dino secondo barili

LA BICICLETTA DELLA SIGNORA SILVIA racconto (319) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 319 La bicicletta della  Signora Silvia Cinque anni fa, al compimento dei sessant’anni, Pietro e Ulisse sono andati in pensione… nello stesso giorno. Erano coetanei. Avevano frequentato le Scuole nel loro paesino poco distante da Pavia. Dopo gli studi erano andati a lavorare nella stessa Ditta e… dopo quarant’anni (cinque anni fa) sono andati in pensione. Per scelta, erano scapoli… nel senso che non avevano mai avuto una donna. Siccome erano amici, avevano “una comune passione”: la bicicletta. Durante i quarant’anni di lavoro, a fine giornata, facevano lunghe passeggiate in bicicletta. Subito dopo la pensione, la bicicletta era la loro “sola ed unica passione”. Anche alla Domenica. Anzi, alla Domenica… ancora di più. A Pietro e Ulisse si erano aggregati tre amici ciclisti pavesi. Ogni domenica, i cinque, partivano da Pavia per raggiungere Zavattarello, Monte Penice, Brallo di Pregola. In tali località si svolgeva la “sosta”… Un frugale spuntino in mezzo ad un campo all’ombra di qualche albero… e poi… via, verso nuove mete. Sei mesi fa, però, mentre nella Piazza del paesino alle porte di Pavia, Ulisse, bardato con una tuta multicolori… nuova fiammante, aspettava l’amico Pietro, si sentì chiamare da una donna. Era la Silvia, una sessantenne rimasta vedova da pochi mesi. “Ulisse. Ulisse… ho bisogno di te. Sono rimasta a piedi con la mia bicicletta … non poteresti darle una occhiata?” Ulisse non voleva far aspettare l’amico Pietro, così, disse alla Signora Silva che sarebbe passato nel tardo pomeriggio. Quello stesso giorno, verso sera, Ulisse sistemò la bicicletta. La Silvia, per sdebitarsi volle a tutti costi che il sessantacinquenne si fermasse a cena… Come poteva, Ulisse, rifiutare? Viveva da solo… nessuno a casa sua si sarebbe lamentato per un’eventuale ritardo. Silvia aveva preparato una cena eccezionale… innaffiata con vino favoloso. Causa la cena, o forse del vino… il giorno dopo, Ulisse, non ricordò nulla di come erano andate veramente le cose. Il giorno dopo, la Silvia telefonò al sessantacinquenne… perché la sua bicicletta aveva degli scricchiolii. Ulisse, da un uomo di parola, si impegnò a far funzionare la bicicletta … solo dopo aver fatto il giro con il suo amico Pietro. E così fece… Anche quella sera la Signora Silvia, aveva preparato una splendida cena.. Ulisse poteva rifiutare? La Signora Silvia, aveva preparato “anche il dopo-cena”… Alla cinquantenne piaceva ballare… Peccato che Ulisse non lo sapesse fare… “Non temere” – rispose la Silvia –“Ci penso io a insegnarti come si fa…” Così dagli di qua… dagli di là … Ulisse cominciò a muovere i primi passi. Si dice che “un uomo va preso prima (e sempre) per la gola… poi per il resto”… e così l’uomo - Ulisse non si staccò più… dalla donna-Silvia. La persona che rimase delusa e amareggiata fu Pietro… il compagno di lavoro e delle indimenticabili passeggiate in bicicletta. Ogni giorno Pietro si ritrovava solo nella Piazza del paesino poco lontano da Pavia dov’era nato… Dopo una breve sosta… partiva in bicicletta per la solita passeggiata… in solitario. La scorsa settimana, però, mentre era “in sosta” nella Piazza del paese, si fermò “una ciclista”, sui sessant’anni, con una tuta multicolore all’ultima moda. Si fermò davanti a Pietro. “Non ti ricordi me? Sono la Wilma, l’impiegata della Ditta presso cui lavoravi cinque anni fa. Anch’io sono in pensione… Ora, mi dedico alla bicicletta… Cosa dici se facessimo coppia io e te?” Il viso di Pietro si illuminò all’improvviso… “Perché, no!... in fondo la ruota della fortuna gira sempre …gira per te… per me… per noi… (e per tutti i lettori di questo Blog)” (319)