dino secondo barili

OTTAVIA E LA ZUPPA ALLA PAVESE racconto (2013) di Dino Secondo Barili


    6 LUGLIO 2015 ALMANACCO DI STORIA PAVESE             Trivolzio – 6 Luglio 2015 – Lunedì  - ore 12.00 Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono  frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 2013  (Amore Duemila)     Ottavia e la zuppa alla pavese Un anno fa, nel mese di luglio, la Prof. Ottavia, quarant’anni, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … era in crisi. Pavia non è Parigi. Pavia è una piccola città di provincia di 70mila abitanti … a 25 chilometri da Milano. Una città fatta per sognare. Una piccola bomboniera dove i giorni passano lenti … a secondo del modo in cui una persona si sente. Per esempio. La Prof. Jessica, Collega e coetanea di Ottavia, ogni mattina andava prendere il caffè in Piazza della Vittoria. I primi giorni di luglio di un anno fa, stava prendendo il caffè nel suo solito Bar quando è stata avvicinata da un cinquantenne da fine del mondo. “Scusi, mi presento. Sono il Regista Marcel, sto cercando una donna come lei per la parte principale in un film che devo girare a Parigi. Cosa ne dice? Possiamo parlarne?” Quando una quarantenne, single, incontra un cinquantenne da fine del mondo e riceve una proposta simile … cosa fa? In un primo istante rimane allibita. Poi, la sua mente corre veloce come il vento. Si fa una domanda … e si da la risposta. “Adesso o mai più” La Prof Jessica ha accettato la proposta e quella stessa sera era sull’aereo per Parigi. Due mesi di riprese assicurate … nella città più bella del mondo, Parigi, la città dell’amore. Ottavia, quando l’ha saputo è andata in crisi. “Perché a Jessica, si … e a me, no?” Una quarantenne fa presto a farsi dei problemi. Da quel momento Ottavia, tutte le mattine ha cominciato a correre in Piazza della Vittoria a Pavia a prendere il caffè … nella segreta speranza di incontrare un Regista cinquantenne (da fine del mondo) che la portasse a Parigi. I giorni passavano e il miracolo non accadeva. Inoltre, ogni giorno, la Collega Jessica telefonava da Parigi … “Ottavia sono sulla Tour Eiffel” … “ sono al Lido” … “sono sulla Senna” e via di questo passo. Per la Prof. Ottavia era un mangiata di fegato quotidiana … una dopo l’altra. Del resto cosa poteva fare? Pavia è Pavia … Pavia non è Parigi. Al massimo, Ottavia poteva andare sul Ponte Coperto a guardare l’acqua del fiume Ticino che calma e placida scorreva sotto i suoi occhi. L’unica alternativa era Piazza della Vittoria … un “catino” dove succede di tutto … anche i miracoli. E, già, i miracoli. Per Ottavia, un anno fa, ci voleva proprio un miracolo. Ne parlò anche con la sua Collega Prof. Rachele la quale era la “Capa delle fuori di testa”. “Ottavia, il tuo desiderio è più che legittimo. Chi è quella donna che a quarant’anni non sogna di essere a Parigi nel mese di Luglio? Tutte … e tutte al fianco di un cinquantenne … bellissimo … ricchissimo … con quell’elegante modo da “Don Giovanni” sciupa femmine … un po’ sfrontato … come dire … “Visto chi sono io? L’uomo che non deve chiedere mai” A parte questo ho un consiglio per te. Ho letto nel tuo oroscopo che nel mese di luglio, tu Ottavia, devi vestirti di rosso …” Ottavia rimase sconcertata. “Vestirmi di rosso? Ma dove sta scritto che una quarantenne come me deve vestire di rosso ogni giorno del mese di Luglio?” Rachele rimase impassibile. “Ottavia non scherzare con il Destino. Se vuoi andare a Parigi … devi vestirti di rosso … ogni giorno … specialmente quando vai a prendere il caffè in Piazza della Vittoria. Bei vestiti rossi … leggeri, svolazzanti … tipo Marilyn Monroe … che al primo soffio di vento mandano in estasi tutti gli uomini della Piazza. Un giorno mi ringrazierai per questo consiglio” Ottavia tacque, ma la sua mente cominciò a macchinare. Entrò in parecchi negozi del centro di Pavia e acquistò alcuni vestiti rossi, leggeri, che erano la fine del mondo. La mente della Prof. Ottavia si sentì a suo agio … Del resto … il rosso da alla testa … non solo agli uomini … ma anche alle donne (soprattutto alle donne). Vestita di rosso Ottavia si sentiva una Dea … e gli occhi di tutti (uomini e donne) erano su di lei. Quasi quasi si pentiva di non aver iniziato prima. Nel mese di luglio, Pavia, è piena di iniziative. Un anno fa, un gruppo spontaneo aveva organizzato il concorso tra donne quarantenni in grado di fare la migliore “zuppa alla pavese”. Ottavia partecipò in quanto era una patita della cucina locale  pavese. Partecipò, ma la lotta tra le concorrenti era agguerritissima … e tutte volevano vincere perché c’era in palio una “vacanza a Parigi”. Inoltre, la Giuria era composta da soli esperti uomini … cinquantenni. Ottavia si rese conto che non doveva solo saper cucinare una “favolosa zuppa alla pavese”, ma di mandare in estasi gli uomini della Giuria. La quarantenne Ottavia chiese nuovamente consiglio alla Collega Rachele la quale ne sapeva una più del Diavolo. “Ottavia, se vuoi vincere, non devi solo vestirti di rosso, cucinare una stupenda zuppa alla pavese … ma, al momento opportuno, devi svenire tra le braccia del Presidente della Giuria” Per Ottavia il consiglio è stato prezioso. Dopo la messa in scena del concorso, Ottavia colse l’occasione propizia per fingere uno svenimento in piena regola. Uno di quelli che si vedono in certi splendidi film. Il cinquantenne Presidente della Giuria, Dott. Rodolfo, era sensibilissimo agli improvvisi svenimenti femminili … Ogni volta che una donna sveniva tra le sue braccia … regalava ad essa … un bacio ed un diamante. La cosa si è ripetuta allo svenimento di Ottavia, la quale rispose al bacio … con un altro bacio. Questo volta, però, Ottavia, vinse la vacanza a Parigi, il diamante … e pure la proposta di matrimonio. Buona giornata a tutti i lettori di questo racconto … Clicca “scrivi commento” e lascia il voto da 1 a 10. Serve per il racconto di domani. Dino (2013)