dino secondo barili

GIACINTO racconto (428) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 428 Giacinto Il Prof. Giacinto, Docente di Lettere in un Liceo milanese stava attraversando un periodo “nero”. Cinquant’anni ben portati. Una conoscenza della materia (Dante in particolare) di cui andava orgoglioso, lo stipendio sicuro… (non era proprio così “nero” come il lettore potrebbe pensare). Il problema vero di Giacinto…erano le donne. A cinquant’anni era ancora scapolo (anzi, single) e questo poteva “non essere” un problema … Il fatto è che il Professore, non poteva fare a meno delle donne. Ne era attratto. Erano il suo chiodo fisso. Il cinquantenne, però, si era fatto una cattiva fama presso il gentil sesso. Nessuna donna, dopo aver saputo che era il Prof. Giacinto, voleva uscire… nemmeno per caffè al Bar. Quando una persona si trova in un “vicolo cieco”… cerca tutte le possibili scappatoie per uscirne. All’apparenza, il Professore sorrideva sempre, aveva parole gentili con tutti… Dentro di sé, però, si mangiava il fegato. Pensò di rivolgersi ad un suo amico Psicologo, il Dott. Martino, il quale lo sottopose a parecchie “sedute”. L’amico Psicologo, alla prima seduta andò subito al sodo. “Giacinto, non per sapere i tuoi affari, ma cos’è che ti ha portato ad avere una così cattiva fama presso le donne?” Il Docente di Lettere aveva bisogno di “liberarsi la coscienza”. Partì come un proiettile. “Vedi Martino. Le donne sono il sogno della mia vita. Per loro non so cosa farei… Il fatto è che hanno un modo di fare che mi mette a disagio ed io reagisco. Ti faccio un esempio. Io, mi avvicino ad una donna che mi piace. Sono attratto dal suo fisico, dai suoi capelli, dal suo viso, dai suoi occhi, dalla sua bocca, dalla sua voce… Pensi subito di aver trovato la persona giusta, la donna ideale. Cominci a sognare… a vederla accanto a te, sempre sorridente, gentile, disposta a dialogare, a parlare delle cose di casa… senza trasformarle in “dramma”. Il mio desiderio è di poter parlare d’amore, di poesia, d’arte… Invece, dopo un po’…(dopo che “lei” pensa di averti “ingabbiato”)… la donna che hai lungamente atteso, sognato, desiderato… comincia a farti domande, con chi sei stato, dove, che cosa hai detto, che cosa hai fatto… A quel punto, cerchi di essere convincente… cioè, raccontare i fatti della vita quotidiana. Invece, no. La donna che credevi disposta a dialogare, a parlare d’amore, si trasforma in un “gendarme”, in un “giudice” il cui scopo è… limitare la tua libertà. La libertà di incontrare gli amici con i quali parlare di tutto. Non parliamo poi, se viene a sapere che tra gli amici… ci sono anche le amiche. Allora si… che comincia l’immancabile sospetto che tu hai una doppia vita… con chissà quali relazioni. A quel punto, il rapporto comincia a diventare una “camicia di forza”. Un modo di sentirti in prigione… una prigione senza sbarre… ma sempre “prigione”. Allora non c’è che una soluzione. Battere in ritirata… prima che sia troppo tardi. Se una donna si comporta così… quando non è ancora sposata… immaginarsi, il giorno, in cui diventa moglie.” Il Dott. Martino prese nota, ma non disse nulla. Pose, però, una nuova domanda. “Allora, secondo te, Giacinto una delle crisi della coppia di oggi, pensi sia dovuta all’eccessiva vocazione della donna a condizionare l’uomo in tutti i suoi movimenti e pensieri?” Il Professore di Lettere si incendiò. “Martino, ti dico solo una cosa. La tendenza della donna è di mettere “psicologicamente” in crisi l’uomo, nel suo modo di pensare e di agire, mettendo in discussione tutto ciò che fa e dice. Quando un uomo si sente sul “banco degli imputati” in ogni momento della giornata… non ha che una alternativa … cercare la donna giusta. Ma, quella “donna”, forse, esiste solo nel mondo dei sogni….” - (428)