dino secondo barili

SAN COLOMBANO di Teresa Ramaioli


SAN COLOMBANO  di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 04/03/15 alle 08:59 via WEBSan Colombano,Teodolinda e la colomba-- Narra la leggenda che, intorno al 612, il santo abate irlandese San Colombano si recò a Pavia. Teodolinda,desiderava tanto incontrare quel Santo monaco.La fama della sua santità si stava spargendo per tutta Europa., e non appena aveva saputo che Colombano era entrato nel suo regno, aveva fatto di tutto per poter averlo come ospite insieme ai suoi monaci. Ora Colombano era suo ospite, nella regia città di Pavia. Colombano e i suoi monaci avevano viaggiato per tutta la mattina, era ora di pranzare e Teodolinda, aveva dato ordine che a quei monaci fosse servito un pranzo regale: intingoli profumati ,carni arrostite ,paste ripiene, salsicce, vassoi di cacciagione fresca facevano bella mostra sulla tavola.Alcuni dei monaci di Colombano, abituati alla povertà e al digiuno, sgranarono visibilmente gli occhi, alla vista di tutto quel ben di Dio. Colombano ringraziò i monarchi con un segno del capo, e poi si sedette a tavola. Il banchetto ebbe inizio, e tutti gli invitati mangiarono voracemente il loro pasto. Solo i monaci irlandesi se ne stavano perfettamente immobili, senza avvicinare a sé i loro piatti. I più giovani deglutivano sconsolatamente; i più anziani sospiravano. Sant’Attala, che era alla destra di Colombano, fece scorrere il suo sguardo su tutto il tavolo , poi… un po’ a disagio disse: “c’è solo carne…”. San Colombano. annuì “E questi mangiano carne in piena Quaresima?” commentò un terzo monaco. Colombano alzò le mani :. “Sono re”, osservò : “devono mangiare come re”. Il monaco più giovane, spaventato e affamato, domandò:. “Noi che siamo monaci, dobbiamo digiunare? Dopo tutto il cammino che abbiamo fatto?”. Colombano ed Attala, silenziosamente, si scambiarono un’occhiata. Poi, San Colombano incrociò le braccia e rimase seduto sulla sedia, nell’ attesa che succedesse qualche cosa. Dopo venti minuti, la regina Teodolinda lanciò un’occhiata ai monaci, per controllare che tutti si stessero godendo il pasto, e si meravigliò nel vedere che non avevano toccato cibo. Per dare il benvenuto a quei monaci, aveva portato in tavola piatti prelibati … e quelli si rifiutavano di mangiarli? Teodolinda si pentiva di aver invitato a corte quei monaci ingrati. “Voi non mangiate, fratelli?”, domandò lanciando un’occhiata gelida a Colombano ed ai suoi monaci. “No che non mangiamo!”, sbottò il monaco più giovane, la cui pazienza era stata messa a dura prova dal digiuno prolungato e dalle fatiche del viaggio. San Colombano gli tirò un calcio da sotto il tavolo. “Non possiamo mangiare questo cibo che non è benedetto, maestà”, lo interruppe in tono pacato. “Chiedo umilmente il vostro permesso per poter benedire il cibo che ci avete offerto”. Teodolinda annuì con rassegnazione. San Colombano chinò il capo in segno di ringraziamento, e si mise in piedi per benedire il cibo. Tirò a sé un grosso vassoio decorato, che conteneva una grande colomba arrosto. Il monaco sorrise, alzò la mano destra in segno di croce e le pietanze si trasformarono in candide colombe di pane, bianche come le loro tuniche monastiche. Nel bellissimo vassoio imbandito sulla tavola regale, ormai, se ne stava solo un’umilissima pagnotta. Una pagnotta che aveva conservato la sua forma di colomba, ma che era semplicemente pane “Questo sì che è un cibo che s’addice alla Quaresima”, disse Colombano a Teodolinda, sorridendole e mentre Teodolinda abbassava lo sguardo, imbarazzata, Colombano si sedeva a tavola, e con i suoi monaci, cominciava a godersi il pasto. Il prodigio colpì molto la regina che comprese la santità dell'abate e decise di donare il territorio di Bobbio dove nacque l'Abbazia di San Colombano. La stessa regina Teodolinda salì sul Monte Penice con San Colombano per mostrargli il territorio e fargli promettere di costruire lì in cima, una chiesetta dedicata alla Madonna. La colomba bianca è anche il simbolo iconografico del Santo ed è sempre raffigurata sulla sua spalla. (Il re longobardo Agilulfo e sua moglie la regina Teodolinda, chiesero a San Colombano un aiuto sulla questione tricapitolina, ovvero su un avvicinamento tra il popolo longobardo e la chiesa vaticana. L'alleanza ebbe successo e come ricompensa gli venne regalato un ampio suolo per costituire un centro di vita monastica a Bobbio. ) Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli