dino secondo barili

IL RISO di Teresa Ramaioli


IL RISO  di Teresa Ramaioliiltuonoilgrillo il 14/10/14 alle 14:02 via WEBIL RISO----Nei libri di ricette del ‘300 e del ‘400 ci sono molti piatti a base di riso, come nel Libro de Arte Coquinaria di Maestro Martino da Como, ma gli autori sono tutti cuochi di corte, evidentemente il costo non aveva importanza. La diffusione del riso porta una data certa: quella di una lettera del 27 settembre 1475 inviata da Galeazzo Maria Sforza al Duca di Ferrara, nella quale annuncia il dono di 12 sacchi di riso da semina perché “potesse sperimentare nelle sue terre la coltivazione del riso, pianta coltivabile anche in terreni acquitrinosi.” Il riso veniva coltivato anche nelle abbazie cistercensi, l’Abbazia di Chiaravalle si impegnò alla selezione e alla semina di varietà sperimentali. Il contributo letterario al riso è di Carlo Maria Maggi (1630-1699), lettore di latino e greco presso le Scuole Palatine, Segretario del Senato di Milano, Accademico della Crusca, autore di poesie e commedie in milanese, ed è relativo alla sua passione per il ris in cagnon, citato nella sua commedia “Il Barone di Burbanza” (Atto III° Addio di Meneghino): El vost car Meneghin/ El va in lontan paes…/ Se pu no s’vedaremm, a revedès!/ Mortadell di Tri Scagn/ Busecca de la Goeubba / Passaritt di Trii Merla / Ris in cagnon del Fus… Senza dimenticare la golosità di Carlo Porta per il risotto giallo; cantava le lodi alla consorte Vincenzina Prevosti per le sue doti culinarie espresse soprattutto nella cura riservata al risotto e altrettante lodi al cuoco della sua osteria preferita, l’Osteria de La Nos, nella piazza dove ogni mercoledì e sabato si teneva il mercato di cavalli e bovini più importante della Lombardia (oggi piazza XXIV maggio).Ciao Teresa Ramaioli