dino secondo barili

ERMINIO E IL SOGNO SFUMATO racconto (221) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 221 Erminio…e il sogno sfumato Fin dalla prima media, Erminio, era affascinato dagli orologi. Tutti gli orologi, nessuno escluso. Antichi e moderni. Era tanta la sua passione per gli orologi che finita la terza media era stato assunto da una piccola bottega del pavese. C’era un orologio che faceva i capricci? Erminio era l’uomo giusto che lo metteva in ordine. I “commessi viaggiatori” delle grandi ditte facevano a gara per metterlo alla prova. Più era complicato il meccanismo e maggiore era la soddisfazione di Erminio. Un “commesso viaggiatore” ne parlò in Ditta. Erminio ricevette la lettera di assunzione “in prova” presso una sede di Milano. Ma, Erminio era originale in tutto, anche e soprattutto nel lavoro. Non sopportava gli ordini. Non sopportava avere qualcuno che gli stava sulla testa per dire cosa doveva fare . Erminio era nato e cresciuto in un paesino dell’Oltrepò Pavese dove le persone hanno qualità particolari. Uno di quei “gruppi di case” sperduti nelle valli a ridosso dei monti dell’Appennino. Un luogo dove, per trovarlo, bisognava cercarlo e andarci apposta. La caratteristica delle persone delle valli di montagna è semplice come bere un bicchiere d’acqua: volitivi, taciturni, testardi e indipendenti. Quando Erminio si sentì sicuro nel proprio lavoro di orologiaio e con i necessari risparmi sui quali contare, si licenziò. Aprì una piccola bottega a Pavia. Pavia è una piccola città di provincia… ma ad un’ora di automobile dal suo paese natale. La “voce” che Erminio era “il mago degli orologi” si diffuse per la città e per la provincia. Il lavoro non è mai mancato. In questi ultimi anni, però, tutti coloro che svolgono un’attività in proprio hanno visto aumentare il “carico degli adempimenti burocratici”. Carte su carte. Carte di ogni genere… per tutto e per ogni cosa. Erminio ha cominciato a perdere “più tempo” a compilare moduli e carte (spesso inutili) anziché lavorare e produrre. (per non parlare del Commercialista). A lungo andare anche il “più patito amante degli orologi” non ne può più. Non riesce a resistere. Un anno fa, Erminio, stanco di burocrazia, tasse e “studi di settore”, ha deciso di chiudere la sua attività. Ha pagato tutte le sue “pendenze”…e ha fatto ritorno al suo paesino sperduto tra i monti a ridosso dell’Appennino. Erminio era considerato il Mago degli orologi… ma anche i “Maghi” non possono nulla contro gli “adempimenti burocratici”… E’ sempre la burocrazia che “uccide il lavoro”… il lavoro vero, quello che da soddisfazione e da vivere alle persone. Da un anno Erminio non ripara più gli orologi. Vive nella casetta dove è nato. Cura il suo orticello dal quale ricava verdura tutto l’anno … anche per i vicini che non hanno l’orto. Tiene in ordine il pollaio con le sue “quattro” galline che garantiscono uova fresche tutti i giorni. …e due caprette. Le caprette producono del buon latte. Sono la compagnia di Erminio quando, nel pomeriggio, va a fare la passeggiata nei boschi. Da qualche mese Erminio ha anche la compagna. Nel paesino è ritornata Manuela, una sua coetanea che ha lavorato a Milano come impiegata. Manuela è una cuoca superlativa e una patita del ballo. E’ una specialista del tango, tango argentino. Non passa sera che Manuela senta il desiderio di un “tango” con Erminio. Fanno coppia fissa. “Più si balla …e più vien voglia di ballare” – dice spesso Erminio… da un po’ di tempo… “e per ballare bisogna essere in due” (possibilmente ben affiatati). (221)