dino secondo barili

ALESSIA racconto (414) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 414  Alessia Pavia è una bella cittadina, antica, pulita, ordinata. Se non fosse per il “brutto vizio” dei graffiti… sarebbe esemplare, ma (ogni epoca ha i suoi guai … “i graffiti”, appunto… e nei posti meno indicati). A Pavia le persone sono elegantemente vestite. Si vede che è una cittadina ricca (nonostante la crisi)… e non solo di storia. Lo si può osservare anche in Piazza della Vittoria, salotto della città, dove un’elegante gioventù è tranquillamente e felicemente seduta ai tavoli dei Bar in piacevole conversazione. L’Università contribuisce a mantenere alto il livello non solo culturale, ma anche sociale della città. Di tutt’altra natura è la Lomellina che incomincia subito dopo il Borgo Ticino… in quel del Siccomario. Non importa che San Martino Siccomario sia il prolungamento di Pavia città. I campi sono già “in Lomellina”, terra di antichissime tradizioni (sette, ottomila anni). E’ proprio in Lomellina che si vede la differenza con Pavia. La gente vive una vita diversa. Meno appariscente… dedita al lavoro. Parla poco…e, soprattutto, pensa agli affari propri. E’ proprio quel pensare agli affari propri che fa di ogni persona una “fonte inesauribile di attese”. In fondo, ogni persona ha delle speranze, ma sono le condizioni ambientali che la spingono ad essere sempre in movimento, sempre con gli occhi rivolti al futuro. Al futuro proprio… naturalmente. Come Alessia. Terminata la scuola media si era iscritta al Liceo, ma non era la sua strada… Alessia aveva una passione: la cucina… ed il Liceo (secondo lei) era una perdita di tempo. Dopo qualche mese lasciò la scuola e cominciò a proporsi come aiuto cuoca. In Lomellina ci sono parecchi Ristoranti che sono subentrati alle antiche Osterie. Ne hanno conservato l’insegna e la tradizione. In brevissimo tempo, Alessia, si “attaccò” ad una vecchia cuoca… che ne sapeva una più del diavolo. Ogni persona, però, si porta dietro il proprio bagaglio culturale. Alessia, voleva imparare l’arte della cucina … ma a modo suo. Ordine, pulizia, razionalità (per quanto possa essere razionale l’arte di far da mangiare). Tuttavia, Alessia era furba e approvava ogni cosa facesse la “vecchia cuoca”. Per tre anni, Alessia aveva lavorato come una “pazza”, facendo sempre buon viso anche quando avrebbe voluto rivoltarsi come una iena. A diciotto anni, Alessia, era pronta per il grande salto. Attraverso il passaparola, si era proposta come “cuoca” in qualche “Casa benestante pavese”. Ci sono ancora le famiglie ricche che amano avere una propria servitù. Dopo qualche mese, la giovane cuoca “lomellina” venne assunta presso una ricca Famiglia pavese. Questa volta, però, doveva fare tutto da sola. Era sola in cucina…e doveva garantire tre pasti al giorno …e qualche extra. La giovane cuoca, abituata com’era a “leggere nel pensiero” alle persone era in grado di anticipare ogni e qualsiasi esigenza. Inoltre, il pallino di Alessia era: ordine, pulizia e razionalità (a modo suo). Per prima cosa la cuoca “viziò la padrona” e ne divenne complice. Il “padrone” era come se non ci fosse (è la fine che fanno molti uomini che curano la propria immagine pubblica)… Il problema era il figlio unico di trent’anni… fuori corso all’Università… preoccupato, forse, di una sola cosa… far passare il tempo. Quando, un giovanotto di trent’anni si vede girare in casa una ragazza di diciotto anni, che non ha tempo da perdere, diventa un problema (per il giovanotto). Alessia è della Lomellina. E’ troppo furba per giocarsi il posto e fingere di compiacere al giovanotto. Erano passati alcuni mesi ed il “fuori corso all’Università” aveva preso una cotta superlativa per la cuoca diciottenne. Alessia, però, faceva finta di niente e continuava a viziare la padrona la quale stravedeva per “la sua” cuoca. Un giorno è stata la stessa padrona a proporre ad Alessia una serata ad un Teatro di Milano con il figlio. La giovane cuoca pose delle condizioni: “il giovane virgulto doveva fare ciò che voleva lei: ordine, pulizia e razionalità”. Tutto andò per il meglio. Dopo aver viziato la padrona, ora doveva “domare” il padroncino… Questa storia avvenne due anni fa. Ora, Alessia è diventata “la serva padrona” al punto che nessun componente la ricca famiglia pavese può più fare a meno di lei. Diceva un vecchio detto” lomellino”. “Le persone vanno sempre prese … per la gola” -(414)