dino secondo barili

FLAMINIA racconto (391) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 391  Flaminia La Signora Flaminia, dopo decenni di lavoro assiduo, era finalmente andata in pensione. Sessantasei anni non sono molti e quando si arriva alla “meta”… sembra di assaporare un “atto liberatorio”. E’, però, il momento in cui si fanno i “bilanci”… ciò che si è dato…e ciò che si è avuto. Sul piano economico, Flaminia non aveva nulla da eccepire. Aveva avuto un lavoro soddisfacente e un marito che, a sessant’anni, aveva preso la via del cielo… dopo una lunga malattia. Flaminia si era detta. “Basta uomini… uno, basta e avanza…” Ma tra il dire e il fare … (come diceva il proverbio) ci stanno di mezzo i “sentimenti”… che sono tanti “oceani” inesplorati. Finché c’era il lavoro tutto era facile. Quando però, un anno fa, la Signora Flaminia è andata in pensione le cose sono totalmente cambiate. Ogni tanto, la neopensionata, si faceva un po’ di crucci (“Se avessimo avuto almeno un figlio… sarebbe tutto diverso”). Inutile, farsi dei crucci, quando non servono a niente e non  risolvono la situazione. Inoltre la Signora Flaminia aveva un’amica coetanea, La Signorina Marta, maestra in pensione, nubile… con la quale si confrontava (e non condivideva niente). Infatti, la maestra Marta, era sempre piena di mali e malattie…(e le malattie che non aveva… se le inventava). Ormai, Flaminia aveva capito il soggetto… Per Marta erano una scusa per attirare l’attenzione. Inoltre, la “maestra” Marta, dispensava giudizi e consigli a tutti, a volontà, come se avesse vissuto centomila esperienze. In effetti, non ha mai avuto nemmeno un uomo… un moroso o qualcosa del genere. La Signora Flaminia, invece, ora che era in pensione, aveva capito che “un nuovo amore… non sarebbe stato niente male”. Naturalmente, non poteva dirlo all’amica Marta. Per aggirare l’ostacolo e allacciare nuove amicizie maschili, si iscrisse ad un Club di giocatori di carte. Nulla di eccezionale. Tre pomeriggi alla settimana, la Signora Flaminia, un anno fa, cominciò a frequentare la sede del Club. C’erano uomini e donne dai cinquant’anni in su. Inoltre era possibile scegliere tra le varie sezioni: briscola, scala quaranta e molte altre varietà di giochi di carte. La briscola (dei principianti) era la più facile e la più affollata. C’erano molti uomini intorno al sessantotto settant’anni. Proprio il posto giusto per fare conoscenza con qualche “soggetto interessante”. I giocatori di carte, però, hanno un difetto… “sono dei giocatori”. Il segreto dei giocatori non era quello di vincere o perdere… ma quello di giocare. Flaminia, non era a conoscenza di questo particolare. Si illudeva che i giocatori guardassero le donne (e lei in particolare). No. I giocatori guardano le carte. Non si accorgevano neppure se una donna è girata davanti o di dietro. Se cambia vestito o aveva sempre il solito. Flaminia ce la metteva tutta…ma i giorni passavano e non era possibile allacciare alcun discorso. Un pomeriggio stava per andare al Club quando si accorse di aver lasciato a casa il portafogli. Non poteva andare al Club senza soldi. Ogni partita aveva bisogno di almeno una puntata… minima, ma sempre di puntata si trattava. Rifece la strada. Ritornò a casa. Davanti all’ingresso della sua casa c’era un Signore che suonava il campanello. Lo riconobbe subito. Era il suo compagno di terza media: Giancarlo. Un bell’uomo che si era mantenuto tale pur avendo la stessa età della neopensionata. “Flaminia sono venuto a Pavia. e ho pensato di passare da casa tua per un saluto… Spero di non disturbare. Ho anche una proposta. Al mio paese ho vinto un “viaggio a Londra” di una settimana per due persone. Essendo solo, mi sono detto. Perché non proporlo a Flaminia? E’ un po’ come se ritornassimo in terza media… quando te ed io facevamo coppia fissa.” Flaminia si illuminò. Era proprio la proposta che ci voleva per ravvivare la vita.(391)