatto l’Università: Scienza delle Comunicazioni. Da un paio d’anni sono entrati nell’Azienda del padre… ma senza deleghe. Il Signor Francesco non vuole mollare niente. Ogni cosa deve passare sotto la sua “lente”… I figli cominciano a pestare i piedi. Vorrebbero dei “riconoscimenti”… Nulla da fare. Però, si sa come vanno queste cose … Alla lunga qualcosa dovrà pur cedere…” – “Non dirlo a me.” - ha aggiunto l’artigiano Callisto – “Ho cercato di far studiare mio figlio… e non ci sono riuscito. Alla fine l’ho preso con me per insegnargli il mestiere… Ma, come dicevano i vecchi, i figli fanno fatica ad imparare dai padri. Allora, ho cercato di affidarlo ad un mio collega esperto nel mio stesso lavoro. Ci è andato per un po’… e dopo mi ha detto che voleva fare il cuoco. Si è iscritto ad un corso di cucina e visto che faceva sul serio l’ho mandato ad una Scuola Alberghiera. Non mi allungo… di lingua. Spero solo che trovi la sua strada. Oggi i figli sono un problema … come ieri, del resto.” Sembrava che il caffè avesse fatto effetto…calmato e accontentato la compagnia. Invece, no. Isidoro il commerciante ha voluto dire la sua. “Io, non vedo l’ora di chiudere “baracca e burattini”. Il commercio nel mio settore è diventato un “inferno”. Non si può più fare “i conti”. Concorrenza spietata. Mia figlia ha già detto che farà l’insegnante …. E qui cominciano i guai. Sarà una candidata al “precariato”? Sembra che oggi trovare un lavoro e un posto in grado di portare a casa “il pane”…sia diventato come giocare al lotto.” Nessuno dei tre ha più parlato del caffè… che era veramente buono. I loro pensieri erano altrove… agli affanni quotidiani. Una volta, il caffè si prendeva per “tirarsi su”… Oggi, forse, non basta più… ci vuole qualcosa di più forte! (57)