dino secondo barili

CIBO E LETTERATURA di Teresa Ramaioli


CIBO E LETTERATURA  di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 26/04/15 alle 09:23 via WEBCIBO E LETTERATURA ----Il pranzo di Babette è un racconto scritto nel 1950 da Karen Blixen (autrice anche di La mia Africa), nel quale un’ex cuoca francese fuggita dalla sua patria perché accusata di essere una rivoluzionaria, trova ospitalità presso due sorelle non sposate che vivono in un piccolissimo paese norvegese. Le due donne, figlie di un pastore seguace di una confessione particolarmente rigida del protestantesimo, conducono una vita molto sobria e accolgono Babette con loro come governante. Dopo alcuni anni, Babette vince il premio di una lotteria francese, 10.000 franchi, una somma ragguardevole che le avrebbe permesso di ritornare in Francia a condurre una vita agiata. La donna, invece, decide di preparare un pranzo in ricordo del padre delle sue anziane ospiti, di cui ricorre il centesimo anniversario della nascita, invitando i dodici abitanti del villaggio. Il pranzo è sontuosissimo, a dispetto della sobrietà nella quale sono vissute le sorelle e i loro compaesani, e richiede giorni di preparazione e ingredienti selezionatissimi che Babette si fa mandare dalla Francia (foie gras, tartufi ecc.). Il risultato è fenomenale, degno di quella grandissima cuoca che si rivela essere Babette, che viene a spendere interamente la cifra vinta alla lotteria per la gratitudine che prova verso le persone che l’hanno accolta e le hanno dato un tetto in tutti questi anni. Il generale Loewenhielm, che sospettava un poco di quel vino, ne bevve un sorsetto, sussultò, sollevò il bicchiere prima all’altezza del naso e poi degli occhi, e lo posò poi, sbalordito. “Che strano!” pensò. “Amontillado! E del miglior Amontillado che abbia mai assaggiato”. Dopo un attimo, per mettere alla prova le reazioni del suo gusto, prese una mezza cucchiaiata di minestra, poi una cucchiaiata piena, e posò il cucchiaio. “È veramente strano!” disse a se stesso, “perché sto certamente bevendo brodo di tartaruga... e che brodo di tartaruga!” [...] Quando fu servita una nuova pietanza rimase in silenzio. “Inaudito!” disse a se stesso, “questo è Blinis Demidoff!” Si guardò intorno, osservò i suoi compagni di tavola. Mangiavano tutti calmi calmi il loro Blinis Demidoff, senza dar mai segno di stupore o di approvazione, come se lo avessero mangiato ogni giorno per trent’anni di fila [...] Il generale Loewenhielm posò di nuovo il bicchiere, si rivolse al suo vicino di destra e gli disse: “Ma questo è certamente un Veuve Cliquot 1860!” Il vicino lo guardò cortesemente, gli sorrise e fece un’osservazione sul tempo. (K. Blixen, Il pranzo di Babette) ----Ciao Teresa Ramaioli