dino secondo barili

ENRICA E IL SEGRETO DEL SUCCESSO racconto (586) di Dino Secondo Barili


Intrigo ……a Pavia (Questestorie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)racconto del giorno 586Enrica e il segreto del successoLa vita è fatta di emozioni e le emozioni non accadono per caso. Sono,spesso, frutto di riflessioni approfondite e vissute. Un anno fa, la pensavacosì anche Enrica, una trentenne impiegata presso una Agenzia Commerciale aMilano, abitante a Pavia. L’Agenzia Commerciale, un anno fa, era in crisi. Hadovuto tagliare i costi e ha messo il personale in cassa integrazione per tregiorni alla settimana. La trentenne Enrica poteva contare solo sul propriolavoro. Inoltre “non” aveva un fisico mozzafiato... di quelli che aprono tuttele porte. Era una ragazza normale… come ce ne sono tante. Trovarsi tre giornialla settimana senza lavoro è un’esperienza terribile. Cosa fare per “non”cadere in depressione? Reagire! Reagire il più velocemente possibile. Come?Proponendosi come collaboratrice saltuaria nelle più svariate attività. Enricaha cominciato a telefonare a destra e a manca. Inoltre, era una patita delcomputer e di Internet. Ha cominciato a visitare tutti i luoghi “virtuali”possibili. Alla fine ha trovato un appiglio nel sito di una Casa Editrice poconota. Nel Sito cercavano una persona disponibile a scrivere (sotto dettatura)testi per un Autore che a cinquant’anni non aveva ancora imparato ad usare ilcomputer (e non lo voleva utilizzare). Qualche lettore dirà che, oggi come oggi,è impossibile… Invece, no. Ci sono persone che sono negate nell’uso delcomputer e oppongono un rifiuto difficile da spiegare. Prima di dare larisposta definitiva, Enrica, chiese di conoscere personalmente l’Autore inquestione. L’incontro è avvenuto a Milano, in un Caffè della Galleria VittorioEmanuele II. L’Autore si chiamava Gerardo, ma firmava i libri con un altronome… Inoltre, aveva un carattere da far paura. Il primo incontro è stato undisastro. I due sembravano il Diavolo e l’Acqua Santa… Nessun punto diincontro, né gli orari, né il compenso. Più che un compenso sembrava unacarità. Enrica e Gerardo, tuttavia, si lasciarono scambiandosi il numero delcellulare e la mail per eventuali nuove proposte. Dopo quell’incontro, però,Enrica aveva fatto delle ricerche sull’Autore. Aveva trovato alcuni libri diGerardo ed era rimasta di stucco. Il modo in cui erano scritti, le vicenderaccontate, i paesaggi descritti contrastavano con il Personaggio che avevaincontrato in Galleria a Milano. Per ampliare la conoscenza, Enrica avevaparlato con un Funzionario della Casa Editrice, il quale aveva confermato il“pessimo carattere” del soggetto in questione. Intanto Enrica continuava aleggere gli scritti di Gerardo e aveva trovato la “chiave di lettura dell’Autore”.Si era convinta che sotto “quell’orso”c’era un'altra persona, romantica,gentile, sensibile, premurosa. Con ogni probabilità Gerardo aveva vissutoparecchie delusioni amorose. Ormai Enrica sapeva cosa fare. Prese iltelefonino. Digitò il numero del cellulare di Gerardo e diede la suadisponibilità a svolgere la nuova attività…con qualsiasi compenso. Lo scrittoreaccettò. I primi momenti sono stati difficili. Enrica sapeva che, trovata “lastrada”, sarebbe stata la sua fortuna. Così fu. Dopo il primo libro che harichiesto un notevole impegno… ne seguirono altri. Sembrava, però, che Enricanon riuscisse proprio sciogliere il nodo. Intanto il rapporto era diventatocivile ed il compenso interessante. Un sabato mattina di un anno fa, Enrica nonaveva niente da fare. Decise di fare quattro passi in Piazza del Duomo aMilano. Si dice che “le Piazze… siano il paradiso dei passi perduti”. Non… inPiazza del Duomo a Milano… dove nessun passo è mai perduto. Mentre Enricaguardava la facciata del Duomo, una troupe cinematografica stava girando lascena di una fiction. Tra gli Attori c’era anche Gerardo il quale, durante lapausa, volle presentare Enrica al Regista Dott. Walter. Questi la prese subito insimpatia e la convocò per alcune scene in fase di preparazione. Quello stessosabato, Enrica e Gerardo condivisero una pizza insieme. Insieme passarono ilpomeriggio passeggiando tra Piazza del Duomo, Piazza Cordusio, Via Dante e ilCastello Sforzesco… Verso le cinque della sera… Gerardo ebbe una pensata.“Enrica, perché non facciamo un salto a Parigi? Prendiamo l’aereo e in un paiod’ore siamo nella città più romantica del Mondo.” La trentenne non sapeva cosarispondere… Aveva con sé solo i panni che portava addosso e la borsetta. Sisentì un po’ impacciata. “Enrica, non farti tanti problemi e scrupoli. Unpersona è quella che è… non quello che si porta dietro. Una persona è quelloche sa dare, in modo naturale e spontaneo, senza orpelli e false apparenze. Lasocietà di oggi è una “mezza presa in giro”… Un persona non si presenta, quasimai, per quella che è, per quello che sa, e per quello che sa fare. Si presentacome il Dottor Tale o la Dottoressa Talaltra… oppure amico di… o parente di Tizio o Caio … ecc. ecc. Un modo per farcredere (agli altri) …ciò che non è. Quando poi si conosce bene una persona…ritorna “la verità” raccontata da Metastasio (1698 – 1782) “chissà quanti cheinvidia fanno… (una volta conosciuti) … ci farebbero pietà”. Partiamo quindi.Parigi è nostra… la meta dei nostri sogni.” Enrica capì che non poteva perderequell’occasione. Era troppo ghiotta … Era una promessa di baci a volontà, diemozioni a non finire. Perché il treno … bisogna prenderlo quando passa…Impossibileprevederne il passaggio una seconda volta-(586)