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CRISTINA BELGIOIOSO TRIVULZIO di Teresa Ramaioli

Post n°24149 pubblicato il 16 Giugno 2016 da dinobarili
 

CRISTINA BELGIOIOSO TRIULZIO  di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/06/16 alle 17:39 via WEB
CRISTINA BELGIOIOSO TRIVULZIO---Si è scritto molto di Cristina, si è detto il bene e tutto il male possibile, quand'era in vita e anche dopo la sua morte, oggi esistono numerose sue biografie che la dipingono come un'eroina lombarda, inflessibile e tenace. La piccola Cristina cresce gracile e malaticcia. Il padre muore a 32 anni quando Cristina ne ha solo quattro, lasciandola unica erede del suo ramo. La madre si risposa subito con Alessandro Visconti d'Aragona, dal quale avrà tre figlie e un figlio. Cristina passa l'infanzia a studiare, si trova bene con il patrigno finché questi, coinvolto negli arresti dei Carbonari, pur scampando allo Spielberg, resta profondamente scosso dalla disavventura . La madre, dal canto suo, si consola subito con un conte napoletano. A sedici anni, destinata ad un triste cugino, figlio del tutore, si ribella e sposa (24 settembre 1824) invece Emilio di Belgioioso, bello, giovane e grande conquistatore di cuori femminili. L'enorme dote di una delle più ricche ereditiere d'Italia convince subito il giovanotto, che aveva già intaccato seriamente il proprio patrimonio. Cristina si accorge presto dello sbaglio. Già soffriva di crisi epilettiche, un male che la tormenterà a fasi alterne per tutta la sua esistenza, ora si aggiunge la sifilide contratta dal marito (1826). Quando quest'ultimo le propone di convivere con la sua nuova amante, Cristina si ribella, lascia Milano e inizia a vivere davvero la propria vita (dicembre 1828). Viaggia per l'Italia incontrando persone interessanti e interessate alla sua persona. E' bella, una bellezza che affascina e incuriosisce. I capelli neri circondano un viso ovale pallidissimo. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 16/06/16 alle 18:45 via WEB
Orto Botanico di Pavia—Le prime notizie di un orto a Pavia risalgono al 1560 presso l’abitazione del lettore dei Semplici, Leonardo Leggi. Tali orti venivano chiamati “Giardini dei Semplici”e quello di Pavia fu in ordine di tempo il terzo esistente dopo Padova(1533)e Firenze (1544). Ma è solo dal 1733, per opera dell’abate Fulgenzio Witman , che all’interno dell’ex convento di Sant’Epifanio prese corpo l’Orto botanico vero e proprio, e venne istituita la Cattedra di Botanica all’Università di Pavia. Nel 1776 vennero edificate le serre su progetto dell’architetto Piermarini e con Scopoli(1777- 1788)l’Orto assunse l’aspetto odierno, occupando nel 1887 gli attuali tre ettari di estensione , comprese le serre ed edifici coperti. Ciao Teresa Ramaioli
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