dino secondo barili

DONATA racconto (404) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 404 Donata Non sempre il lavoro regala soddisfazioni. Anzi, a volte il lavoro rende accidiosi. Ne sapeva qualcosa la Prof. Donata, quarantacinque anni, single, Docente di Matematica in un Liceo milanese. Un anno fa, la Prof era in disaccordo con i suoi colleghi per il modo in cui gli studenti seguivano le lezioni… in particolarmente le “sue”. Il pensiero di Donata era chiaro. “Non è possibile andare avanti così. Ci sono studenti che sono motivati e rendono, mentre ci sono altri che sono come “il freno a mano (di un’automobile)…sempre tirato”. Non solo non fanno nulla per loro, ma “frenano” anche coloro che vogliono studiare. Una simile situazione fa male soprattutto a chi ha voglia di insegnare … Dispendio di energie e stress portato al limite estremo. Sarebbe giusto fare qualcosa.” Il suo collega sessantenne, Prof. Saverio, egli pure Docente di Matematica, cercava di convincerla a non insistere. “Lascia perdere, la scuola va avanti così… Non puoi metterti contro la natura delle cose. La matematica non è una materia per tutti. E sono pochi gli studenti che la digeriscono…” La Prof Donata non volle sentire ragioni… Era convinta che nella vita c’è sempre una possibile soluzione….e si può sempre migliorare. Vero… solo a parole. Bisogna vedere se poi, all’atto pratico, è possibile. Visto che era impossibile convincere i propri Colleghi, Donata, cercò di trovare la soluzione da sola. Milano offre infinite possibilità. Individuò un “corso” speciale sui “segreti della matematica”. La Prof ne fu attratta e si iscrisse. La prima lezione si tenne nel sottoscala di un palazzo vicino alla Stazione Centrale. Sette persone in tutto, sedute su sedie sgangherate. Una specie di “carbonari”… neofiti, fuori di testa… a cominciare all’Insegnante. Più che un Insegnante sembrava un “esaltato”, vestito totalmente di blu, capelli lunghi, svolazzanti, occhi da allucinato. Quando, aprì bocca, però, i presenti ne furono affascinati. Più che un Insegnate sembrava un “innamorato della matematica”. Si espresse con foga “Mi chiamo Rodolfo… voi chiamatemi Rudy. Il mio pensiero è chiaro. Coloro che non amano la matematica… non amano la bellezza del Creato. La matematica è armonia, musica, gioco di forze contrapposte in perenne competizione…” Donata capì che aveva trovato la persona giusta, quella di cui aveva bisogno. Azzardò una domanda. “Professore, posso farle una domanda? Mi chiamo Donata. Ho quarantacinque anni e insegno presso un Liceo milanese. Come devo fare per far piacere la matematica si miei studenti?” “Il matematico” si illuminò d’immenso. Rodolfo chiuse gli occhi, come se dovesse fare dei calcoli mentali… poi pronunciò la “sentenza”… “Per far appassionare gli studenti alla matematica è necessario essere innamorati. L’innamoramento è un momento particolare della vita in cui tutto procede alla velocità della luce. Il mondo appare colorato di rosa…e nessuna cosa è impossibile. L’innamoramento è contagioso. Contagia tutti coloro che ne sono coinvolti. I numeri non sono più numeri ma parti di noi stessi.” Donata ebbe la sensazione che Rodolfo avesse parlato al suo cuore più che alla sua mente. Ebbe un fremito. Divenne rossa come un peperone. Anche Rodolfo si rese conto di aver pronunciato un “desiderio” più che un’opinione. Anche due donne presenti tra i partecipanti al corso provarono sensazioni strane… come se avessero preso parte ad “una dichiarazione d’amore”… d’amore per la scienza, per la matematica, per la vita”. - (404)