dino secondo barili

DELFINO E LA SEGRETARIA ELISA racconto (1008) di Dino Secondo Barili


6 GIUGNO 2015 ALMANACCO DI STORIA PAVESE             Trivolzio – 6 giugno 2015 – Sabato  - 12.00 Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono  frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 1008 Delfino … e la Segretaria Elisa Un anno fa, L’Architetto Delfino era in crisi. Crisi nera. Si fa presto a dire crisi, ma quella dell’Architetto era veramente tale. La sua Segretaria, la Dott. Elisa, si era ammalata e non si sapeva quando sarebbe ritornata in Studio. Si fa presto a dire Segretaria … ma quando si tratta di una Segretaria vera, come la Dott. Elisa, allora, ci si rende conto della sua importanza. Innanzi tutto la Dott. Elisa quarant’anni, bellissima … aveva una venerazione per “il suo Capo”, l’Architetto Delfino, cinquant’anni ben portati, gagliardo e spirito giovanile. Inoltre, la Segretaria  sapeva vita, morte e miracoli dell’Architetto. Lo giustificava in ogni momento e in qualsiasi occasione … anche nelle situazioni più delicate. Per esempio. Quando L’Architetto non voleva parlare al telefono con qualche cliente, la Dott. Elisa lo giustificava (e si faceva in quattro) dicendo che era impegnato in un’importante Riunione … e non poteva in alcun modo essere disturbato. Non era vero. L’Architetto aveva bisogno solo di trovare nuove idee e si divertiva (si fa per dire) a giocare con le freccette. Qualche lettore o lettrice dirà che è un comportamento un po’ anomalo … ma si tratta di Artisti e … gli Artisti hanno un metodo tutto loro per “trovare idee nuove”. La Dott. Elisa giustificava il cinquantenne anche quando prendeva qualche “colpo di Sole” per qualche donna. Allora, l’Architetto trovava un improvviso aiuto nella Dott. Elisa per liberarsi dell’impegno. La quarantenne usava tutte le sue arti magiche per conservare la libertà dell’Architetto … come se fosse interessata a vederlo libero. Ora, però, la Dott. Elisa era ammalata e l’Architetto era negli affanni. Era senza una mano. Ne parlò con il suo amico Dott. Federico, Psicologo, il quale ascoltò pazientemente tutte “paturnie” del cinquantenne. “Federico sono nei pasticci. Mi manca la Dott. Elisa. Senza di lei sono senza una mano. E’ lei che tiene in ordine l’Ufficio. Io, per natura, sono un po’ disordinato” Disordinato? Diciamo che l’Architetto era il disordine in persona. Il suo tavolo da lavoro … era un campo di battaglia … dopo lo scontro di Waterloo. L’amico Federico aveva già capito tutto. La malattia della Dott. Elisa poteva essere una malattia diplomatica … Una di quelle malattie che affliggono improvvisamente le donne innamorate quando decidono le maniere forti per far capire all’uomo di cui si sono innamorate che è giunto il momento di prendere o lasciare. “O mi sposi o me ne vado” Lo disse apertamente all’Architetto Delfino il quale in un primo tempo cadde dalle nuvole. Infatti, non aveva nessuna intenzione di sposarsi perché la sua libertà era sacra. Ora, però, doveva decidersi, tra l’avere lo Studio in ordine oppure … un campo di battaglia permanente. Fece il pentito senza darlo a vedere. Chiamò la Dott. Elisa. Aveva bisogno di un colloquio a quattr’occhi. Concesso. Il cinquantenne si presentò con una favolosa scatola di cioccolatini … La Dott. Elisa, appena la vide, si rabbuiò in viso. “Ci siamo. Siamo alle solite … molto fumo e niente arrosto” pensò. Invece aveva pensato male. Dentro alla scatola c’era un anello di diamanti di inestimabile valore. “E questo cosa vuol dire?” L’Architetto Delfino era ormai nella rete … e la Dott. Elisa sapeva troppe cose (anche di donne). “Elisa, inutile che ti nasconda che ci ho molto pensato prima di questo passo … ma, se vuoi, possiamo tentare di vivere sotto lo stesso tetto … per vedere se siamo compatibili” A volte le persone fanno delle incredibili giravolte perché non hanno altre possibilità. In fondo, come poteva, l’Architetto, pensare ad un improvviso amore scoppiato una mattina di giugno … solo perché, dopo un improvviso temporale, era giunto il sereno? E come poteva la Dott. Elisa pensare di cambiare un uomo di cinquant’anni (di cui conosceva anche gli improvvisi innamoramenti) il quale si presentava con un anello di diamanti e le proponeva di convivere e di dividere il giorno e la notte?” La Dott. Elisa era troppo furba per lasciarsi scappare l’occasione della sua vita. Magari non era l’amore che avrebbe voluto o che si sarebbe immaginato, ma l’Architetto Delfino era sempre un bellissimo cinquantenne … oggetto desiderio di molte donne. La Dott. Elisa si rese conto che “le vie del Signore sono infinite”. Dipendeva da lei. Da come metteva le carte in tavola. “Delfino, sono disposta ad accettare l’anello di diamanti e i relativi impegni  … a una condizione … che il comando della nave della “nostra convivenza” lo assuma io. Dopo tutto nel rapporto tra due persone … ci vuole ordine … e qualcuno deve assumersi la responsabilità … come nello Studio” L’Architetto Delfino si rese conto di avere cinquant’anni. Di aver bisogno della Segretaria Elisa e che, nella vita, per avere bisogna dare. Risultato. Accettò. Dopo tutto non esiste un amore uguale ad un altro. Questa volta è andata così. - Questo è il racconto n. 1008 scritto dal 2 settembre 2012 … dove l’amore trionfa sempre … per la felicità dei protagonisti … di chi scrive … e chi legge.