dino secondo barili

LINO E ANNA racconto (362) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 362 Lino e Anna Per parecchie persone il rientro in ufficio, dopo le vacanze, rappresenta un “dramma”. Stessi problemi, stessi volti… una ripetizioni continua di scene già viste… Eppure, in tutte le situazioni c’è sempre qualcosa di nuovo, di “imponderabile” …che rende la vita interessante e degna di essere vissuta. Il Signor Lino, cinquant’anni anni, scapolo, impiegato presso una filiale bancaria… un anno fa… al rientro delle vacanze stava per avere un “tracollo psichico”. Le vacanze erano passate …e doveva vedersela “ancora” con la sua stessa collega Anna, che non lo perdeva mai di vista. Se per una donna è piacevole essere corteggiati… per un uomo, qualche volta diventa un’ossessione. Tutto era cominciato due anni fa. Lino e Anna avevano ricevuto un “comune incarico” e una stanza comune di lavoro. Lui, Lino, 48 anni, scapolo… Lei, Anna, 35 anni…libera (perché si era lasciata con il suo “moroso”… dopo dieci anni). Ora, Anna, si sentiva persa. Cercava un nuovo amore, una nuova occasione di vita. Sentiva il bisogno di appoggiarsi a qualcuno … e quel qualcuno l’aveva individuato nel suo collega Lino. Il fatto che, ora, lavorassero nello stesso Ufficio…ad un comune progetto… sembrava “uno scherzo del Destino”. Per Anna poteva essere un’operazione facile… ma di facile, a questo mondo, non c’è niente. Per esempio. Lino, in vita sua aveva avuto “una sola” relazione sentimentale… ma si trattava di molti anni prima. Lei,(il grande amore di Lino) lo aveva lasciato… Lui ci era rimasto male. Ci aveva fatto una malattia. Anche perché “il bancario” non era mai riuscito a capire il motivo. Quando un uomo rimane “scottato… una volta” … ha paura anche dell’acqua fredda. Ora, però, Lino e Anna dovevano convivere nella stessa stanza. Due scrivanie… una di fronte all’altra…stesso progetto… e che progetto! Un progetto in cui i due dovevano continuamente confrontarsi, discutere, scambiarsi risultati. Lino cercava di limitare al massimo le parole… ma qualche parola doveva pur dirla. Anna, invece, parlava di tutto e con tutto… con la bocca, con i gesti, con i silenzi…e con un fisico mozzafiato che avrebbe mandato in tilt anche un “eremita”. Erano soprattutto “i silenzi della collega”che lo facevano innervosire. In quei silenzi Lino ci poteva leggere di tutto. E ci leggeva di tutto… anche quello che Anna non diceva. Un giorno di un anno fa… (dopo il rientro dalle vacanze e un anno di lavoro comune) Anna si era messa a sospirare…Prima un sospiro flebile, impercettibile… poi sempre più marcato… in modo che Lino non potesse ignorarlo. Infatti, “il collega” non lo ignorò. “Cos’hai da sospirare?” chiese Lino. Era la prima volta che Anna si sentiva rivolgere dal collega una domanda. Non rispose. Fece finta di non aver sentito… Lino continuò. “Allora, si può sapere qual è il problema?” – Anna colse al volo la disponibilità. “Sono disperata. A casa mia ho l’impianto elettrico che mi fa disperare…” – “L’impianto elettrico? E perché non chiami un elettricista?” – “Già fatto. Anzi, è già il secondo che chiamo…e nessuno è riuscito a risolvere il mio problema. La situazione si complica alla sera. Ogni tanto la corrente elettrica va via… senza motivo… senza un perché. Sono preoccupata… Non so cosa pensare…” Cosa poteva fare, Lino? Tentare di dare una mano… Titubante, cercò di non esporsi troppo. Temeva di trovarsi invischiato in qualche storia… che solo le donne sanno escogitare. “Posso provare a capire di cosa si tratta…” Lino era stato cauto, ma ormai il passo era fatto. “Allora, ti aspetto questa sera a cena. Non portare nulla ho già pensato io …a tutto.” Alla sera, puntuale, Lino si presentò a casa di Anna, ma non poteva andarci con le mani in mano. Si presentò con una torta al cioccolato. L’omaggio, ovviamente, venne gradito dalla padrona di casa la quale aveva preparato una “super cena” con vini ricercatissimi. Al secondo bicchiere, Lino capì che era finito in trappola… La cena squisita, i vini ricercati, l’atmosfera idilliaca, la musica in sottofondo, le luci che si accendevano e si spegnevano… Ad un tratto Lino sentì caldo… Si sbottonò un bottone della camicia… Anna diede il suo contributo … pensò ai rimanti bottoni. Si sa che il primo bottone… è sempre il più difficile da slacciare. Il resto… viene da sé.(362)