dino secondo barili

ROBERTA E IL GIARDINAGGIO racconto (603) di Dino Secondo Barili


Intrigo ……a Pavia (Questestorie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)racconto del giorno603Roberta e il giardinaggioLa Primavera è la stagione dei balconi fioriti.Anche i Supermercati hanno capito l’antifona e “investono” i propri clienti convalanghe di superofferte di fiori e piante. Anche coloro che non hanno maiguardato un fiore… ne rimangono estasiati, affascinati. Si accorgono di quantevolte avrebbero potuto regalare un fiore… e non lo hanno fatto. E’ natofinalmente… “il fiore di massa”. Due anni fa, Roberta, bellissima, impiegatapresso una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, ha compiuto ventottoanni. Il giorno del compleanno è stata chiamata presso la Direzione e le è statocomunicato che l’Agenzia era costretta a licenziare parte del personale. AMilano questo fenomeno è quasi fisiologico. Le persone sanno che si devecambiare spesso lavoro… se si vuole sopravvivere. Roberta non si è persad’animo. Era quasi preparata… che un giorno o l’altro sarebbe accaduto. Cipensò una notte. La ventottenne aveva un sogno nel cassetto. Amava ilgiardinaggio. Sul balcone di casa sua aveva fatto un’infinità di esperimenti.Seguiva un certo numero di piante e fiori…dalla crescita alla fioritura. Dopoaver visto com’era possibile farli crescere… li regalava ad amici e parenti. Cosìfacendo Roberta si era fatta un’invidiabile cultura ed una “pratica” eccellente.Dopo la notizia del licenziamento da parte della sua Agenzia, la ragazza hapreso una decisione. Ha aperto una partita IVA e si è messa in proprio. A farecosa? Giardinaggio… per balconi. Roberta aveva le idee chiare… una capacitàpratica eccezionale… ed una passione fuori del comune. In un anno è riuscita acrearsi un buon numero di clienti. Persone che desideravano avere un balconefiorito in ogni stagione, ma non avevano il cosi detto “pollice verde”. Inquesto caso, dopo aver saputo di Roberta, si affidavano a lei come ad “una manosanta”. Si fa presto a dire balcone fiorito… Non basta desiderarlo. Ci vuoleanche buon gusto, piacere nella scelta delle piante ornamentali… e macchie di coloreappropriate. Così, in un anno, Roberta, non solo ha accontentato molte persone,ma ha acquisito una notevole esperienza… Un anno fa, però, (allora avevaventinove anni) venne contattata da un Signore, sui cinquant’anni, appassionatodi giardinaggio. Il suo nome era… Giacinto. Un ricco signore che viveva direndita, proprietario di un Attico in un Palazzo di Pavia… circondato, anzi,immerso, in un enorme giardino che lo circondava a 360 gradi. A contatto, colsole e il cielo, 365 giorni l’anno. Fino ad allora, il Signor Giacinto, essendoappassionato di giardinaggio, aveva curato da solo il suo favoloso giardino. Ora,però, a cinquant’anni aveva deciso di cercare una collaboratrice. Mise gliocchi su Roberta di cui aveva sentito parlare bene da alcuni conoscenti.Roberta non immaginava che la sua passione fosse giunta… fino all’Attico.Invece, quella di mettersi in proprio è stata proprio una bell’idea. Ora, eccola proposta che “non” si aspettava… un enorme giardino … in un Attico a Pavia.Quando Roberta lo vide ne rimase meravigliata… non solo del giardino, ma anchee soprattutto dell’Attico. Il Signor Giacinto era di una gentilezza incredibile.Tra appassionati di giardinaggio il discorso diventa facile come “bere unbicchiere d’acqua”. Il cinquantenne conosceva il giardino e le sue piante inogni particolare. Roberta non era da meno. I due cominciarono ad esaltarsi avicenda. Quando Giacinto diceva una cosa… Roberta ne aggiungeva un'altra che lacompletava e rendeva ancora più affascinante. Ormai tra i due era nata una simpatia,una specie di simbiosi che li spingeva a cercarsi l’un l’altro. Il giardinosull’Attico era una specie di “Paradiso terrestre”… un luogo dove era possibilecoltivare infinite varietà di fiori e piante. Inoltre, Giacinto aveva fattocollocare delle originali fontanelle alle quali potevano aggrapparsi rampicantidi ogni genere e colore. Roberta doveva solo assecondare i desideri diGiacinto, l’innamorato e appassionato del suo giardino. I mesi passarono e idue diventarono sempre interdipendenti. Un giorno di otto mesi fa, mentreRoberta curava una pianta da fiore, sentì Giacinto avvicinarsi. Si vedeva cheera impacciato. Oltre a fiori e piante non sapeva parlare d’altro. Robertal’aveva osservato in diversi momenti. Aveva notato che era un bell’uomo…normale. Non doveva aver mai avuto una sua donna. Roberta si sentiva attratta…come se Giacinto fosse un “terreno da esplorare”. Con noncuranza, laventinovenne, chiese a Giacinto di osservare la pianta che stava curando. Ilcinquantenne si affrettò a dire il suo parere. I visi di Roberta e Giacinto sitrovarono vicinissimi… quasi si toccavano. Roberta accennò ad un bacio.Giacinto divenne rosso come un peperone… ma non si mosse. La ragazza capì chese voleva ottenere dei risultati doveva fare tutto da sola. Con una manocominciò ad accarezzare i capelli del cinquenne il quale, in breve, aveva persoogni autonomia. Era diventato come un bambino che aveva bisogno di coccole.Roberta ci sapeva fare. Non era la “bella addormentata” che aspettativa chealtri facessero… ciò che lei stessa conosceva benissimo. Giacinto si abbandonòalle mani sapienti di Roberta… L’incanto del giardino sull’Attico a Pavia avevacompiuto “il miracolo”. In breve Roberto e Giacinto si trovarono nudi … stesisul pavimento …come Adamo ed Eva. Si sa che la natura vuole la sua parte. Fecetutto Roberta…che da quel momento divenne la… Regina dell’Eden. -(603)