dino secondo barili

PAVIA TANTI ANNI FA racconto (131) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere  con persone reali o fatti realmente avvenuti) 131 Pavia … tanti anni fa Oggi, Pavia è una bella cittadina di 70. mila abitanti, con molte “cose” belle da vedere e da apprezzare… Nel 1854, però, Pavia contava 25.878 abitanti. La società era molto diversa da quella attuale …e anche allora “c’erano le crisi economiche ricorrenti”. Allora, le persone sapevano che la vita economica e sociale era fatta così… e non ne facevano un dramma. Per esempio. Non c’era la TV… Il potere economico era in mano a pochissime persone le quali infondevano speranza… “La crisi passerà… Il prossimo anno, secondo gli esperti, ci sarà un ottimo raccolto e…abbondanza per tutti.” Le persone ci credevano … e speravano. Ma, in tutte le epoche, ci sono state persone che hanno avuto idee brillanti per ogni occasione. Nel 1854, Pavia, con i suoi 25.878 abitanti … era (come si direbbe oggi) un bel paesone. Il nome “città” non voleva dire molto… I “pavesi” si sentivano cittadini… ma tra i pavesi c’erano molti “campagnoli”… persone che facevano la spola tra il paese (dove abitavano) e la città per portare le derrate alimentari. Le “notizie” ci mettevano un po’ di tempo… ma “volavano” di bocca in bocca. Quando una notizia passa da una “bocca all’altra” … si ingrandisce, si arricchisce. Cosi, nel 1854, i “pavesi” erano attenti a ciò che avveniva nei paesi vicini alla città. Era l’occasione per uscire dalle mura cittadine… Prendere una boccata d’aria. Aria pura, aria di campagna! Gli Osti dei paesi intorno alla città erano i più fantasiosi… Inventavano “una storia dopo l’altra”… pur di attirare i “clienti cittadini”. Uno degli Osti più fantasiosi, allora, era “Giùmentu”… l’Oste della Divisa di Marcignago, una Cascina distante sette chilometri da Pavia… La “voce” cominciò a girare a Pavia il mercoledì dopo l’Epifania, giorno di mercato. Il giovedì “la voce” aveva già fatto il giro della città. “Hai sentito? L’Oste della Divisa… organizza la “festa del cotechino legittimo”. – “Quando?” – “Domenica…” – “E non è finita!” – “Cosa c’è ancora?” – “Pare che alla festa partecipi il cantante “Ballabene” di Milano… (soprannome di una “macchietta” dei maggiori teatri milanesi)” A quel punto, la “crisi economica” non c’era più… scomparsa!. La gente cominciava a pensare al “cotechino legittimo” (caldo)… al cantante “Ballabene” con le sue moine da dandy… al fatto che… domenica è sempre domenica! La gente non aspettava altro. Qualche persona cominciava a sognare… Come è stato per Amilcare, il quarantenne scapolo di Remondò, al quale, il padre benestante, gli aveva “intimato” di prendere moglie. Fino a quel momento, Amilcare, aveva tergiversato, trovato tutte le scuse possibili… ma ora non aveva più argomenti. All’ennesimo (e ultimo) richiamo del genitore, lo “scapolo d’oro” di Remondò, aveva risposto: “Sono certo che troverò la donna dei miei sogni, domenica… all’Osteria della Divisa… Ci sarà la “festa del cotechino legittimo”. Ormai era fatta. Amilcare, si trovò imbrigliato! Alla Divisa di Marcignago incontrò l’amore… quello vero, quello con la A maiuscola. Si chiamava “Gioielin del Baffo”… un pezzo di ragazza dai capelli rossi … che più rossi non si può. Amilcare finalmente crollò …come una pera cotta! (131)