dino secondo barili

IL SIGNOR LUIGI racconto (59) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia,pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti)59Il Signor Luigi… e il matrimonio combinatoIn epoca di grande crisi le persone si interrogano su molti argomenti… Prima di tutto sugli usi, costumi e abitudini di ieri e di oggi. Era l’argomento che quattro pensionati trattavano nei loro discorsi, qualche giorno fa, in Piazza della Vittoria a Pavia. La domanda era: “Meglio il matrimonio d’amore… oppure il matrimonio (d’interesse) combinato?” Il pensionato che aveva posto la domanda era il Rag. Filippo, sessantaseienne, da poco in pensione. Secondo il rag. Filippo… l’istituto del matrimonio così com’è non funziona… non può funzionare. Troppe separazioni, troppi divorzi… “Meglio non sposarsi… mai” – ribatteva il pensionato Domenico, il quale, a settant’anni, sta vivendo una situazione poco piacevole con il matrimonio della figlia. Diceva… Domenico. “In un matrimonio, finché le cose vanno bene … è soltanto un “continuo controllo” delle proprie reazioni… Quando, però, le cose cominciano a prendere una brutta piega … tutto si complica. E questa situazione si può verificare a qualsiasi età… Adesso vanno in crisi anche le coppie con venti- trent’anni di matrimonio alle spalle… e non dico altro.” Il Signor Luigi, pensionato da poco tempo ha seguito la discussione… con relativo distacco. Sembrava che la cosa non l’interessasse affatto. Sul matrimonio il Signor Luigi ha avuto un’altro approccio ed ha voluto spiegarlo a chiare lettere. “Vedete, secondo me, bisogna ritornare al “matrimonio (d’interesse) combinato”… dai genitori.. Io per esempio, ho sposato la donna scelta dai miei genitori tanti anni fa e non mi pento. Nella mia famiglia si è sempre fatto così da centinaia di anni. Io, sono la sesta o la settima generazione, che affronta il problema del “matrimonio (di interesse) combinato”. Ricordo ancora quel giorno. Mio padre mi ha convocato a tu per tu nel salotto “delle merende” e mi ha detto. “Hai ventisette anni. E’ ora che ti faccia la tua famiglia. Hai un lavoro, un tuo reddito e hai la dote che ti lasciamo noi. Sabato sera, io e tua mamma inviteremo a pranzo la Signorina Gisella. Dopo il pranzo avrete tempo per parlare e conoscervi. Se ritenete di piacervi, potete trovarvi a casa di lei, oppure in questa casa e continuare, per un tempo limitato, la vostra reciproca conoscenza. Però, c’è un limite di tempo, oltre il quale non si può andare. Se la decisione è positiva, noi genitori ci troveremo dal Notaio per stendere l’atto di matrimonio, che è un contratto ufficiale, con diritti e doveri, comprendenti obblighi da entrambe le parti contraenti. Tutto deve essere finalizzato alla buona riuscita di un rapporto teso a garantire un futuro di prosperità alla Famiglia, la tutela dei figli e il loro benessere.” Mio padre, per un po’ tacque… poi concluse dicendo. “Una persona deve pensarci due volte prima di contrarre matrimonio… In questa famiglia il matrimonio è una cosa sacra … e non ci si sposa due volte… basta una.”. I quattro pensionati di Piazza della Vittoria chiusero la discussione…Nessuno aveva più voglia di parlare. Sembrava essere ritornati indietro di cento anni… (59)