dino secondo barili

LA SIGNORA ELENA E I 16 ANNI DI UNA VOLTA racconto (77) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia,pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti)77 La Signora Elena e i 16 anni… di una voltaIl Supermercato è “anche” il luogo dove le “chiacchiere” abbondano. Essendoci, poi, il tavolino del Bar, diventa il luogo e l’occasione giusta per fare quattro chiacchiere sui “fatti di attualità”. Il mondo del lavoro è … in ebollizione. I giovani si lamentano perché non trovano il posto di lavoro … l’Europa tutta è attraversata da un malessere di cui nessuno (attualmente) conosce gli sbocchi. L’argomento è l’occasione… per riandare “al passato”, a quando in Italia c’erano molte fabbriche (anche a Pavia). Allora… non erano i giovani a cercare lavoro… ma il “datori di lavoro” ha cercare il “miglior personale” sulla piazza. La Signora Elena (Classe 1945), ieri ha voluto, raccontare la sua avventura lavorativa. Ecco la descrizione. “Era il 5 giugno 1961. Il giorno in cui venivano esposti i voti all’Istituto Commerciale. Allora avevo 16 anni (Commerciali più due anni di Tecnica)… e non mi sembrava vero di aver ottenuto un così alto punteggio nei voti. Insieme a noi ragazzi e ragazze, “a vedere i voti”, venivano anche i Datori di lavoro. E quel giorno stesso sono stata contatta da un Signore distinto che, si è poi rivelato essere proprietario di una fabbrica. Allora, era tanta la foga di lavorare che le famiglie si preoccupavano di avere pronto il “libretto di lavoro” (che adesso non c’è più). Mia madre, infatti, aveva già provveduto a tutto. Quando il Signore distinto si è rivolto a mia madre c’era già tutto pronto … Dal giorno dopo l’esposizione dei voti, ero già al lavoro come impiegata amministrativa. Da quel giorno è stata tutta una corsa… in salita (lavoro e corsi di aggiornamento). Il lavoro non è mai mancato… Sono andata in pensione dopo 40 anni di lavoro senza aver mai fatto un giorno di malattia (per fortuna mia)… Oggi, non mi sembra vero. Tutti quegli anni di corsa… ma sono contenta così. Lavorando mi sono sentita viva e partecipe di un grande sviluppo. Oggi, la situazione è cambiata. In questi anni, c’è stata, invece, una “corsa” affannosa all’Università… al Titolo di Studio, al “Dott.” davanti al nome. Qualche giorno fa, la mia amica Cleofe, mi ha detto che sua figlia, dopo aver conseguito con un buon voto, la Laurea (…e non aver trovato alcun posto di lavoro) ha deciso di fare domanda alla Direzione di alcuni Supermercati, come cassiera. La domanda non è stata accolta. “Qualifica troppo elevata per un posto di cassiera”. Allora, dico io, anziché illudere i giovani con “sbocchi lavorativi inesistenti”… non sarebbe meglio ripensare al modello di sviluppo e… da quale parte è diretta questa società....” (77)