dino secondo barili

I DUBBI DEL DOTT. ANDREA racconto (601) di Dino Secondo Barili


Intrigo ……a Pavia (Questestorie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)racconto del giorno601I dubbi del Dott. AndreaLa Primavera è anche la stagione deidubbi. Non dubbi veri e propri, ma riflessioni molto importanti. Un anno fa, ilDott. Andrea, quarantacinque anni, bell’uomo, fisico atletico, stavaattraversando un periodo poco piacevole. La sua compagna da cinque anni,Cecilia, se ne era andata. Aveva lasciato il tetto sotto il quale avevanovissuto. Quando due persone si lasciano i torti e le ragioni vanno sempredivise a metà. Le colpe, se così si possono chiamare, non sono mai tuttedell’uno o tutte dell’altra. Cecilia, voleva regolarizzare la sua posizione esposarsi in Chiesa o in Municipio. Soprattutto voleva dei figli… almeno due.Andrea, invece, voleva aspettare… la mente incasinata. “Aspettare cosa?” –diceva Cecilia – “Hai quarantacinque anni… Parecchi tuoi coetanei hanno i figliall’Università… e tu chiedi a me di aspettare… aspettare cosa? Basta! Se ledecisioni non le prendi tu … le prendo io” Così Cecilia aveva raccolto “la suaroba” e se ne era andata. Un anno fa, Andrea, guardava fuori delle vetrate delsuo Ufficio al decimo piano di un Palazzo di Milano. Guardava, ma non vedevaniente. Non vedeva gli altri Palazzi e la vita che in essi si svolgeva… Siccomeil Dott. Andrea disponeva di un Ufficio tutto suo, aveva a disposizione unaSegretaria fissa, Jenny. Quel giorno era lunedì e Jenny non c’era. Avevachiesto una giornata di ferie. Ora, il Dott. Andrea poteva pensare, riflettere,ragionare. Aveva persino chiesto al centralino di non passare telefonate.Andrea stava per prendere delle decisioni. Quali? Da giorni ilquarantacinquenne sentiva la nostalgia della sua Cascina fuori Pavia nellaquale aveva vissuto gli anni della sua giovinezza. Poi era andato in città astudiare. Si era laureato ed aveva avuto un bel posto a Milano. Un anno fa, ilDott. Andrea aveva la mente incasinata. Sentiva la nostalgia della sua Cascina…quattro case, portici e stalle ormai abbandonate… immerse in un mare di verde.Suo padre e sua madre, per ragioni di salute e di età, l’avevano abbandonata esi erano ritirati a Pavia. Ora, bisognava decidere. Cedere… vendere oppureaffittare la Cascina. Ladecisione spettava a Andrea. Suo padre aveva lasciato a lui la decisione. Ledecisioni sono sempre motivo di dubbi, di “farò bene?” “farò male?”. Il tempopassa in fretta… specialmente quando non dovrebbe passare. Il dubbio del Dott.Andrea era complesso. Il quarantacinquenne sapeva che con la Cascina “non si mangiava”…Erano troppo poche le pertiche di terreno a disposizione. La Cascina non garantiva unreddito sufficiente e dignitoso… eppure... Da una settimana, il Dott. Andrea,aveva ricevuto l’offerta di trasferirsi a Londra dove avrebbe svolto “servizidi consulenza informatica”. Un incarico basato sui risultati dove il compensoera allettante (anzi, decisamente eccellente), anche se legato ai risultati.Per poterlo svolgere non era necessaria la presenza continua del Dott. Andrea aLondra. Il lavoro poteva essere svolto da qualsiasi località, anche in Italia.Ormai, il Dott. Andrea aveva messo a fuoco il problema... Assumere l’incarico aLondra…e trasferirsi nella sua Cascina… nella quale avrebbe allestito un vero eproprio Ufficio ad alta tecnologia. Aveva solo bisogno di una Segretaria… Perchénon chiedere a Jenny se era disposta a lavorare lontano da Milano?… in unaCascina in mezzo al verde della campagna? Il Dott. Andrea sapeva che, i primimomenti, sarebbero stati duri. Però, non avrebbe lasciato la Cascina. Ad essa avrebbededicato parte del tempo necessario. Avrebbe rimesso a nuovo Case, stalle eportici. Nello stesso tempo avrebbe svolto il suo lavoro con Londra. Il Dott.Andrea digitò il numero del cellulare della sua Segretaria. “Jenny, seidisposta a venire a lavorare con me in campagna? I tuoi diritti saranno pari aquelli attuali…” Dall’altra parte… Jenny aveva già preso la sue decisioni…“Certo, Dott. Andrea… anzi, se vuoi che accetti totalmente, permettimi dichiamarti, Andrea, solo Andrea e basta… i titoli mi danno sui nervi” Ilquarantacinquenne comprese che le decisioni più sofferte sono le migliori. Comunicòla notizia al suo Superiore, Il Dott. Pasquale, il quale andò su tutte lefurie. “Andrea, dimmi quale Ufficio vuoi e quante Segretarie… ti do tutto”Andrea guardò negli occhi il Dott. Pasquale. Ringraziò e completò ilringraziamento con una frase: “Certe decisioni le detta il cuore”. -(601)