dino secondo barili

VALENTINA racconto (212) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 212 Valentina e  la gita al Santuario della Bozzole Le donne della Lomellina hanno sempre avuto fama di essere donne eccezionali. Forti, volitive, caparbie. La loro regola è sempre stata quella di non darsi mai per vinte. Valentina era un esempio. Pur non avendo avuto una vita facile, all’età di quarantacinque anni, non era disposta a cedere su nulla… neppure sui sogni che tardavano ad avverarsi. Nelle campagne della Lomellina non tutte le ragazze hanno avuto la fortuna di studiare. Valentina avrebbe voluto proseguire gli studi… ma le condizioni della famiglia non lo avevano permesso. Studiare, cioè andare a scuola, non è stato un problema. Valentina aveva raggiunto la licenza di scuola media inferiore, e non potendo continuare, aveva fatto proprio un detto locale: “La persona intelligente… si fa colta sulla strada”. Ora, a quarantacinque anni, Valentina era felice di aver adottato un tale sistema. Da quando aveva lasciato la scuola era stato un susseguirsi di prove. Ogni giorno c’era una conquista da fare… dovuta al fatto che la parola d’ordine era quella di “imparare”… ogni giorno un po’. In cucina, per esempio. Valentina era diventata una bravissima cuoca, richiesta anche dai ristoranti locali. Il secondo “credo” della volitiva ragazza era il “lavoro”. Secondo, Valentina, il lavoro, è la “prima scuola di vita”. Ma, in Lomellina, c’è da sempre un’antica tradizione che mette ogni persona al riparo delle tempeste della società: “il risparmio”. In Lomellina non viene sprecato o sciupato nulla. Tutto viene conservato per essere usato o riutilizzato al momento opportuno. Tuttavia, le persone hanno anche “sogni”. Sogni di ogni genere. Il sogno di Valentina era quello di trovare l’uomo della sua vita. Sposarsi ed avere una famiglia con dei figli. A quarant’anni, Valentina era andata in crisi. All’orizzonte non era apparso alcun principe azzurro e la ragazza era caduta in depressione. Ogni giorno vedeva sfumarsi il suo sogno di avere almeno un bambino. Siccome, Valentina era anche molto religiosa, ogni anno si recava “come voto” al Santuario della Madonna delle Bozzole di Garlasco (Pavia). Da cinquecento anni tale Santuario è “la speranza” per molte persone di ogni età. Valentina grazie al suo carattere forte, alla sua caparbietà, alla sua voglia di vivere, superò e dimenticò presto i giorni della depressione. Lo scorso anno, una domenica, Valentina si trovava al Santuario della Madonna delle Bozzole di Garlasco (Pavia). La giornata era fresca pur essendo primavera inoltrata. La “ragazza” sentì il desiderio di sedersi su una di quelle panchine a disposizione dei “pellegrini” che provengono da ogni dove. Valentina si era da poco seduta, quando un signore fece altrettanto. I due si guardarono in volto. “Ma tu sei Valentina, la figlia della Maria.” Disse il signore. “Ma tu, sei Fortunato, il figlio del Fattore.” I due si abbracciarono in segno di saluto. Si scambiarono i loro “ricordi” dei lunghi anni trascorsi, da quando si erano visti per l’ultima volta il giorno dell’esame di scuola media inferiore. Ora, Valentina era lì, alla Madonna delle Bozzole, per la realizzazione di un sogno. Anche, Fortunato …aveva una segreta speranza: trovare la donna della sua vita. Fortunato aveva lavorato all’estero, passando da un cantiere all’altro. Non aveva avuto il tempo per farsi una famiglia. Ora, ormai benestante, desiderava una “compagnia” stabile… con qualcosa in più: l’amore! Quell’amore che tutti sognano ad ogni età. Da quel giorno i due non si sono più lasciati… e la vita è diventata “come un sogno” che si sveglia… con il sole del mattino. (212)-