dino secondo barili

IL COMPUTER DI VENERE racconto (869) di Dino Secondo Barili


18 GENNAIO 2015 ALMANACCO DI STORIA PAVESE Trivolzio – 18 gennaio 2015 – Domenica - 12.00 Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono  frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 869 Il computer di Venere Un anno fa, la Dott. Venere, quarant’anni, single, bellissima, Dirigente di una Agenzia di Pubblicità a Milano, abitante a Pavia, ha distrutto il suo computer portatile. Si fa presto a dire computer, ma oggi come oggi, senza computer non si può più vivere. Se poi è un portatile dalle prestazioni eccezionali come quello della Dott. Venere … è come trovarsi senza una mano, senza una gamba … senza tutto. Non è il caso si indagare su come è avvenuto il fatto. Venere aveva lasciato il computer sul tavolo. Micio e Micia, i due stupendi gatti di Venere si erano messi a giocare … e tracchete … il computer è caduto ed andato in mille pezzi. Venere non poteva prendersela con Micio e Micia perché facevano quello che hanno sempre fatto: giocavano. Venere, però, era rimasta senza il suo strumento di lavoro più prezioso. Per fortuna che aveva un computer di riserva, ma non era la stessa cosa. La riserva è sempre la riserva. Venere telefonò subito al suo amico, Gianfilippo, tecnico eccezionale, il quale rispose che si sarebbe attivato per la sostituzione. Intanto, la Dott. Venere si sentiva a disagio. E’ proprio in certi momenti che esigenze latenti riemergono come isole in mezzo al mare. Venere sentì il bisogno di sfogarsi con  una persona vera, in carne ed ossa. Ma quale? Venere da un anno si era lasciato con la sua ultima fiamma. All’orizzonte non c’era ancora un nuovo amore … la quarantenne ne sentiva il bisogno. Sentiva il bisogno di un rapporto a due  … che non fosse il computer. Non avendo altra alternativa, Venere, chiamò la sua coetanea e amica Elena. “Elena tra mezz’ora ci vediamo al solito Bar in Piazza della Vittoria. Non mancare. Ho bisogno di parlarti” Per Venere, Elena era sempre disponibile. Un giorno si era sfogata. “Venere, a volte ho l’impressione che tu, Venere, mi hai presa per il tuo pronto soccorso …” Effettivamente Venere si comportava così. In Elena, aveva trovato più di un’amica … anzi, più di una sorella. Infatti, Venere dopo aver raccontato a Elena che aveva frantumato il computer portatile … aveva sentito il desiderio di avere accanto un “nuovo amore”. Elena sorrise … “E lo vieni a dire a me? Proprio tu che sei Venere di nome di fatto … con una marea di spasimanti che sbavano per te … mi hai fatto correre in questo Bar per dirmi questo?” Venere fece finta di non aver sentito. “Il motivo è un altro … “ – continuò la quarantenne –“Questa notte ho fatto un sogno. Ho sognato mia zia Carolina. Nel sogno è entrata nella mia camera. Mi ha svegliata e mi ha detto. “Venere, vai a Vienna con la tua amica Elena. Insieme andate davanti alla Cattedrale di Santo Stefano. Lì ci sarà una sorpresa per entrambe” Questa volta Elena non rise più. Anche lei cercava un nuovo amore. E, poi non era mai stata a Vienna … Quale migliore occasione per fare un viaggio a Vienna? Venere si rese conto che aveva aperto una porta aperta. Ormai il computer portatile andato in mille pezzi non era più un problema. Il vero problema era il “nuovo amore” … e non un amore qualsiasi … un amore superlativo … da far perdere i sensi. Venere e Elena si prepararono il più velocemente possibile. Presero l’aereo a Linate e quella stessa mattina erano a Vienna. Si portarono subito davanti al Duomo di Santo Stefano, uno dei simboli della Città da un milione e settecento mila abitanti … e le due quarantenni rimasero senza fiato. Davanti al Duomo c’erano due loro compagni di Università, Gabriele e Raffaele. Per Venere e Elena erano stati il loro primo vero grande amore. Purtroppo il rapporto si era interrotto subito dopo la Laurea, ma quell’amore aveva lasciato il segno. Ora, ecco Gabriele e Raffaele a Vienna. E’ stata Venere a fare la prima domanda. “Gabriele come mai a Vienna?”  Gabriele ha detto la verità. “Tu non ci crederai … ma io e Raffaele aspettavamo proprio te ed Elena. Anzi, abbiamo prenotato una lunga vacanza per noi quatto. Come saprai a Vienna, nei mesi di gennaio e febbraio c’è la Stagione dei Balli. Ci sono oltre 450 balli. C’è il Ballo dei Medici, dei Cacciatori, dei Caffettieri, Dei Fiori, delle Scienze, dei Giuristi … Insomma, un’occasione da non perdere. E poi, c’è un ballo speciale … “il Ballo del Primo Amore” un ballo riservato a tutti coloro che vogliono ritrovare il loro primo amore, il loro primo bacio …” Venere si commesse. Anche Elena ebbe le lacrime agli occhi. Abbracciò Raffaele, lo baciò e non lo lasciò più. Venere intanto voleva sapere qualcosa in più. “Gabriele, spiegami una cosa. Dopo il Ballo del Primo Amore … ci si dice addio come tanti anni fa a Pavia? … oppure si ricomincia a sognare?” Gabriele ha cercato di fare il misterioso … poi si lasciò andare. “Venere, volevo riservarti la sorpresa, ma visto che me lo hai chiesto devo risponderti. Tutto ricomincerà dall’ultima volta che ci siamo visti all’Università … e questa volta non ci lasceremo più. Un unico grande amore … per sempre” Venere incollò le sue labbra su quelle di Gabriele e non le staccò più. Elena e Raffaele si stavano baciando già da un pezzo. - Questo è il racconto 869 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino