dino secondo barili

LA SIGNORA MARIA DI PAVIA racconto (429) di Dino Secondo Barili


Intrigo … …a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia, pertanto non hanno  nulla a che vedere con persone reali o fatti realmente avvenuti) 429 La Signora Maria di Pavia Si fa presto a dire benessere, ma prima di tutto bisogna sapere cos’è e avere una scala di valori. Per esempio, da quanto è iniziata la crisi economica (da quando? un’eternità!), la Signora Maria di Pavia, sessant’anni ben portati si è dedicata anima e corpo alla cucina. Secondo la Signora Maria, tutto dipende da ciò che si mette sotto i denti e dentro allo stomaco. Marito, due figlie con rispettivi “morosi”, la sessantenne pavese ha applicato la lezione che applicava sua mamma e sua nonna: “mangiare bene… risparmiando”. Qualche lettore dirà che è più facile dirlo… che farlo. Eppure la Signora Maria ci è riuscita a meraviglia. Mangiare “non” vuol dire “abbuffarsi come maialini”… (per poi fare le cure dimagranti). Mangiare… quanto basta. Stare ai pasti … e non consumare nulla. E’ ovvio che nella vita delle persone non c’è solo il mangiare e il bere. C’è anche “il rapporto umano” che specialmente in casa, in famiglia è fondamentale. Il marito della Signora Maria si chiama Gianfrancesco, ha sessantaquattro anni ed è sempre allegro. Senza essere degli indovini si sa che “l’allegria” di un marito… dipende al novantanove per cento dalla moglie. La Signora Maria non parla mai di mali e malattie, di fatti di cronaca nera, dei listini di borsa, delle politiche economiche governative… Controlla, invece, il movimento sul suo conto in banca. Al massimo racconta qualche barzelletta (una al giorno… per togliere il medico di torno) … e sempre con l’intento di sollevare il morale, lo spirito, animare la conversazione. Secondo la sessantenne pavese … meglio ridere che piangere. Inoltre, è importante guardarsi da coloro che prevedono catastrofi imminenti… Sono proprio “coloro” che aspirano a star bene (loro) …e far star male (gli altri… cioè noi!). Quando in una famiglia, il rapporto tra marito e moglie funziona, anche gli altri componenti ne traggono beneficio. In questo caso le due figlie con i rispettivi morosi. Le figlie sono “tutt’uno” come la madre. Infatti, si diceva un tempo: “Tale la madre … tali i figli”. Un buon metodo per apprezzare il benessere è quello di conservarlo. Nella famiglia della Signora Maria, ogni domenica è “un giorno di festa”. Un giorno in cui tutti i componenti si riuniscono a mezzogiorno per dare “fuoco alle polveri”. E’ proprio alla domenica a mezzogiorno che la sessantenne pavese da il meglio di sé… in cucina. Alla domenica, la Signora Maria si alza prestissimo (anche le cinque del mattino). Come la più consumata esperta nell’arte culinaria, occupata tutti spazi possibili con… pentolini e pentoloni. Insomma, un vero “fac-simile” delle cucine tipo “studio televisivo” che vanno tanto di moda adesso. Manca solo il cameramen. Nessuno deve entrare in cucina. Il pranzo viene servito in sala da pranzo all’ora stabilita. Come tutte le cuoche che si rispettano è d’obbligo la frase… “questo piatto sarebbe riuscito meglio se…” (pronunciato dalla Signora Maria). Le due figlie sono “maestre” nell’apparecchiare la tavola e privilegiano (ovviamente) i rispettivi “morosi”. Gianfrancesco, il marito della Signora Maria, si dedica al “dopo-pranzo”. E’ un virtuoso della chitarra classica. Suona e canta da Dio (…si fa per dire). Il suo “campo di battaglia” sono le canzoni folk di una volta…. Come: “La bela Gigugin”, “la filanda”, “l’uselin de la comare” ecc. (rivedute e corrette). Con un simile repertorio anche “un frate … potrebbe prendere moglie”. Siccome, però, i frati conoscono “l’antifona”… La moglie la consigliano a tutti… ma loro rimangono scapoli. - (429)