dino secondo barili

CARLO E LA STATUA DI LEGNO racconto (257) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 237 Carlo e statua di legno Fin da quando aveva tredici anni, Carlo, era attratto dalle statue specialmente quelle scolpite nel legno. Dopo gli studi diventò impiegato. Venne assunto in un Ufficio Commerciale dove c’erano solo impiegate-donne e si sentì a suo agio. Poteva svolgere il suo lavoro con tranquillità, ma aveva capito che, finito il lavoro, voleva stare solo. Vivere la sua passione (le statue, appunto) e non sentire alcun’altra voce. La passione del tredicenne riemerse con forza. Ormai, era il suo “hobby”, la sua seconda vita. All’età di cinquant’anni, si sentiva un uomo appagato. Nel lavoro si trovava bene. Con le colleghe, pure… Unico neo, le statue. Per anni aveva studiato un’infinità di statue in legno, di tutte le epoche. Specialmente del 1800. Poi, un giorno di un anno fa, Carlo, venne interpellato per un consiglio dal Parroco del suo paese, Don Casimiro, il quale aveva una statua di un Santo in pessimo stato di conservazione. Carlo, diede il suo giudizio. La statua aveva bisogno di un immediato restauro. Visto che Don Casimiro ci teneva alla Statua del Santo, ma voleva spendere il meno possibile, Carlo si offerse di fare lui stesso il restauro (gratis). I Parroci capiscono subito quando una persona è generosa e meritevole di fiducia. Pregò Carlo di portare a casa la Statua per effettuare i lavori necessari. Per la prima volta, l’impiegato Carlo ebbe la possibilità di avere una statua vera, del 1800, nella sua casa. Poteva studiarla, ammirarla, toccarla, come avrebbe voluto fare con quelle sulle quali aveva posato gli occhi. Carlo esaminò la statua da cima a fondo. Scrisse su un apposito quaderno tutti i punti che avevano bisogno di restauro ed il materiale occorrente. Alla fine adagiò delicatamente la statua su una coperta per studiare il basamento. Qui comparve la prima sorpresa. Sotto al basamento della statua c’era il segno di un pezzo di legno riportato… come se chiudesse un pertugio. Carlo si prodigò con tutte le precauzioni possibili. Estrasse il pezzo di legno che fungeva da tassello. Sotto al coperchio c’era effettivamente un incavo “segreto” con dentro una pergamena sgualcita, corrosa dal tempo. Il testo scritto, però, era leggibile e diceva: “Dopo aver compiuto il tuo lavoro avrai raggiunto un grande traguardo: la felicità. Perché, “avere” è importante … ma “essere”… molto di più”. In quel momento Carlo sentì suonare il campanello di casa. Si fece un breve esame di coscienza. Chi poteva essere? A casa sua non veniva mai nessuno. Si diede un contegno e andò ad aprire. Era una bellissima ragazza con in braccio una statua di legno del 1800. “Scusi, Signor Carlo. Sono Chiara. Nel mio Palazzo in Pavia ho questa statua che ha bisogno di essere restaurata. Don Casimiro mi detto che lei è un esperto restauratore. Posso contare sul suo aiuto?” L’impiegato Carlo non avrebbe mai immaginato una simile sorpresa. Non solo accettò il lavoro proposto da Chiara, ma i due si trovarono in perfetta sintonia in quanto avevano la stessa passione: le statue del 1800. Chiara aveva ventisette anni. Era bellissima e ricchissima… con tante statue da restaurare. Dagli oggi, dagli domani… anche i torrenti diventano fiumi. Carlo si innamorò di Chiara e… Chiara di Carlo. Perché… un amore, per essere completo, deve avere sempre degli interessi comuni.(257)