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IL DRAGO TARANTASIO di Teresa Ramaioli


IL DRAGO TARANTASIO  di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 11/02/16 alle 17:06 via WEBIl drago Tarantasio La leggenda narra che nella metà del IV sec., situato nell’area compresa tra Brembate e Cremona, vi era un lago conosciuto da tutti col nome di Gerundo. Questo vasto lago ospitava una possente e spaventosa creatura: il drago Tarantasio. Si narra che il mostro divorasse i bambini e che col suo pesante e pestilenziale fiato avvelenasse l’aria causando la febbre gialla. La gente reclamava a gran voce un eroe, qualcuno che potesse liberarli da quella angosciante e temibile presenza. Numerosi furono i tentativi di uccisione da parte di cavalieri e guerrieri, ma tutti si rivelarono vani. La svolta decisiva ci fu quando giunse in città Uberto Visconti che con coraggio affrontò e sconfisse il drago Tarantasio prima che quest’ultimo potesse ingoiare un fanciullo che aveva già bloccato tra le sue fauci. Uberto volle immortale la disfatta della creatura facendo riprodurre sul proprio scudo il noto biscione. IL LAGO GERUNDIO------Il lago Gerundo era una grande distesa d’acqua la cui portata variava nei secoli a seconda delle opere di canalizzazione e di bonifica probabilmente effettuate già al tempo dei romani e nel medioevo, soprattutto dai monaci benedettini. Alimentato dalle piene dei fiumi Adda, Oglio, Lambro e Serio, era In parte una immensa palude inospitale e malsana ma, in alcune zone, ed in alcune epoche, era anche navigabile e pescoso. In seguito però alle invasioni barbariche ed alla caduta dell’impero romano, la zona diventò nuovamente soggetta a frequenti alluvioni causate dall’abbandono delle opere di bonifica. Prima di elencarvi le leggende, occorre spiegare però come e dov’era il famoso Lago Gerundo che si estendeva fin quasi ai confini della provincia di Milano. Cominciava a nord nei pressi di Brembate, scendeva a Vaprio, Cassano, Rivolta d’Adda, Lodi e giù fin quasi al Po tra Piacenza e Cremona.. Risalendo sulla riva destra cremonese e bergamasca, lambiva i territori di Soresina, Soncino, Romano e Caravaggio, poi su fino a Gera d’Adda per poi ritornare a Brembate. Nel bel mezzo della palude c’era l’isola Fulcheria (da Fulcherio capitano longobardo) con la città di Crema. Si hanno notizie del lago fin dall’epoca romana e, tra l’altro sulle sue rive, nel 218 a.c. ci passò pure Annibale Barca, il cartaginese che sconfisse i romani di Publio Cornellio Scipione nella battaglia del Trebbia a pochi chilometri da Piacenza. Per la cronaca Scipione, si prese poi la rivincita finale nel 202 a.c. nella battaglia di Zama, guadagnandosi l’appellativo di Africano, ma questa è un’altra storia… Ciao Teresa Ramaioli .(Rispondi