dino secondo barili

BEREGUARDO (Pavia) di Teresa Ramaioli


BEREGUARDO (Pavia) di Teresa Ramaioli 
iltuonoilgrillo il 11/10/15 alle 11:22 via WEBBEREGUARDO---- Bereguardo fu possesso del Vescovo di Pavia. Nel 1300 Luchino Visconti costruì un Castello. Il suo nome risente chiaramente dell’influenza della letteratura francese, italianizzando il nome francese di «Bel-Regard» (“Bello Sguardo”) in Bereguardo. Il Castello, rimasto possesso dei Visconti, servì, più che per scopi guerreschi, come Villa Ducale, resa più attraente per annessione di una superba riserva di caccia, unitavi dal Duca Gian Galeazzo Visconti, con un decreto del 16 febbraio 1386, che estendeva a tutto il territorio del Ticino, allora ricchissimo di fitti boschi e selvaggina di ogni sorta come cinghiali, cervi, caprioli, daini .Nell’anno 1447 il Conte Francesco Sforza, nell’intento di impadronirsi del Ducato di Milano, pose assedio al Castello di Bereguardo. In quell’anno era Castellano di Pavia Matteo Marcagatti di Bologna, detto il Bolognino il quale, indotto da Agnese Del Maino, consegnò Pavia al Conte Sforza e questi, per l’aiuto avuto, rimunerò il Bolognino col titolo di Conte e col soprannome di Attendolo, e gli donò il Castello di Bereguardo. Questa possessione rendeva in quel tempo alla camera Ducale 900 ducati e, dopo quella del Parco di Pavia e del Castello di Settimo, era la maggiore di tutte le possessioni ducali nel territorio pavese. Essendo in quel tempo rimasta trascurata la caccia, la selvaggina era talmente cresciuta, che fu accordata la facoltà a chiunque di ucciderla nel territorio. Il primo di aprile del 1450, essendo Francesco Sforza diventato Duca di Milano, revocò la donazione di Bereguardo al Bolognino, e la volse a favore del Conte Giovanni Tolentini della Stacciola, del Ducato di Urbino, suo capitano e consigliere ducale, al quale diede in sposa la propria figlia naturale Isotta Sforza, conservando però a sé stesso una parte dei diritti feudali. Il Conte Giovanni Mauro da Tolentino tenne il feudo di Bereguardo dal 1450 al 1470, anno di sua morte. Memorie dei Tolentini in Bereguardo sono il Canale Ticinello, poi chiamata Roggia Tolentina, e le Cascine Tolentine (Cascina Grande, Cascina Conca, etc). Nel 1374 si ha memoria documentata del Porto, o passaggio sul Ticino, consistente in un ponte di barche, o più frequentemente di una semplice nave girante dalle due rive, per trasporto dei passeggeri. Era uno degli undici porti costruiti sul Ticino, il quinto da valle a monte. Nelle vecchie carte geografiche e documenti, era chiamato di Bereguardo, di Parasacco, della Zelata, del Pissarello ed anche di Garlasco. Per la sua importanza commerciale militare, nel 1378 fu fortificato, e sostituito nel 1449 da un ponte di barche dal Duca Francesco Sforza, per transito e poi sostituito da un ponte in chiatte stabile, qui trasferito dalla Becca sul Po. (tratto dalle Memorie Storiche del Prevosto don Terzo Cerri) Donazione del Castello di Bereguardo al Comune In data 10 Marzo 1897, a rogito del Dott. Tito Rosnati, Notaio in Milano, al suo n°1589 del Repertorio si trova l'atto di “Donazione del Castello di Bereguardo fatto dal Sig. Ing. Giulio Pisa al Comune di Bereguardo”. Questo l'incipit: «Regnando S.M. Umberto I, per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'italia. L'anno mille ottocento novantasette, 1897, il giorno dieci, 10, del mese di marzo. In Milano, nella casa d'abitazione del Sig. Ing. Giulio Pisa posta in via Palestro, 2, il Sig. Ing. Giulio Pisa volendo dare una prova del suo interessamento al comune di Bereguardo di cui è uno dei principali proprietari si determinò di fare donazione irrevocabile al comune stesso dell'infradetto Caseggiato costituente l'antico Castello detto di Bereguardo.» Ciao Teresa Ramaioli