dino secondo barili

AGOSTINO E L'ARIA DEL TICINO racconto (376) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 376 Agostino e l’aria del Ticino Gli abitanti di Pavia hanno molte fortune. Primo di tutto… perché vivono in una piccola città…con duemila anni di storia. Secondo… una città posta sulla riva di un fiume: il Ticino. Qualche lettore dirà che ci sono tantissime altre città poste lungo i fiumi. Vero. Anche tali abitanti sono fortunati… I cittadini pavesi, però, sono un po’ “campanilisti”. Esaltano sempre la propria città e il proprio fiume. Forse, sono “campanilisti” un po’ più degli altri. Come, per esempio, il Signor Agostino, 70 anni, pensionato… pavese da quattro generazioni. Quando una persona si porta dietro una “sua storia personale”… con tante vite… finisce per essere tutt’uno con Pavia. Allora la città non è più soltanto la città… ma un “incredibile intreccio di storie”. Per esempio. Il Signor Agostino, ogni mattina “deve andare” a salutare il fiume Ticino. Deve passeggiare per un quarto d’ora sul Ponte Coperto e respirarne l’aria… Qualche lettore dirà che si tratta di una mania… Una di quelle manie che, a volte, attanaglia le persone avanti negli anni. No. Non è così. Il Signor Agostino nei suoi settant’anni ha fatto molte attività e si è sempre interessato della propria città. Il “virus” glielo ha trasmesso suo padre Angelico il quale per natura era curioso. Essendo, un bravissimo pittore, era richiestissimo come restauratore di quadri del settecento e ottocento. Svolgendo tale attività con passione aveva assorbito non solo tecniche particolari, ma modi di pensare particolarmente originali. Angelico (il padre di Agostino) diceva spesso.” Coloro che non amano la propria città e il proprio fiume “non” possono capire il proprio ambiente e il proprio territorio. Anzi, non possono capire nemmeno loro stessi.” Con un simile genitore, Agostino non poteva sfuggire al “fascino del mistero”. Infatti, diceva Angelico, suo padre. “Ricordati, Agostino, che se vuoi stare bene, avere sempre idee nuove, spirito positivo… devi respirare, ogni giorno, per almeno un quarto d’ora, l’aria del fiume Ticino, sul Ponte Coperto. E’ lì che si respira l’aria migliore. E’ lì che l’aria si rimescola un’infinità di volte… in pochissimo tempo. Nell’aria c’è di tutto. C’è la vita. C’è la salute del corpo e della mente. Tutto ciò che entra nella bocca incide profondamente sul corpo e nella mente e produce gli effetti più impensati.” Agostino, aveva applicato alla lettera le parole di suo padre… e non ha mai avuto un raffreddore. Naturalmente l’aria da sola non è bastata. Ci è voluto anche un regime di vita regolare… Non troppo, ma di tutto…un po’ di ogni cosa. Agostino, però, non solo ha fatto tesoro di ciò gli ha trasmesso suo padre Angelico… Ha continuato a studiare, ad acquisire nuove conoscenze… Applicando alla lettera la regola: “Nella vita non si finisce mai di imparare”.(376)